LE INSIDIE DELLA RETE PER GLI ADOLESCENTI:
Uso ragionato e consapevole dei dispositivi digitali .
Sono referente da diversi anni di uno sportello di ascolto psicopedagogico indirizzato ad alunni, Docenti e genitori.
Si tratta di un’esperienza molto coinvolgente ed impegnativa che mi porta ad interagire quotidianamente con il pianeta infanzia ed adolescenza e a conoscerne alcune sfaccettature rivelate grazie ad interventi in classe o allo spazio privato riservato loro nello sportello di ascolto.
Le tematiche che affronto sono principalmente legate alla presa in giro, la gestione delle emozioni, il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo, ma ultimamente in accordo anche con il team dei Docenti è emersa la necessità di parlare della rete, dei pericoli e insidie che essa nasconde, per informare, prevenire, intervenire là dove un danno o una ferita sia già stata provocata.
Il tema in aula ha riscosso molto successo, l’ascolto è stato attento e partecipe, i ragazzi si sono confidati rivelando dati e vicende a volte inquietanti e preoccupanti.
In seguito all’esperienza a scuola, sono stata invitata presso associazioni o Enti privati, istituzioni scolastiche, a tenere incontri, conferenze per informare i genitori, gli Insegnanti, di quello che succede nel mondo affascinante ma spesso ambivalente e pericoloso, del Web e dei social.
Desidero condividere tra queste righe qualche dato e informazione importante, nella speranza che genitori, educatori e Insegnanti attenti e coscienziosi ne prendano consapevolezza e possano agire di conseguenza.
I ragazzi passano molto tempo sui social, lo sappiamo, a volte si iscrivono prima dell’età consentita.
Bambini della primaria spesso possiedono uno smartphone, magari regalato in occasione della prima comunione. Con il consenso dei genitori (ma a volte anche a loro insaputa), installano app come WA, apparentemente innocente, anzi utile per scambiare compiti, comunicazioni veloci, indicazioni per un appuntamento di gruppo.
Certo scaturisce da questa esigenza, ma poi accade che su WA arrivino messaggi che incitano ad inoltrare lo stesso messaggio ad un determinato numero di contatti, dietro minaccia di morte dei genitori se l’invio non viene eseguito!
Agli occhi di un adulto, indubbiamente si tratta di una richiesta insulsa e non credibile, ma un bambino della scuola primaria sperimenta ancora il pensiero magico, crede a Babbo Natale, alla Befana e pertanto ritiene vero quel messaggio minaccioso e lo inoltra, entrando anche in uno stato di ansia determinata dal timore di perdere i genitori!
I minori non confidano questi fatti ai genitori, per timore che gli venga sottratto il cellulare, si aprono con altri coetanei che sicuramente non posseggono le competenze e la maturità per supportarli ed aiutarli. E pertanto attraverso le catene ansiogene si allarga il cerchio di minori che la notte sperimentano un sonno disturbato, temendo altri messaggi, ulteriori catene.
Tramite WA circolano anche video inquietanti che parlano di fantasmi vaganti, di bambole con occhi sgranati dallo sguardo terrorizzante, ed i ragazzi a volte per gioco sottovalutando la portata emotiva dell’invio di tale materiale, lo inoltrano.
Quando chiedo loro se si confidano con una figura adulta la risposta nella maggioranza dei casi è negativa, apportando diverse motivazioni:
· non lo dico altrimenti mi tolgono il cellulare
· i genitori non hanno tempo per ascoltarmi
· me la so cavare da solo
· in fondo sono cose di poca importanza
Oltre a catene ansiogene e video inquietanti, circolano anche filmati dal contenuto pedopornografico!
Gli adolescenti sono curiosi, li aprono, li ascoltano e condividono con altri. Pertanto vengono a conoscenza di una sessualità spogliata da ogni connotazione affettiva ed emotiva, solo mercificata!
Addirittura ho raccolto testimonianze di bambini della primaria che hanno ricevuto tale materiale senza successivamente condividerlo con un adulto significativo.
Si sta diffondendo inoltre il fenomeno del Sexting, ossia la richiesta di foto o video in pose intime , esponendo nudità parziali o totali, dietro promessa di una ricompensa in denaro o ricariche al cellulare. Le adolescenti sono sensibili e facilmente manipolate da coloro che poi si rivelano essere adulti che adescano on line i minori per poi avviarli anche all’uso di sostanze stupefacenti.
