Le nevrosi ossessive sono costituite da reazioni emotive caratterizzate dall’intrusione di pensieri insistenti, continui e non desiderati, o da spinte ad agire anch’esse indesiderate, le cosiddette coazioni.
I tratti del carattere ossessivo possono presentarsi in forma appena sfumata e, a volte, anche utile alla persona; la loro massima esagerazione porta invece, disagi e limitazioni, a volte gravissimi. Alcuni tratti molto frequenti sono: l’amore per l’ordine e la perfezione che in alcuni casi, può portare alla tendenza a collezionare oggetti, la diligenza, la precisione, la preoccupazione per il dettaglio, la mania di tenere le cose al proprio posto. Entro certi limiti tutto ciò può essere utile è desiderabile tuttavia, quando ogni energia della persona è impegnata nel raggiungimento di un solo scopo (come può essere quello della pulizia), quelle che potevano essere considerate qualità positive, si trasformano in forme di fanatismo tale da assorbire ogni interesse e da cancellare ogni altra soddisfazione. Altre caratteristiche sono: l’eccessiva serietà, coscienziosità, senso del dovere, un rigido moralismo, la scarsa libertà di pensiero, di immaginazione e di espressione delle proprie emozioni, lo scarso senso dell’umorismo. E ancora l’obbedienza alle regole più banali e alle convenzioni sociali, dove non c’è spazio per le sfumature nella percezione e definizione della realtà, né tanto meno per i compromessi. Tutto questo ha un suo costo in termini di energia psichica e implica una buona dose di fatica, poiché nulla può essere preso alla leggera o lasciato al caso. All’apparenza l’individuo ossessivo può sembrare estremamente sicuro di sé, mentre interiormente coltiva un forte senso di inadeguatezza.
Altra caratteristica importante è la continua presenza di dubbi e insicurezze, le responsabilità, i cambiamenti, i problemi e le complicazioni più piccole, possono suscitare angoscia, tanto che la persona tende a rimandare di continuo gli impegni, ha indecisioni tormentose e una forte dipendenza emotiva dagli altri, anche se solitamente ben mascherata. Presentandosi impeccabile e serio, l’ossessivo erige una facciata dietro la quale si insinuano forti dubbi e segreti bisogni di appoggio. L’intera sua vita può essere perseguitata dal dubbio, che può riguardare azioni, pensieri, osservazioni, ricordi e i propri stessi sentimenti. È tipico il ritornare sui propri passi per controllare, ad esempio, se la porta è stata chiusa nel modo giusto, se la luce è spenta e così via.
La nevrosi ossessiva vera e propria è caratterizzata dai comportamenti che ho finora descritto ma spinti all’eccesso; è un disturbo che può presentarsi sia nell’infanzia che nell’età adulta, ma l’incidenza maggiore è tra i 15 e i 25 anni. . Quando subentra un attacco ossessivo, si distinguono dei quadri particolari con episodi di dubbio estremo, ruminazioni continue, crisi di “orribili tentazioni” e le coazioni ad agire.
Il dubbio ossessivo può riguardare se stessi o ad esempio l’amore del coniuge, la fedeltà di un amico etc.
La ruminazione riguarda considerazioni sottili e spesso astratte, riguardanti qualche particolare apparentemente insignificante della vita di ogni giorno. Nelle crisi di tentazioni orribili, si ha un pensiero insistente che spaventa moltissimo l’individuo, per esempio può essere assalito dall’idea di uccidere qualcuno, specie una persona cara. Il passaggio all’azione di norma non si realizza, ma il timore è così forte da limitare la vita della persona.
La coazione infine, interessa oltre che i pensieri, anche gli atti: essa è una necessità insistente, ripetitiva e molesta, che induce a compiere azioni contrarie alla volontà e ai desideri coscienti della persona. Il comportamento diventa così un rito al quale non ci si può sottrarre senza essere colti da uno stato di disagio e irrequietezza. Frequenti coazioni sono quelle di lavarsi ripetutamente, di toccare un numero determinato di volte certi oggetti o di evitare di toccarli. L’ossessivo prima di andare a dormire deve compiere un certo numero di azioni e tutte nello stesso ordine, se viene colto dal dubbio di non avere fatto nel modo giusto qualcosa deve ricominciare tutto daccapo. È chiaro che tutte queste elaborazioni del comportamento complicano e limitano sempre di più la vita, in certi casi, l’individuo viene interamente assorbito dai suoi sintomi e vive in uno stato di profonda disperazione. Quando cerca di resistere alle coazioni, si presentano altri sintomi che vanno a costituire una crisi d’ansia; la persona si sente venir meno, trema, ha le vertigini, suda e alla fine cede per potersi sentire subito meglio.
Da un punto di vista della psicologia dinamica, la persona che soffre di questo disturbo presenta sentimenti ambivalenti che alimentano il dubbio e di cui non è solitamente consapevole. Mette in atto strategie difensive nei confronti di impulsi e desideri, sentiti come proibiti, che rifiuta e verso cui prova una profonda vergogna esercitando, di conseguenza, un disperato bisogno di controllo su di essi. Tali proibizioni interne hanno una qualità rigida e implacabile. Il bisogno di controllare il proprio mondo emozionale e di conseguenza il mondo esterno, spinge l’individuo alla propensione per il pensiero magico e alla confusione tra pensiero ed azione, come se avessero la stessa valenza. I meccanismi inconsci che ho descritto, trovano terreno fertile in un contesto educativo particolarmente rigido da un punto di vista morale, che fa da humus per l’ergersi di barriere interne alla percezione di bisogni ed impulsi, per così dire vietati.
La Psicoterapia come metodo di cura, aiuta la persona a prendere consapevolezza degli aspetti di sé rifiutati e su cui ha posto inconsciamente un veto. Ciò di conseguenza, implica lo sbrigliamento delle energie psichiche intrappolate nei meccanismi difensivi di controllo, energie che gradualmente saranno disponibili per la realizzazione e soddisfazione di aspetti importanti dell’esistenza dell’individuo.
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