Accettare la paura di arrossire?

Danyx

Salve, ho 41 anni, forse di questa cosa ne ho sempre sofferto; ovvero l'eritrofobia...negli ultimi 3anni la cosa si e' accentuata specialmente sul lavoro, mi spiego meglio: quando sono al centro dell'attenzione molte volte ma non tutte...dipende dai contesti, in mensa quando magari qualche persona mi rivolge la parola; questo vale se o piu' o meno confidenza...io comunque pratico sport e amo la vita con gli altri ma in certi contesti arrossisco e non posso trattenere in nessun modo il rossore, ho provato col reiki, ho provato con metodi presi dal web, sono andato 2 volte da 2 psicologi differenti....nulla, qualche miglioria l'ho trovata da solo parlando col mio inconscio ma questo e' poco davvero poco...ho timore di arrossire sempre...ed allora vi chiedo...secondo voi e' meglio accettare questa cosa non contrastandola? Alcuni me lo dicono che sono rosso a volte e l'unica soluzione e' rispondere: " qual' e' il tuo problema nel vedermi rosso? MA CREDETEMI X DIRLO BISOGNA AVERE LE PALLE..., Dopo troppi tentativi HO DECISO DI ACCETTARE E DI NON FARMI SEGHE MENTALI SUL COSA PENSANO GLI ALTRI...perche' una giornata in piu' di tristezza non e' altro che una giornata buttata nella spazzatura pensando ai feedback che si hanno dagli altri...e allora boh...quando vuole venire il rosso che venga, questa e' la mia teoria...ed e' una teoria anche le sedute dagli psicologi...xke' la pratica e' ben altro e non sempre funziona.

7 risposte degli esperti per questa domanda

Benvenuto dunque al rosso, quando vuole venire!

Come diceva Jacques Lacan "l'inconscio è come un herpes sulle labbra di una donna nel dì di festa".

Se poi lei sceglierà non solo di farlo venire, ma anche di accoglierlo come un ospite straniero che ha da dirle qualcosa, potrà magari accadere che da indesiderato diventi la sua più singolare e preziosa risorsa. 

Un cordiale saluto.

 

Dott. Davide Pegoraro

Dott. Davide Pegoraro

Torino

Il Dott. Davide Pegoraro offre supporto psicologico anche online

Caro Danix

Il tuo sintomo crea sicuramente un grande disagio, emerge quella vergogna che ti fa sentire piccolo e non ti permette di affrontare le cose e le persone a testa alta. È un sintomo molto contraddittorio perché quando arrossisco vorresti nasconderti, invece il rosso attira l'attenzione.. Il problema è accettare te stesso  con i tuoi limiti e i tuoi pregi, capire come vorresti essere e chi sei in realtà. Mi fa piacere che il sintomo non abbia la meglio, nel senso che fai sport, vedi gli amici e comunque vai al lavoro nonostante tutto. Significa che sei una persona volitiva, ma devi anche accettare quella timidezza, sensibilità che fa parte di te. Ci sono anche dei gruppi di persone che soffrono di eritrofobia, confrontarsi può farti bene. In bocca al lupo

Certo che bisogna accettare la paura di arrossire! Se non è così l'ansia legata a questa paura va alle stelle e di conseguenza il rossore. Non è necessario insinuare che il problema sia di chi le fa indelicatamente notare che arrossisce. È un po' aggressivo e quindi costa fatica dirlo. Lei ha più le palle se non dice nulla e sorride oppure ignora la domanda. L'afflusso di sangue non è controllabile volontariamente, quindi è da prendere serenamente così com'è.

Salve.

Mi sembra che sei sulla buona strada. Stai sdrammatizzando la situazione e, a quanto dici, ti trovi abbastanza bene.

Continua così.

