Salve,sono una ragazza di 16 anni,frequento da 2 anni il liceo e da quando ho iniziato le superiori mi è accaduto sempre più spesso di arrosire in pubblico.Premetto che son sempre stata una bambina molto solare tanto che in confronto a mia sorella timidona sembravo fin eccessivamente spavalda; ho notato che questo evento si manifesta molto spesso di fronte a una professoressa in particolare( con gli altri prof no). Questa professoressa conosce pure mia mamma e mio papà,ciò mi mette doppia soggezione, sapere che io arrosisco ogni volta che mi chiama o mi manda subito un'occhiata, è sempre più imbarazzante...inoltre un'altro motivo per cui mi sento a disagio e perciò divento rossa rossa difronte a questa prof.essa è che suo figlio, gran bel ragazzo,andava in giro a dire che ero una bella ragazza, ma per quanto sia carino ricevere complimenti,ciò mi rendeva solo in imbarazzo...ogni volta che guardo la prof mi viene in mente pure quello... Mi sto isolando dal mondo e torno a casa stra depressa dopo le lezioni della prof.essa, coi miei genitori non oso neanche parlarne ho troppa vergogna,dallo psicologo non posso andare da sola, medicinali dovrei avere il consenso di un medico,o psicoterapeuta o altro ecc.. CHE FACCIO?firmato:giovane eritrofobica
15 risposte degli esperti per questa domanda
Carissima Sabrina, quello che tu riporti è un problema molto frequente alla tua età: arrossire è sintomo di sincerità d'animo, oltre che di emotività. Sei molto giovane, per questo forse il confrontarti con tematiche come il corteggiamento e l'essere guardata dai ragazzi ti creano difficoltà. Hai mai provato a razionalizzare, cioè a pensare razionalmente, quando ti trovi di fronte alla professoressa sulla situazione? Lei infondo non sa che suo figlio andava a dire in giro questo di te, con lei hai un rapporto diverso, più distaccato, più scolastico, cerca di puntare su questo e mantenerlo tale. Non lasciare che questo colpisca il tuo umore. Piuttosto tu cosa senti per questo ragazzo? E hai mai provato a parlare con i tuoi genitori del tuo imbarazzo? Capisco che tu possa provare vergogna ma aprirti con loro sarebbe già un buon passo. Se la cosa dovesse aumentare e diventare più pesante per te potresti sempre pensare di confrontarti con uno psicologo, magari avendone parlato prima con i tuoi genitori. Un abbraccio.
Brescia
La Dott.ssa Gloria Baisini offre supporto psicologico anche online
Cara Eritrofobica, non sappiamo le cause profonde del tuo disturbo, ma in attesa del grande chiarimento (che spesso è un infinito vattelappesca introspettivo), ti dico: ARROSSISCI! Dillo. Anzi, dillo prima. "Ecco, ora arrossisco" E allora? Che succederà secondo te?
Cara Sabrina, nonostante i tuoi 16 anni hai già eseguito un'accurata analisi del perché arrossisci di fronte a questa prof. Mi sembra che le tue risposte siano assolutamente sufficienti e plausibili! Che farci però con questo rossore? Considerala come un'informazione, qualcosa che parla di te e che dice che quel ragazzo ti muove qualcosa dentro e questo ti condiziona un po' perché non è proprio l'ideale avere sua madre come prof...oltretutto amica dei tuoi genitori.. Non credo proprio che esistano farmaci "anti-imbarazzo"...e comunque arrossire non è necessariamente un sintomo di disagio...ma magari di un'emozione?dagli valore! Un abbraccio
Ciao Sabrina!! Il rossore è una manifestazione fisiologica determinata da alcuni pensieri che in quelle situazioni (quando vede la professoressa) ti passano per la mente.. hai provato mai a chiederti, appena senti il rossore in viso, “cosa sto pensando in questo momento”? Funziona così: le nostre emozioni (nel suo caso l’imbarazzo) e le conseguenti manifestazioni fisiologiche (il rossore) sono determinate da alcuni pensieri che a sua volta sono manifestazione di alcuni schemi che ci siamo formati nel corso della vita.. Il fatto di non dirlo ai tuoi genitori non fa altro che rafforzare questo circolo.. perché in questo modo la fa apparire come una cosa ancora più grande.. Il mio consiglio sarebbe innanzitutto di capire quali sono i tuoi pensieri quando vedi la professoressa, e chiederti qual è la cosa peggiore che potrebbe accadere (es. se arrossisco vuol dire che sono timida e quindi, cosa vuol dire per me???). Poi, secondo me, parlarne ai tuoi genitori allevierebbe di molto la tua ansia ..Se non riesci da sola e questi sintomi diventano invalidanti nel senso che ti creano disagio nella vita sociale, o nello studio, l’ideale sarebbe chiedere un aiuto ad uno psicologo (farmaci non sembra siano necessari).
