Buongiorno,
avendo pur nel profondo disagio di entrambi un confronto e non la negazione, potrebbe chiedere al suo partner di intraprendere un percorso di supporto psicologico insieme.
Se lui dicesse di no sarebbe altrettanto utile lei lo faccia individualemente, per se stessa.
Le scelte dell'altro, soprattutto quelle che esprimono disagio, non dipendono da noi ma dalla personalità e storia individuale della persona.
Comprendo il suo disagio ma non credo le sia utile chiedersi cosa fa lei di sbagliato o di meno rispetto alle prostitute.
E' facile comprendere che più che una questione di prestazione sessuale la ricerca di situazioni trasgressive o a pagamento riguardi più l'atmosfera che si crea, la compulsione, l'uso della donna, il senso di "libertà", l'allontamento dalla dimensione relazionale-istituzionale.
E' importante concentrasi sulla dimensione relazionale di coppia ed emotiva individuale più che su quella prestazionale.
Rispetto alle infezioni ovviamente la sua più che una preoccupazione medica- sanitaria è una preoccupazione legata al senso di "sporcizia", di "pudore" e quindi di fastidio rispetto al suo partner come uomo e poi di riflesso anche come padre.
Se ritiene che sia un buon padre e che lei è delusa come moglie, provi a non mescolare i ruoli, se invece ha timori anche della relazione tra padre e figlie ne parli sia con lui che con un professionista.
Provi a pensare a un sostegno, a non chiudersi, a non offrire anche lei prestazioni fisiche ma a prendersi cura di se stessa e della sua famiglia.
Le auguro di cuore di sentirsi presto più serena, e supportata