Con obesità si intende una malattia cronica caratterizzata da un accumulo anormale o eccessivo di grasso nel tessuto adiposo tale che la salute ne può essere danneggiata.
Utilizzando il parametro dell'Indice di Massa Corporea (IMC) o Body Mass Index (BMI), si definiscono obesi i soggetti con BMI ≥ 30 e quindi con un elevato rischio di malattia (soprattutto diabete di tipo 2, dislipidemia, ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari) e di morte.
La prevalenza del sovrappeso e dell’obesità, pur avendo mostrato un incremento costante dopo la seconda guerra mondiale, negli ultimi dieci anni è aumentata in modo preoccupante non solo nei paesi sviluppati, ma anche in quelli in via di sviluppo, tanto che nel 1998 l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per descrivere questo fenomeno, ha coniato il termine “epidemia globale dell’obesità”.
In Italia, secondo l’ultima indagine ISTAT del 2000, la prevalenza del sovrappeso e dell’obesità è rispettivamente del 33,1% (41% negli uomini e 25,7% nelle donne) e del 9,7% (9,5% negli uomini e 9,9% nelle donne).
La condizione di obesità è determinata e mantenuta da più fattori di tipo diverso, quindi anche il suo trattamento dovrà essere orientato su più aspetti, come confermano i risultati delle ultime ricerche scientifiche in questo campo.
Si deve, prima di tutto modificare lo stile di vita, intervenendo sugli aspetti nutrizionali con una prescrizione dietetica moderatamente ipocalorica e a basso contenuto di grassi, e aumentando i livelli di attività fisica.
Per raggiungere l’obiettivo del mantenimento del peso perduto a lungo termine, che è il vero obiettivo e la difficoltà maggiore nella cura dell’obesità, è necessario interviene anche sui fattori di tipo cognitivo-comportamentale, ovvero legati al comportamento e ai processi mentali. Essi comprendono imparare a monitorare e gestire l'alimentazione, il peso e i livelli di attività fisica, migliorare le abilità di fronteggiamento dello stress e delle situazioni ad alto rischio, imparare strategie più efficaci per il superamento dei problemi, modificare le proprie abitudini nel senso di un maggiore equilibrio tra doveri e piaceri, in particolare con una maggiore attenzione ad attività gratificanti e piacevoli, per rompere l’associazione tra cibo e fonte di gratificazione, riconoscere e superare emozioni disfunzionali, soprattutto negative, e riconoscere e ristrutturare pensieri e convinzioni disfunzionali su attività fisica, peso e forme corporei.
Questo rende chiaro come nella cura dell’obesità sia fondamentale il ruolo dello psicologo, accanto agli interventi classici di professionalità quali il medico e il dietologo o dietista.
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