Buongiorno,
vi riporto la mia esperienza, per ricevere un supporto esperto.
Ho conosciuto da pochissimo tempo un ragazzo tramite applicazioni di incontro. La sua vita oggi risulta, da quello che conosco e che ho visto, abbastanza sana - 38 anni, famiglia benestante, ha rilevato i vitigni di famiglia e conduce un'attività imprenditoriale, ha una casa, un cane, una vita sociale. Sin da principio però, parlandomi della sua vita, mi ha raccontato delle esperienze, iniziate in età adolescenziale, con ogni tipo di droga. All'età di vent'anni, in seguito a un "bad trip" da lsd, rimane bloccato in uno stato di "down" per circa cinque anni, in cui ha dovuto combattere costantemente con allucinazioni, sintomi di depressione, istinti suicidi. Ha cercato vari modi per uscire da questa situazione, tra cui ulteriori droghe (principalmente chetamina), terapie psichiatriche (ha sempre rifiutato gli psicofarmaci) ed altre esperienze sensoriali (mi ha raccontato di diversi stage fatti con sciamani, che hanno previsto atti come l'essere interrato, saune di lunga durata a temperature altissime e altre esperienze simili).
Ho trascorso l'ultimo fine settimana in sua compagnia, e sono estremamente combattuta sul se dare seguito o no a questa conoscenza. Non mi sento in sicurezza, per quanto ad oggi la sua vita, da ormai - se ho capito bene - almeno cinque o sei anni, non è più abitata dalle sostanze o da esperienze estreme come quelle citate sopra. Ha capacità di dialogo, è colto, lavora, mi sembra di averlo visto capace di una socialità normale. E' seguito attualmente da uno psicoterapeuta. Il punto è che ne ho timore, sia perché mi ha raccontato di colpo tutte queste esperienze, sia perché ho la sensazione che, seppur senza sostanze, conservi comunque ancora delle tendenze depressive, ma si tratta solo di mie sensazioni. In più, ho molta paura che queste allucinazioni dovute all'uso di sostanze possano verificarsi ancora nel suo agire inconscio, soprattutto in fase di sonno. Ho trascorso una sola notte con lui, in cui l'ho visto partire in una specie di sonnambulismo. Non vorrei cadere in un facile giudizio, ma neppure vorrei ritrovarmi improvvidamente in situazioni che possano minare la mia sicurezza, non avendo ancora capito fin dove il suo malessere possa spingersi.
Cosa consigliate in questi casi?
Mi dispiace l'idea di abbandonare, anche se sono tentata di farlo, visto che questo genere di situazioni non mi consentono di mantenere alcun tipo di tranquillità, almeno per il momento.
Vi ringrazio.