La valutazione e la riabilitazione neuropsicologica
Cos’è l’esame neuropsicologico?
L’esame neuropsicologico è lo strumento che permette di valutare le capacità cognitive del paziente. Può essere definito come il processo diagnostico mirato alla misurazione del funzionamento cognitivo di un individuo dopo una lesione cerebrale.
Quali sono i suoi scopi?
L'esame neuropsicologico fornisce informazioni sul comportamento, la personalità, le capacità cognitive, le abilità apprese e il potenziale riabilitativo delle persone che hanno subito una lesione cerebrale. Il suo obiettivo è:
- dare indicazioni obiettive sull'esistenza o meno del disturbo cognitivo;
- indicare le funzioni cognitive colpite (memoria, attenzione, linguaggio etc.) e fornire una valutazione quantitativa della gravità dei deficit, indispensabile per valutare la progressione di malattia nel follow-up;
- impostare un adeguato programma di riabilitazione cognitiva.
Come viene effettuato?
Gli strumenti utilizzati nell’esame neuropsicologico sono:
. il colloquio clinico.
- l’osservazione diretta e indiretta del paziente.
- i test standardizzati: mediante l’impiego di test, lo psicologo potrà ottenere informazioni quantitative e qualitative sulle aree cognitive danneggiate e su quelle indenni. I test cognitivi permettono di rilevare deficit neuropsicologici, che sfuggono alle indagini strumentali neuroradiologiche (es. TAC, RMN) e sono l'unico strumento in grado di rilevare in maniera valida ed attendibile la presenza di deficit cognitivi.
La riabilitazione cognitiva consiste in esercizi per le funzioni cognitive scelti ad hoc per il paziente in base alle funzioni cognitive danneggiate. Sono svolti a cadenza settimanale o bisettimanale anche al domicilio del paziente.
La stimolazione cognitiva è una forma di intervento strategicamente orientato al benessere complessivo della persona, in modo da incrementare il coinvolgimento in compiti finalizzati alla riattivazione delle competenze residue ed al rallentamento della perdita funzionale delle abilità cognitive. Per questo si rivolge soprattutto a pazienti con patologie degenerative, come l’Alzheimer (per rallentare il decorso), ma non solo: è indicata anche per anziani sani che sentono il bisogno di “tenersi in esercizio”.
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