Sentirsi fragili fa parte dell’esperienza umana di insicurezza che tutti ci portiamo dietro, data dal bisogno di affermarsi ma anche dalla paura di sperimentare il fallimento. Tutti prima o poi sperimentiamo quel senso di insicurezza e debolezza che ci fa vacillare, chi più chi meno.
Tutti abbiamo paura di fallire ma c’è chi decide di agire lo stesso e sperimentare quel momentaneo senso di incertezza e insicurezza, e chi decide che la paura di fallire è così grande che non è tollerabile e rinuncia a tentare, magari perché ha già fallito altre volte.
La prima persona si metterà alla prova e supererà il senso di fragilità perché coltiverà le risorse interne che le permetteranno di farcela nella vita. Con il tempo quindi svilupperà maggiore fiducia in sé e imparerà a tollerare la frustrazione dell’incertezza, lavorando sulle proprie fragilità e potenziando l’autostima.
La seconda persona invece rinforzerà e darà credito al senso di fragilità che prova sentendosi sempre più impacciato e debole, non sviluppando il senso di autoefficacia ma incrementando il senso di inferiorità e impotenza che lo tormenta.
Ma cosa determina i due tipi di reazione?
Ricordiamo che persone sono sistemi complessi che interagiscono con l’ambiente, caratterizzati dalla loro personalità, atteggiamenti, comportamenti, stati mentali, stati emotivi, pensieri, modi di agire e appunto risorse e fragilità. Ma da cosa sono determinati tutti questi fattori?
Sussiste una componente biologica, cioè genetica e temperamentale che ereditiamo alla nascita e che influenzerà la nostra persona per l’intera esistenza.
Una componente psicologica come le nostre emozioni, i pensieri, il carattere, la personalità, gli schemi mentali, ecc.
Una componente sociale ovvero la cultura, l’educazione , il contesto sociale in cui siamo inseriti. La rete di relazioni in cui il soggetto è inserito influenza inevitabilmente il suo modo di essere e agire.
Possiamo dire che tutti noi abbiamo quindi delle componenti di FRAGILITA’o FATTORI DI RISCHIO, ovvero quei fattori che ci predispongono alla sofferenza come può essere un temperamento difficile e incline a perdere l’equilibrio e la stabilità. Schemi mentali rigidi e resistenti al cambiamento. Nascere in un contesto familiare conflittuale, in un contesto socio-culturale repressivo, Fare esperienze di abuso e esperienze traumatiche ecc.
Tuttavia abbiamo anche dei FATTORI PROTETTIVI o DI RESILIENZA che possono essere ad esempio un temperamento facile e predisposto a un’efficace autoregolazione e interazione con l’ambiente, una personalità flessibile e incline all’adattamento al cambiamento, buone capacità di problem solving e strategie di coping. Oppure nascere in un contesto sociale supportivo e in una famiglia calorosa e che trasmette modelli affettivi e educativi funzionali e positivi, ecc.
Fragilità e risorse interne ed esterne si incontrano e mescolano per costituire quelle che sono le peculiarità della persona e il suo interfacciarsi con il mondo e con gli altri in un modo che può essere più o meno funzionale e adattivo.
Tuttavia tutti possiamo imparare ad accogliere le nostre fragilità, accettarle e trasformarle in risorse e non in ostacoli che limitano la nostra vita. Tutto sta nella consapevolezza e accettazione di quelle che sono risorse e fragilità e nell’usare entrambe come trampolino di lancio per crescere sviluppare pienamente se stessi.
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