Mi sembra che nel tuo caso l'arrossire in volto sia il sintomo per cui tu attribuisci una valutazione negativa su di te da persone significative del tuo entourage. Ma proprio perchè si tratta di attribuzione il giudizio negativo promana da te stessa su di te. Verifica in che modo ti giudichi negativamente - fai attenzione che tu ti SENTI negativa, ma non SEI negativa. Poichè a noi esseri umani spaventano i pensieri che formuliamo sulle persone, sulle cose o sulle situazioni e NON le persone le cose e le situazioni in se stesse, comincia a pensare che il giudizio che tu formuli su di te è solo un pensiero e come tale lo puoi lasciare scivolare via dalla tua mente come scivola l'acqua dai tetti spioventi quando piove.
Cara Sabrina, Capisco la tua situazione imbarazzante. Secondo me dovresti parlarne con le tue amiche a scuola e farti vedere un po' piu' spesso in loro compagnia. In questo modo la professoressa si rendera' conto che tu socializzi di piu' e suo figlio non ti prestera' piu' tanta attenzione.
Prima di parlare di fobie, psichiatri o psicologi fossi in lei ci penserei meglio. L'imbarazzo che prova in alcune situazioni mi pare che possa rientrare nei range della normalità. Forse dovrebbe riflettere sul perchè la infastidisce così tanto una reazione di rossore ed imbarazzo tanto comune. Cordialmente
Ciao, data la giovane età, mi permetto di darti del "tu". Cercherò di essere breve ed il più possibile esaustiva. Un paio di "spiegazioni", o meglio "ipotesi", e un consiglio. Mi sembra di capire che la commistione tra gli adulti di riferimento, che costellano la tua vita in questo momento, ti crei dei problemi: il fatto che i genitori siano in confidenza con la prof.ssa non facilita, anzi, ti complica la vita. E' comprensibile, perché, le tue performance le percepisci sotto una lente amplificata (al cospetto della prof. "senti" la presenza anche dei genitori). Il figlio della prof.ssa non ti aiuta (ma a te piace? Mi sembra di si). Sei consapevole che, se da una parte ti gratifica essere considerata bella da lui, dall'altra ti crea ancora più imbarazzo (sappi che nessuno può leggerti nel pensiero e che non c'è nulla di male se lui ti piace). Alla tua età è normale affrontare situazioni "nuove e complicate" in modo diciamo... "maldestro" in quanto, da giovani, tutto quello che si fa, che si affronta, è la prima esperienza, è così che si cresce! Consiglio: dai pochi dati disponibili non mi pare che tu abbia bisogno di terapie farmacologiche! Hai dimostrato "adultità" e consapevolezza a rivolgerti a uno spazio neutro quale questo portale ma, forse, potresti parlare del tuo disagio o a uno dei tuoi genitori, o a un adulto che possa comprenderti e magari possa essere "ponte" tra te e famiglia (o insegnante). Fatto questo (se non bastasse) potresti chiedere un piccolo supporto psicologico attraverso i tuoi genitori. Comunque: brava per esserti resa conto di aver bisogno di consigli e di esserti rivolta a degli adulti... Augurandomi che il tutto si stempererà a breve ti invio un caro saluto,
Cara Sabrina, l'imbarazzo che provi sembra essere la somma di una serie di situazioni sia esterne e oggettive sia interiori e legate alle tue emozioni; nonostante il fatto di arrossire rappresenti una condizione frequente e in particolar modo alla tua età, da quello che scrivi sembra che il disagio che queste occasioni ti provocano stia aumentando. Leggendo le tue parole, posso dirti anche che dimostri una buona capacità di guardare dentro di te e capire cosa può provocare le tue emozioni: per questi motivi credo che, per evitare che la situazione peggiori, potresti davvero rivolgerti ad uno psicologo che con una breve consulenza potrebbe aiutarti a capire meglio cosa ti succede e a superare la situazione. In alcune scuole è presente uno sportello psicologico oppure in alcuni consultori familiari i ragazzi maggiori di 14 anni possono accedere in autonomia: prova a verificare una di queste possibilità. Se lo desideri rimango a tua disposizione. In bocca al lupo!