Mi chiedo come mai hai inviato la tua domanda. Se è per condividere con qualcuno, bene ti abbiamo ascoltato. Se invece ti chiedi ancora come fare per poter mitigare il tuo sintomo allora potrebbe essere utile andar a scoprire le conseguenze che procura in te questo disagio. Lo utilizzi come meccanismo di difesa per fuggire l'ansia sociale nel rapporto con gli altri? Te ne servi per evitare situazioni e difficoltà che ritieni di non saper affrontare? E' una forma di sabotaggio per non valorizzare le tue potenzialità? Vuoi sentirti in colpa per espiare qualche tuo dramma interiore? I motivi potrebbero essere tanti. E non sono i psicoterapeuti che te lo possono scoprire. Al massimo ti possono aiutare affinchè tu ne diventi consapevole. Non sarà la psicologo che  non ti farà più arrossire ma sarai  tu a deciderlo se lo vorrai.

Ciao

 

Si sì! I colleghi hanno centrato il problema e credo lei abbia capito! Infatti è proprio la paura di arrossire che di fatto fa arrivare più sangue al viso! Lo faceva notare già nel 1800 August Forel citando la legge dell’ideoplasia (pensiero che prende forma) ...nel senso che è proprio il richiamo della sensazione di rossore che di fatto lo prococa! Quindi la preoccupazione è di certo peggiorativa e per niente protettiva! Quindi deve delegittimare per bene l’inutilita di attenzionare tale rischio, poiché chi le vuole bene lo esibirà anche se arrossisce! Poi il giudizio degli altri dovrebbe avere un peso molto relativo per godersi la vita! Lasci che arriva se arriva e che se ne va quando se ne vuole andare! E non servono le palle per accettare che capiti questo inconveniente! Basta riconoscere che una piccola caratteristica di se, che neanche lei può essere perfetto e soprattutto che non deve conquistare la stima e l’affetto di tutti! Buona vita ...ma faccia qualche altro incontro di Psicoterapia  per rafforzare i cambiamenti 

Dott. Gaetano Tizza

Dott. Gaetano Tizza

Ragusa

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Buongiorno gentile signore,

sappiamo tutti che più non vogliamo che una cosa accada e più questa trova il modo di ripresentarsi, si ingigantisce e ci fa sentire impotenti perchè non riusciamo a modificarla o a fermarla. Probabilmente la sua esperienza con i vari specialisti l'ha, inconsciamente credo, aiutata a entrare nell'ottica del lasciar accadere. Questa è, ad esempio, l'ottica del training autogeno quando viene utilizzato a scopo psicoeducativo. Non combatto, non mi ostino a voler eliminare il sintomo, ma lo accolgo con indifferenza osservando passivamente ciò che ne deriverà.

Le invio cordiali saluti

Gentilissimo, spesso pensiamo che le emozioni e le loro manifestazioni corporee/fisiologiche siano il nemico da combattere, mentre la tristezza, la rabbia, l'ansia, la paura ecc.. funzionano come uno specchio e provano ad aiutarci comunicandoci che ci sono dei pensieri negativi (non mi sento all'altezza, non ho il controllo, non posso sopportarlo e sim) o dei comportamenti da modificare. Pensi all'algebra: se un numero si moltiplica per se stesso diventa positivo e la medesima cosa fa l'emozione "riflettendo" i pensieri negativi. Nel senso comune tendiamo a confondere e a usare come sinonimi termini che si riferiscono a stati emotivi differenti tra loro come ad esempio imbarazzo, vergogna e senso di colpa oppure gelosia e invidia. L'imbarazzo è uno stato di disagio che si manifesta in seguito alla violazione di una norma culturale alla quale possiamo anche non aderire (nel senso che non sentiamo nostra diversamente dalla norma morale della vergogna) e si manifesta davanti a un pubblico. Inoltre se siamo noi stessi a indicare l'eventuale rossore del viso, questo subito va via perché subentra la capacità di essere assertivi trasformando una fragilità in risorsa come accade nell'arte del kintstugi giapponese.

Tra le tecniche d'intervento più efficaci in simili situazioni si annoverano l'MDPAC (Metodo del Disegno Psicoemotivo per l'Analisi e la Consapevolezza), la Mindfulness, la coerenza cardiaca, l'EMDR e il Training autogeno Bionomico.

Cordiali saluti.