Il mio compagno fa uso di cocaina da 10 anni

Jenni

Salve, mi chiamo Jenni, sono una ragazza di 21 anni e dopo mesi di dubbi, ho scoperto che il mio compagno, 36 anni, fa uso di cocaina da 10 anni. Ora dice di voler smettere (cosa a cui non credo e che ritengo molto difficile) senza neanche l'aiuto di uno specialista. Ma la mia domanda è un'altra: ho scoperto da una settimana di essere incinta, vorrei sapere, gentilmente, se l'uso prolungato di cocaina nel mio compagno possa danneggiare la mia gravidanza, il bambino una volta nato (malattie di tipo psichico o fisiche) e la sua vita (svilupperà anche lui/lei una dipendenza da cocaina? O nascerà già con la dipendenza?). Il mio compagno, nella situazione in cui si trova, sarebbe in grado di fare il padre? Vi ringrazio per l'attenzione, cordiali saluti.

7 risposte degli esperti per questa domanda


Cara Jenni,

poni una domanda difficile,
per quanto ne sappia le sostanze interferiscono sulla fertilità dello spermatozoo, 
non ho informazioni sull'effetto della cocaina su possibili modifiche genetiche che potrebbero essere trasmesse al feto.
Probabilmente l'uso per 10 anni, avrà apportato qualche effetto sulla motilità, sulla capacità vitale degli spermatozoi, ma non saprei precisamente i rischi effettivi.
Non so se vi siano ricerche in questo senso, forse è il caso che per questo aspetto consulti un medico specialista, ginecologo esperto in questo, o un genetista.
Di solito gli effetti più devastanti solo se l'uso viene compiuto dalla madre.
 
Qui, mi concentrerei di più su un'altra domanda: desidera che quest'uomo sia il padre di suo figlio?
Desidera ancora vivere con lui?
 
Tenga conto che lui è ciò che è stato fino ad oggi ed il primo aspetto è che le ha mentito fino ad oggi. Il secondo è che 10 anni di cocaina sono veramente tanti,
e suppongo non ci sia solo quella!
E' impensabile che possa smettere da solo, talvolta è difficile anche con l'aiuto perchè la cocaina è molto attraente e permette di compiere tutte le attività quotidiane
con grande energia ed efficenza, quindi ha un grande rafforzatore intrinseco ed estrinseco.
Tanto più chi pensa di smettere da solo mette a nudo la mancanza di consapevolezza di avere un problema!
Tenga anche conto che la cocaina rende irritabili, irascibili, che il down di cocaina è costituito da depressione e apaticità, oltre a gravi danni sulla salute, in particolare sul cuore,
favorendo gli infarti, sui polmoni (portando ad es. a collassi respiratori), sul sistema nervoso centrale e periferico, ecc.
Quindi, c'è da chiedersi se lei desidera vivere con una persona accanto che presenterà tutto questo e se desidera che suo figlio sia accompagnato nella crescita da un padre così.
Capisco che sembro catastrofica e che anche i dipendenti da sostanze sono padri e madri di famiglia, ma ho anche visto i figli dei dipendenti e francamente non hanno una vita confrontabile con quella dei coetanei, da vari punti di vista.
Lei è molto giovane e sicuramente sarebbe una relazione impegnativa, in un momento dove le sue energie dovrebbero andare ad una creatura che si sta sviluppando.
 
Ovviamente è una scelta importante, che può fare in tante direzioni. E' bene che ascolti vari pareri e che alla fine scelta la cosa che le appartiene di più.
Un grande in bocca al lupo Jenni!
 

Buongiorno Jenni, Capisco il suo stato di agitazione, non deve essere una situazione semplice quella in cui si trova ora. Posso però rassicurarla sul fatto che la dipendenza da sostanze non è una patologia ereditaria, x cui il bambino/a non nascerà con problematiche di questo tipo. Rispetto invece al fatto se il suo compagno sarà in grado di fare il padre attualmente non è possibile saperlo, potrebbe cambiare come no, dipende da lui. È più probabile invece che la sua gravidanza possa essere influenzata dal suo stato di ansia e confusione per la complessa relazione di coppia che sta vivendo. Se vuole parlarne o approfondire la questione possiamo fissare un colloquio nel mio studio. Ricevo a Brescia e Desenzano. 

Buongiorno Jenni,

purtroppo non sento di avere abbastanza competenze per darle informazioni accurate dal punti di vista dei rischi fisici del feto per l'uso di sostanze del suo compagno e su questo la invito a contattare uno specialista. 

Sulla domanda legata alla paternità non è possibile dare una risposta definitiva. Le persone dipendenti da sostanze tendenzialmente risentono per loro la mancanza della cocaina o simili e nel caso di carenza possono diventare irrascibili o facilmente irritabili. Questo atteggiamento comporta sfiducia, paura e anche rabbia nei confronti dell'altro quindi, per evitare di arrivare a un gioco di colpe, è importante fermarsi ad ascoltare quello che è il bisogno in un momento. ci sono persone che dopo la notizia smettono, altri che continuano, altri che alternano.

Detto questo voglio spostare il focus su di lei:sente di voler portare avanti questa gravidanza? e al di la di quello sente di poter lavorare con il suo compagno per costruire un rapporto di coppia diverso? magari iniziando un percorso di terapia insieme? e lui sarebbe disposto a farlo?

Tutti questi vissuti di dubbi vengono in qualche modo sentiti dal bambino che comincia già nella pancia a percepire cosa succede. Le dico questo non per spaventarla ma per aiutarla a consapevolizzare quanto la gravidanza sia un momento che merita di essere vissuto in un certo modo e con un certo stato d'animo: per lei, per il partner e per il bambino.

