Mentiamo oggi come hanno mentito tutte le generazioni di esseri umani che ci hanno preceduto fin dalla preistoria. Al centro delle vicende che hanno scandito e disegnato la storia dell'uomo c'è spesso la menzogna e nella società contemporanea le cose non sono cambiate. Il camuffamento della realtà è "un'arte"che l'uomo ha appreso dalla natura, maestra d'inganni, come il mimetismo animale, i miraggi, l'arcobaleno.
La menzogna può essere definita una scelta deliberata e non dichiarata di trarre in inganno, ma anche un'arma di difesa e di attacco che ha le sue origini nell'inconscio, ma è indispensabile l'intenzionalità perchè una bugia sia considerata tale, si può dire il falso senza essere bugiardi perchè non consapevoli.
Un comportamento che induca qualcuno in errore o che susciti una falsa convinzione, senza che esista nel comunicante una corrispondente intenzione ingannatoria, non può essere definita una menzogna. L'elemento strutturante indispensabile è l'intenzionalità.
Ci sono diversi modi di mentire e diversi tipi di bugie:
- dissimulare, cioè occultare informazioni vere
- falsificare, cioè presentare informazioni false come se fossero vere
- sviare i sospetti, ammettendo un'emozione ma indicandone una causa falsa
- mentire dicendo la verità, cioè trarre il deatinatario in inganno ammettendo la verità in modo esagerato o umoristico
- dissimulare a metà, ammettendo solo parte della verità
- eludere la domanda
Nella vita sociale ci capita di inviare messaggi dal doppio significato, nascondiamo i veri sentimenti, compiamo ammissioni importanti, mentiamo con allusioni e ambiguità.
Si possono distinguere "bugie transitorie" legate alla situazione, all'appartanenza ad un ruolo, all'età, dalle"bugie caratteriali" più stabili e ricorrenti, legate alla storia del bugiardo e ai suoi rapporti con la realtà.
Il fine della bugia potrebbe non essere quello di negare o offendere la verità, ma la si dice per ottenere uno scopo, per aggirare degli ostacoli. Nelle famigle e negli altri gruppi, le informazioni che ci mettono a disagio, alcuni aspetti della comune realtà che percepiamo come disturbanti, possono venire abitualmente negati attraverso un tacito accordo. La vita sociale è in genere facilitata dalle bugie, una tranquilla interazione sociale richiede che non si facciano sfide ad ogni piccola insincerità.
In caso però di veri e propri inganni che potrebbero causarci dei danni, la capacità di rilevare le menzogne è evidentemente un punto di forza. Un buon rivelatore di menzogne è la voce, in quanto è difficilissimo nascondere alcuni cambiamenti che intervengono nella voce quando si provano delle emozioni; i movimenti del corpo possono lasciar trasparire indizi importanti perchè sono difficili da controllare e spesso non ce ne preoccupiamo perchè impegnati a soppesare le parole. Per quanto riguarda il volto, la mimica facciale è un sistema duplice, volontario e involontario, le complesse espressioni del volto possono quindi contenere indizi di menzogna: microespressioni, espressioni soffocate, segni che trapelano attraverso i muscoli facciali meno controllabili, asimmetrie, rossore, pallore, ammicamento, dilatazione delle pupille. Spesso l'indizio più efficace si rivela la discrepanza tra ciò che rivelano le parole, la voce, i gesti e l'espressione facciale.
Le menzogne posssono fallire per i motivi più vari: non avere previsto quando insorge la necessità di mentire, non avere inventato una storia che si adatti a nuove circostanze, non ricordare la linea di condotta adottata. Errori possono essere causati anche dalle difficoltà di nascondere o mascherare emozioni come il senso di colpa, la vergogna, ma anche emozioni positive come il piacere della beffa che possono manifestarsi nell'espressione del viso, nella voce o nei movimenti del corpo; anche quando si riesce a non farle trasparire, lo sforzo per impedirlo può dar luogo ad indizi che fanno sospettare l'inganno.
Soggetti con alto livello di Machiavellismo (definito come la disponibilità a manipolare gli altri senza scrupoli) ricorrono alla menzogna più facilmente e con meno problemi di ansia e senso di colpa, tendono ad essere più persuasivi e convincenti. Alcune persone invece sono particolarmente vulnerabili all'apprensione di essere scoperte, al contrario altri sono "attori nati", non provano ansia all'idea di essere scoperti e si fidano dell propria capacità di ingannare il prossimo.
Quando le bugie alienano la realtà, diventano sintomo di disadattamento profondo: inventando, nascondendo, esagerando, negando, il bugiardo patologico cerca di coprire o ignorare certi suoi lati oscuri e dolorosi conflitti che gli creerebbero un'intensa angoscia.
In conclusione, la bugia è un comportamento abbastanza presente nella vita di ognuno, la sua valutazione varia a seconda delle circostanze: è tollerata in particolari situazioni (bugie dette per non far soffrire, per mantene o ottenere un posto di lavoro, per tutelarsi) e non giustificata in altre (mentire per il piacere di farlo e a scopo di lucro). Ottenere ciò che si vuole, nascondersi e creare problemi sono considerati i principali scopi della menzogna. La considerazione della menzogna dipende anche dalla persona a cui è detta la bugia e quindi dalla relazione che lega il mentitore e la "vittima"
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