Fortunatamente non tutti cascano nelle trappole, molti cancellano i video che arrivano , bloccano il contatto, alcuni hanno la forza e la lucidità di condividere con i genitori e la catena si interrompe!
Quando incontro gli adulti per informarli sul mondo sotterraneo e pericoloso che agisce in rete, l’intento non è certo quello di incutere terrore, ansia , preoccupazione, ma soprattutto di informare e renderli consapevoli di quale strumento ambivalente sia uno smartphone o un accesso alle rete senza le dovute cautele e precauzioni.
Che fare?chiedono allora i genitori.
Penso che ogni adulto prima di tutto debba essere di buon esempio ed avere una gestione dei dispositivi digitali più consapevole e limitata. Assistiamo a scene al ristorante o per strada dove le coppie non dialogano ma chattano sul loro cellulare , con la testa china e lo sguardo catturato dallo schermo ipnotico!
La coerenza educativa è il primo passo, poi davanti a ciò che accade sui social e in rete, occorre informare, prevenire, mettere al corrente un minore di tutto ciò che potrebbe ricevere in modo che sia preparato e non si spaventi e soprattutto impostare un dialogo basato sulla fiducia, sulla condivisione e non sulla minaccia e punizione.
Il dialogo va impostato il più precocemente possibile, sin dalla scuola dell’infanzia, abituando i figli a parlare delle loro emozioni, di come stanno con i pari, e non solo cosa hanno mangiato o quanto hanno dormito.
Penso inoltre che una corretta informazione e consapevolezza, conduca a non consegnare tablet, cellulari e internet prima della scuola secondaria di primo grado, in quanto sono strumenti potenti che presuppongono una maturità cognitiva ed emotiva che i bambini non possiedono, a volte neanche gli adolescenti!
Un’altra regola aurea potrebbe essere quella di chiedere ai figli che giochi fanno on line, informarsi prima di acquistarli, condividere alcune app o guardare insieme i video che hanno maggiore successo e followers per i ragazzi…Solo avendo una piattaforma comune di conoscenze si può agire con cognizione di causa.
Riguardo ai contenuti pedopornografici che circolano in rete, penso sia importante spiegare ai figli il più presto possibile il significato della sessualità conferendole il giusto valore di sacralità e bellezza, in quanto è proprio grazie ad essa che sono nati! A volte non è facile parlare di sesso, ma può venire in soccorso la variegata editoria e bibliografia in commercio, anche sotto forma di video.
Ogni genitore e adulto ovviamente è giusto che calibri su se stesso le misure che vuole adottare, senza farsi condizionare dalla frase che i figli usano in modo mirato ed astuto per ottenere quello che vogliono: “Tutti fanno così , tutti i miei compagni hanno il cellulare…tutti…tutti…”
In realtà dietro quel “Tutti” si nasconde a volte una minoranza, altre volte anche una maggioranza, ma il punto è che il genitore dovrebbe avere chiaro quale sia il bene per suo figlio e delimitare ciò che è lecito e permesso da ciò che non lo è, all’interno di quei sani limiti e paletti che fungano da riferimento e contenimento.
Così spesso non è, sempre più frequenti sono le famiglie dove non esistono confini e barriere protettive per i figli, scambiando il permissivismo e lassismo per libertà .
Ma la libertà è una conquista, graduale, costellata di passi , evoluzioni, no, limiti, confronti costruttivi, attese silenti che i tempi maturino.
La fretta, non è mai una buona consigliera, ma il tempo storico e tecnologico in cui viviamo detta tempi stretti e veloci, mortificando a volte il naturale fiorire e sbocciare dei componenti emotivi e cognitivi dell’umano.
Possiamo invertire la rotta, rallentiamo la corsa, prendiamoci delle soste, delle pause per ascoltare e guardare negli occhi i figli imparando a tuffarci e a decifrare il loro sguardo, ne hanno bisogno, anche se apparentemente sfuggono e si ribellano.
Dedichiamo più tempo ad attività all’aria aperta, off line e non sempre on line…Il cellulare si può anche lasciare a casa ogni tanto, staccando quell’invisibile cordone ombelicale ce ci vincola ad esso! Sperimentiamo sulla nostra pelle quanto siamo dipendenti da quella piccola scatola tecnologica dove depositiamo gran parte della nostra memoria…solo prendendone consapevolezza come adulti potremo contagiare e trasmettere esempi positivi per le future generazioni.
Sono disponibile a diffondere queste informazioni presso associazioni, enti e scuole che siano interessate all’argomento!
Grazie per la lettura!
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