Le rinforzo di parlare con un medico per l'aspetto dei rischi e con uno psicologo per cominciare a fare chiarezza in queste due grandi notizie, anche se di diverso peso.

Resto a disposizione

Buona sera Jenni, sarà molto difficile che dopo 10 anni di assunzione di cocaina il suo ragazzo riesca a smetterla senza l'aiuto di uno specialista. Per questo le consiglio di seguire il suo compagno nella scelta di una struttura più che di un solo specialista. Per la sua gravidanza le posso dire che da ricerche scientifiche è risultato che la cocaina passa nello sperma e può far diminuire il numero degli spermatozoi o aumentare quello degli spermatozoi anormali con conseguenti problemi di fertilità. I ricercatori ci dicono che il passaggio della cocaina dallo spermatozoo all'ovulo potrebbe causare problemi di sviluppo del feto. Non è stato, comunque, dimostrato che le malformazioni siano una causa diretta dell'assunzione da parte del padre della cocaina. E' consigliabile, per sicurezza, che il padre eviti la cocaina nei tre mesi precedenti al concepimento, sempre se questo programmato, per far si che crescano spermatozoi buoni. In questo caso le consiglio di andare da un ginecologo e parlare della situazione in modo che possa essere seguita in tutte le fasi della gestazione

Cara Jenni, come puoi immaginare fare uso di droghe porta una serie di conseguenze di salute fisica e mentale ma anche conseguenze sul piano sociale. Forse le dipendenze sono una categoria tra i problemi psicologici più difficili da affrontare e da risolvere e sicuramente è molto difficile che si risolvano da soli. Se anche per un periodo si riesce a diminuire o non farne uso, magari a causa di una novità, come l' innamoramento o l' arrivo di un bambino, subito dopo il fantasma ricompare e si ritorna come prima e con il tempo, chiaramente, il problema non fa che peggiorare. La cocaina prevede anche di avere denaro a disposizione e spesso la ricerca di sempre più droga prevede la ricerca di sempre più soldi e di conseguenza si possono verificare ulteriori problemi di tipo economico. I disagi psico-emotivi e l' uso di droga sono altamente legati l' uno all' altro. Ne va da sè che la droga nel tempo tende ad agire sull' umore e spesso le persone risultano poco attente, irritabili, poco pazienti e molto concentrate su sè stesse. Assumersi la responsabilità di crescere e badare ad un bambino non è facile in generale, immagino che per chi ha già un pò di problemi con sè stesso la cosa si complichi non poco. Tra l' altro chi fa uso di droghe spesso mente, dimentica cose, appuntamenti ed è poco affidabile. Dal punto di vista dello sperma non ci sono ancora dati certi sul fatto che possa creare problemi al bambino, sicuramente non può determinare problemi di dipendenza. Quelli semmai possono arrivare con la crescita a causa di un modello educativo e affettivo paterno che potrà creargli insicurezza e instabilità. A volte sono stati registrati aborti spontanei. Cara Jenni le sue scelte in questo momento sono molto importanti, potrebbero condizionare molto pesantemente il suo futuro e quello del suo bambino. Non affronti tutto da sola.  Si faccia seguire in un percorso di sostegno e terapia psicologica. Può trovare un riferimento gratuito nel Consultorio Familiare più vicino a lei.

In bocca al lupo

Gentile Jenni

è una situazione molto delicata...bisogna valutare diversi aspetti...non è automatico dare una risposta secca ad ogni domanda....il bambino non nasce già con una dipendenza a sostanze, sicuramente avrà bisogno di un ambiente caldo accogliente sereno affettuoso....anche per quanto riguarda la capacità genitoriale...non è detto che non potrà essere un buon padre, ma l'uso continuo di sostanze interferisce sicuramente sui propri comportamenti, il mio suggerimento è comunque di essere seguiti al più presto possibile

Gentile Jenni, dal quadro complesso e articolato che ci sottopone, quelli che emergono non sono il Disturbo, in senso diagnostico, ma i sintomi. La psicofarmacologia (e meno che mai, naturalmente, le droghe) non è in grado di risolvere il suo problema, ma soltanto alleviarne i sintomi, con gli effetti collaterali che, come sempre con qualsiasi medicina avviene, lui sta sperimentando - perché ad essi devono con quasi certezza essere ricondotti. È sicuramente presente una visione di sé e della propria identità psichica non ancora definita, per ragioni che andrebbero indagate lungo la sua storia personale, ma non diacronicamente, bensì come si manifesta presumibilmente oggi nel suo presente sofferto o quanto meno incompiuto. Solo una ristrutturazione della personalità, attraverso un approccio centrato sul ‘profondo’ – insomma un lavoro sulle emozioni, fin nell’inconscio – potrebbe reindirizzarlo su una strada di effettiva crescita personale e di costruttiva e progressiva maturazione psicologica in direzione della costruzione di un’autostima – meglio, per dirla con Bandura: di ben più concreta e fattiva ‘autoefficacia percepita’. In alternativa o in alternanza alle sedute classiche ‘in presenza’, anche un approccio A Distanza (online, intendo via chat), previo consulto telefonico gratuito, potrebbe in tal caso essere valido per ristrutturare le parti immature e adolescenziali della Sua personalità ed eliminare dai suoi ‘meccanismi’ quei granelli che – per così dire – ne ostacolano il corretto e felice funzionamento in direzione della crescita personale e dello sviluppo adulto della sua identità, oltre ogni psicopatologica insicurezza e disistima. Cordiali saluti.