Buonasera, sono molto preoccupata per l'equilibrio psicologico di mio figlio che ha circa 11 anni. Abbiamo a casa una situazione molto difficile in quanto da qualche hanno ho scoperto che mio marito, affermato professionista fa uso di cocaina. Per me è stato molto difficile capire ciò, essendo lui un uomo che lavora molto e soprattutto all'estero, non mi sono resa conto del problema a questo si aggiunge il fatto che lui lamentava di soffrire di attichi di panico, riconosciuti dalla famiglia di origine, che ho scoperto poi essere causati dalla droga (quanto sono stata stupida ed ignorante e quanto mi sono documentata sugli attacchi di panico). In questi ultimi anni ha però abusato dell'uso di cocaina (che da chissà quanto usa) e poi si è calmato e poi ha ripreso con l'abuso e così via. Credo che la situazione abbia accentuato dei problemi psicologici di fragilità, di autostima, di narcisismo e chissà cos'altro di mio marito che lo hanno portato ad aver umori altalenanti, a sentirsi onnipotente, ma anche vittima della vita, unica mente pensate, voluto ormai da nessuno, L'ho aiutato portandolo al sert. cercando di costringerlo a curarsi, facendo partecipe sua madre, ma ho fallito. Mente, è bugiardo, va con altre donne ecc… Ma lui è l'unico mio sostegno economico, non per me ma per i nostri due figli. Lavoro un po' e questo mi ha dato la forza di cercare ora la separazione per tutelare me psicologicamente ( convivo quindi non ho diritto a nulla), per i miei bambini sia psicologicamente che economicamente. La giustizia italiana è lentissima e vivo momenti pesanti quando lui non è sereno, ma ciò che è peggio e che i suoi sbalzi di umore sono un'arma tremenda contro i piccoli, specie quello di 11 anni che oramai non è più così piccolo. Non capiscono il padre, non sanno se alla sera tornerà a casa, ma siamo già al punto che meno male non torna tanto mamma ci sei tu (poi però si preoccupano per me) a volte invece vorrebbero che il papà tornasse. Lui a seconda dei giorni li porta in palmo di mano, dei veri geni a volte sono rimbambiti,,, è peggio che vivere sulle montagne russe. Ora si avvicina il momento in cui interverrà il giudice e con me sono minacce sulla nostra economia domestica a non finire, ma poi si deve andare a sciare spendendo 2000 euro ecc… Fino a quando sarà in casa cerco di dare un colpo qua e un colpo là, vorrei che lui uscisse di casa ma non vuole e fino a che non glielo dirà un giudice non posso fare di più, ma come proteggere il nostro figlio maggiore?? Mica posso dirgli che papà è un drogato… Lui che agli occhi di tutti è un grande, borioso, spocchioso, super sportivo e a volte divertente manager?? come faccio a tutelare i miei figli da questo inferno?? A volte i bambini pensano che anch'io esagero ad urlare con papà e non capiscono perché voglio a tutti i costi allontanarlo da me e quindi da loro, ma cosa gli posso raccontare? A volte lui è stato male davanti a loro e ho dovuto spiegargli gli attacchi di panico e che si possono avere e che basta curarsi… quante bugie… Per favore ho necessità di qualche suggerimento, come mi posso comportare?? Tenete conto che anch'io sono ormai molto stanca, tanto tanto stanca.
Gentilissima signora Laura,
La sua email racconta la sua sofferenza che sta durando da tanto tempo e di come vive in bilico ogni giorno, sia come essere “in guerra” aspettando l’esplosione della “sua bomba”. La situazione è molto complessa da ogni punto di vista sia psicologico sia legale per ogni membro della sua famiglia. Il suo avvocato affronterà l’aspetto legale per tutelare lei e i suoi figli cercando un accordo con suo marito, senza arrivare a conflitti esasperati, con l’aiuto anche di figure professionali quali i mediatori familiari.
Le consiglio di rivolgersi a un professionista per Lei, uno psicologo, dove possa finalmente trovare uno spazio tutto suo, lontano dalle battaglie quotidiane per affrontare al meglio il tortuoso cammino che si sta prospettando, le sembrerà tutto più chiaro e insieme troverete le soluzioni più adeguate a lei e alla storia della sua famiglia.
La crisi della vostra coppia coinvolge anche i vostri figli che sperimentano il “cattivo funzionamento dei genitori” e in questa fase tumultuosa non vi risulta possibile mantenere la percezione del vostro ruolo genitoriale. E’ auspicabile non fare rientrare i figli nei contrasti e ciò accade, non per disamore per i figli, ma è l’intensità delle situazioni.
La separazione di per sé, in molti casi, rappresenta nella sua drammaticità un evento auspicabile ai fini di una maggior serenità ed è quindi da considerare un evento coerente, quando è la conclusione più razionale che si accompagni alla presa di coscienza che le cose non andavano. L'evento separazione presuppone la riorganizzazione della famiglia in due nuclei separati e un riadattamento dei figli.
Le auguro di trovare un pizzico di serenità e si rivolga al più presto a uno psicologo.
Un caro saluto
Lodi
La Dott.ssa Monica Bertolini offre supporto psicologico anche online
Gentile Laura,
lei ha già fatto molto per aiutare suo marito e, di conseguenza, i vostri figli. E' normale che, vivendo con un tossicodipendente, tutto il nucleo famigliare ne risenta. Accellerare la separazione credo sia auspicabile, nel frattempo le consiglierei, per amor dei bambini, di prendersi cura di se stessa da un punto di vista psicologico (almeno la mamma potrà essere un po' più "serena" e sentirsi meno sola) e, con cautela, senza "demonizzare" il padre, spiegare loro che papà, purtroppo, ha problemi seri di sofferenza psichica e che, al momento, non riesce a stare meglio, sottolineare che la separazione potrebbe essere un mezzo per un eventuale "riavvicinamento" in futuro e che tutto ciò nulla toglie al bene che entrambi volete loro.
Essendo suo compagno un manager dovrà provvedere al sostentamento di voi tutti e lei potrà dedicarsi con più serenità ai suoi bimbi.
Detto ciò, Laura, bisognerebbe capire lei cosa prova ancora per il suo uomo, sapere come si è svolta l'esperienza al SERT, come è stata e com'è la vostra relazione attuale, se uno dei due, o entrambi, volete salvare il vostro rapporto, come si è evoluta la vostra relazione quando siete diventati genitori ecc. Ma tutto ciò potrà, se riterrà opportuno, elaborarlo in una psicoterapia di sostegno sia individuale per lei o, se accettasse suo marito, un percorso psicologico di coppia.
Le auguro di tutto cuore di superare questo drammatico periodo della sua vita e le invio cordiali saluti.