Cara Sabrina, ritengo che la tua eritrofobia (o ereutofobia) sia molto legata al tuo sviluppo psico-fisico e sessuale e di solito rientra nei c.d. ‘disturbi d’ansia’. Il ‘diventare rossa’ è il sintomo di una somatizzazione corporea del disagio emotivo che provi in alcuni momenti della tua vita. Ti preciso che è una problematica che si risolve piuttosto facilmente e, di solito, con il tempo sparisce ma i tempi di remissione variano a seconda dei casi. Non occorre somministrazione di farmaci. Se tale disagio si accentua particolarmente quando ti relazioni alla professoressa - che è anche la madre di quel ‘gran bel ragazzo’ che ha espresso apprezzamento per te - è evidente che, in questo caso, esistono tue peculiari fantasie e/o problematiche inconsce che non vorresti palesare, che censuri e che non riesci a gestire adeguatamente. Per questo tipo di disturbo - che comunque non va sottovalutato - ti consiglio, quindi, di farti forza, superare il tuo ‘senso di vergogna’ e riuscire a parlare con i tuoi genitori affinché ti diano il loro consenso per consultare uno psicologo che ti aiuti a comprendere quali elementi e dinamiche sono connessi alla tua eritrofobia. Una volta parlato con i tuoi genitori (e già parlando con loro hai fatto un primo passo terapeutico) dallo psicologo dovrai andare da sola. Se non riesci a sbloccarti per parlare con loro fatti aiutare da un parente (zia/zio o altri) con cui hai un buon rapporto e di cui ti fidi. Inoltre, in appoggio alla psicoterapia, potrebbe essere utile anche un po’ di scuola di recitazione che può facilitarti le esternazioni emotive. Sperando che questa risposta ti sia di valido aiuto, ti lascio un grosso augurio ed un saluto.
Ciao cara, arrossire non è nulla di sconvolgente. Dietro al tuo rossore si nasconde un'emozione: è molto bello il fatto che tu ti emozioni, ti rende molto molto "umana" :) Nella vita è bello essere spavalde e sicure ma è altrettanto bello non esserlo sempre e concedersi di vivere dei momenti di insicurezza e imbarazzo che fanno parte della vita. Quando sei di fronte alla tua professoressa ricordati che è lì non come mamma di.. ma dentro un ruolo professionale: è proprio lì per te, per aiutarti ad imparare e per aiutarti a crescere. Dimenticati che è mamma di..etc. Spero tanto che queste parole ti siano d'aiuto. Ti mando un abbraccio e ti auguro una buona crescita.
Ciao Sabrina, forse ti sei innamorata del figlio della prof.? Arrossire non è poi una cosa così vergognosa, anche se comprendo che, in questa fase di vita, per te rappresenta un problema! Se vuoi può accedere al servizio psicologico del consultorio senza l'autorizzazione dei tuoi genitori: è uno sportello ad hoc per gli adolescenti. In bocca al lupo per tutto!
Carissima, sembra che tu ti sia già autodiagnosticata chissà quale strana malattia... invece questa cosa che ti succede è estremamente comune alla tua età e di per sè non indica nulla di patologico. Se però questo fatto, come è comprensibile, ti crea un imbarazzo, perché è molto importante sentirsi a proprio agio con gli altri, è giusto che tu ci possa riflettere insieme a qualcuno in grado di guidarti. Ci sono sicuramente motivazioni da comprendere e aspetti da approfondire, oltre che modi per superare questo "problema". Il mio consiglio è di rivolgerti a una persona esperta in questioni adolescenziali, dopo aver richiesto il consenso ai tuoi genitori. Il mio studio è nel centro di Monza e se vuoi sono disponibile a un contatto. Ti faccio i miei migliori auguri
Gentile ragazza, dallo psicologo non può andare da sola, ma potrebbe chiedere ai genitori di accompagnarla o cmq di autorizzarla. Non è possibile dare via internet indicazioni terapeutiche. Questa situazione cmq sembra porla in condizione di essere valutata da altri, conoscenti o insegnanti, con conseguenti ansie e insofferenze.
Roma
La Dott.ssa Valentina Sciubba offre supporto psicologico anche online
Giovanissima Sabrina, mi rendo conto del malessere che sta provando nel porsi in relazione con la sua professoressa. L’imbarazzo che si evidenzia con il rossore è indicativo di un disagio emotivo, di una fragilità emozionale legati probabilmente a situazioni in cui lei si è sentita in difficoltà o/e sminuita nella propria sicurezza interpersonale. Contemporaneamente mi chiedo che cosa rappresenta per lei, Sabrina, questa professoressa? Al pari dei genitori, gli insegnanti possono rappresentare una “autorità”costituita che si teme per qualche motivo personale. Ed, allora, non vi è forse la vergogna di dimostrare le proprie insicurezze temendo un giudizio negativo da parte degli adulti? La fragilità in adolescenza può considerarsi un requisito normale per crescere poi nella sicurezza e nella stima di se stessi. Quindi, per ritornare ad essere “spavalda” e “serena” le consiglio di confrontarsi per lo meno con propri genitori e a loro comunicare la necessità di fare qualche chiacchierata con uno psicologo per uscire prima di tutto dalla vergogna di sentirsi in difficoltà nelle relazioni interpersonali e, successivamente, per individuare i reali motivi e le origini di tali problematiche emozionali. Cordiali saluti
Padova
La Dott.ssa Maria Zampiron offre supporto psicologico anche online