La vecchiaia o terza età é l'ultimo momento dell'esistenza umana e animale.
Questa fase della vita ha in sé grandi cambiamenti: la fine dell'attività lavorativa, la precarietà fisica e la constatazione del tempo trascorso. A questo punto, l'uomo comincia a sentirsi inutile e tende a lasciarsi andare, a chiudersi in se stesso, a perdere ogni entusiasmo, sprofondando nel tunnel della solitudine, limitrofo alla depressione.
Come reagire ?
Fermo restando che socialmente bisognerebbe avere strutture più adeguate e meno decadenti degli attuali "Centri Anziani", bisognerebbe continuare a provare la comunicazione con il mondo esterno: dai nostri vicini di casa, agli amici, ai conoscenti cercando così di condividere più tempo insieme e di restare vivi proprio attraverso lo scambio di idee, opinioni, fatti attuali.
Se la società non consente un nuovo inserimento nel sociale, ciascuno dovrebbe riunirsi in gruppo ed andare a proporre alle istituzioni la possibilità di svolgere attività come volontari, ad esempio: fare il vigilante fuori alle scuole quando escono i bambini, nei parchi giochi al fine di controllare che non ci siano spacciatori, fuori dalle parrocchie e così via.
Tutte queste attività, di cui ognuno potrebbe farsi carico secondo le proprie esigenze ed anche rispettando il proprio stato fisico, anche se semplici, hanno la funzione di spronare alla vita, di sentirsi ancora utili nel mondo.
Ovviamente, se non ci sono state ancora istituzioni pronte ad intervenire con l'ausilio di addetti ai lavori: psicologi, sociologi, assistenti sociali, é giunto il momento di uscire da questo torpore e cercare un miglioramento per la qualità della vita, altrimenti, cosa lasceremo ai nostri figli e ai nostri nipoti?
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