la primera volta che ho provato a suicidarmi è stata ai 17 anni, purtroppo avevano licenziato mia sorella, e cosi è tornata a casa prima, quindi ha capito che non dormivo. ed ha chiamato l'ambulanza. non avevo lasciato nessuna lettera, semplicemente mi sono guardata nello specchio, ho detto che era finito tutto, ho pulito la casa, ed ho presso tutto l'ibuprofeno mio e il trankimazin di mia sorella. e mi sono messa a dormire al letto. quando mi sono svegliata, ho capito che aveva fallito nella vita, perche mi ero arresa, e da la , vivo sempre con questa paura, di provarci di nuovo. sento che moriro suicidandomi, provo a evitarlo, provo a pensare ad altre cose, ma non c'e giorno che non mi passe per la testa una forma di farlo... adesso, è una settimana che devo stare lontana dai coltelli, perche li vedo e mi visualizzo tagliandomi le vene...anzi, e come si sentise gia il taglio, il dolore... io ci provo a pensare ad altro, ma e ogni volta piu insistente... devo dire, che mia sorella ha provato a suicidarsi 5 volte nella vita, fino un giorno di marzo, 5 anni fa, che si è buttata di un 13 piano. ed e morta. io provo a capire per cosa ho questi pensieri, ed il problema è che solo questo conosco. mio padre era alcoolico, e si autolesionaba ogni volta che faceva casino.... purtroppo anch'io sono cosi, l'altro giorno ho preso una forbice e mi sono fata un graffio, perché solo cosi potevo mandare via della mia testa il farlo con un coltello. ma io non vorrei morire, l'unico che non so come togliermi questo della testa. non ho nessuno da chi andare, sono da sola qui a Italia, mia familia abbita a spagna, qui non ho amici, solo un ex fidanzato che non voglio farlo sapere come mi sento, perche non voglio che pensi che lo faccio per richiamare la sua attenzione. vorrei chieder aiuto, ma non so a chi... che qualcuno mi dia una mano perfavore...
Salve Andra, la sua storia di tentativi di suicidio e frequenti pensieri suicidari mi ha molto colpito, e riesco a malapena ad immagire il dolore che prova e anche la paura che vive costantemente. Altre volte mi sono imbattuto in casi che ricordano il suo, e nella letteratura clinica è frequente incontrare fratelli e sorelle che seguono un proprio fratello o una propria sorella che sono precedentemente morti, soprattutto se attraverso il suicidio. Come se avendo, il proprio fratello/sorella, rinunciato alla vita, chi sopravvive sentisse di non avere diritto di vivere la sua e sentisse quindi una sorta di richiamo verso la morte. La domanda che di frequente si incontra è questa: come posso io vivere una vita piena e felice quando mia sorella non ha potuto vivere la sua? C'è poi da capire cosa abbia indotto sua sorella a togliersi la vita.... e la causa potrebbe avere a che fare con i suoi pensieri di morte. Altro punto di grande rilievo è la vita di vostro padre, con i suoi problemi che inevitabilmente sono collegati a quelli di qualcuno della sua di origine.
Con le Costellazioni Familiari, un metodo terapeutico di lavoro in gruppo sviluppato da Bert Hellinger, questo casi trovano talvolta una risoluzione, potendo risalire a ciò che ha avviato la sequenza di eventi che generazione dopo generazione spinge, talvolta inspiegabilmente, i discendenti a togliersi la vita o a ripetere il destino infelice di chi li ha preceduti.
Se veramente lei sente di non voler seguire questo destino, e di volersi opporre al richiamo verso la morte, prenda seriamente in considerazione un percorso psicoterapeutico e psichiatrico; i moderni psicofarmaci sono un valido sostegno per interrompere i pensieri insistenti che occupano la mente, e sottraendosi a quelli è possibile svolgere un buon lavoro terapeutico.
Le auguro ogni bene.
Firenze
Il Dott. Enrico Ruggini offre supporto psicologico anche online
Buonasera Andra!
La invito a cercare di pensare che può esserci una soluzione alternativa al pensiero legato all'angoscia di morte.
E' capitato anche alla sottoscritta di provare un vuoto, un dolore così grande di fronte alla morte inevitabile delle persone e degli animali cari....
Ma ognuno prende i lutti e i disastri della vita a modo proprio, è vero. A volte vivere deve essere davvero duro. Mi creda la posso capire. Abbia coscienza che per persone come me, sia come dottoressa che come donna, hanno stima di Lei, Andra, in quanto donna sensibile in cerca di un conforto e di un sostegno incondizionato.
La invito a contattare al più presto uno psicoterapeuta o semplicemente uno psicologo che la aiuti il più possibile a sentirsi al centro della sua attenzione, perchè Lei è importante per se stessa soprattutto e per gli altri poi. Noi stessi e gli altri andiamo di pari passo.
Quando ci si sente soli, il primo quasi insormontabile sforzo e è cercare qualcuno che può ascoltarci.
Mi ricontatti al più presto. L'abbraccio forte,