Una nota poesia di S. Quasimodo "Ognuno sta solo nel cuor della terra trafitto da un raggio di sole, ed è subito sera" sintetizza il problema della solitudine che esiste come realtà, come "statu quo" in ogni essere umano.
Bisogna sempre ricordare che si viene al mondo da soli e si finisce l'esistenza da soli. Spesso rimanere con se stessi spaventa, in quanto non si è abituati a percepirsi, a restare in dialogo con il proprio io ed il proprio inconscio, eppure è proprio questa comunicazione interiore, che impedisce di vivere il dolore che può dare la solitudine.
Ognuno può sentirsi solo anche in compagnia di persone che conosce, anche degli stessi amici, perchè questo tipo di "disagio", se tale può definirsi, deriva sempre da uno stato d'animo personale mai superato. Ci si arrocca in una forma di chiusura o si avverte questo isolamento e, talvolta, non si riesce a superare la paura di star soli. Per star bene, bisogna ascoltarsi, percepire i propri odori, le proprie sensazioni, nella unicità e non sempre nella relazione con l'altro o con gli altri. E' questa capacità che non fa entrare nel tunnel della solitudine e che consente una migliore qualità di vita di relazione con il mondo esterno, prossimo o lontano.
Dottoressa Maura Livoli
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