Salve,
circa 3 anni fa ho avuto una sorta di "relazione" di qualche mese con un uomo sposato. Io ne avevo 25 e lui sui 40 (straniero). Questa persona ha cercato fin da subito ad avvicinarsi a me per diventare mio amico, all'inizio io ero un po' scettica e tendevo a non dare molta confidenza. Poi tutto iniziò quando un giorno molto triste e scoraggiata gli raccontati del perché del mio stato d'animo che solo lui a quanto pare se ne accorgeva. Aggiungo che eravamo colleghi di lavoro. Da quel mio sfogo parte la nostra amicizia. Ha svolto per me un ruolo molto importante incoraggiandomi, ascoltandomi e lusingandomi tutti i giorni su quanto fossi una persona speciale e sorprendente. E devo dire che mi ha aiutato davvero tantissimo perché ho man mano ripreso la sicurezza in me stessa risollevandomi da un terribile periodo. Nemmeno lui se la passava bene in quanto aveva problemi coniugali in quando la moglie e la bambina erano nel loro paese di origine.
Sta di fatto che il nostro rapporto di amicizia va avanti e diventa sempre più intenso fino a scambiarci messaggi in cui mi diceva che ero molto bella, fantastica finendo a dirci che eravamo l'uno l'anima gemella dell'altra (non tanto inteso in senso amoroso ma in quanto individui che si davano supporto). Io lo riaccompagnavo spesso in auto a casa e lui era solito stringermi la mano e abbracciarmi. Non c'è mai stato nulla di fisico fino al giorno prima che lui partisse per sempre in cui ci siamo baciati molto a lungo e abbiamo trascorso tutto il giorno insieme. Poi abbiamo continuato a scambiarci mail e messaggi molto molto dolci.
Mi ero molto attaccata a quella persona, lo vedevo come un punto di riferimento, mi aveva ridato la felicità che non avevo più, mi aveva fatto scoprire, con i suoi discorsi incoraggianti, una me che avevo perso e per la quale perdita soffrivo. Sapevo che non ci sarebbe potuto essere nulla tra noi se non qualcosa di platonico. Non volevo che lui lasciasse mai la moglie, ci mancherebbe. Sapevo che anche io ero molto importante per lui e che in maniera indiretta lo aiutavo tantissimo dato tutto ciò che mi diceva.
Sta di fatto che poi la moglie l'ha scoperto leggendo i nostri messaggi e non so se poi abbia chiesto il divorzio.
Io da allora vivo con questo senso di colpa terribile, non riesco a perdonarmi perché mi dico che è tutta colpa mia e che non dovevo fare accadere una cosa del genere. Però d'altro canto penso che anche lui ha sbagliato, forse anche più di me, perché era lui più grande e quello sposato.
Vorrei tanto perdonarmi e vivo anche con l'ossessione che prima o poi il passato viene a trovarci per farci scontare le pene.