Numerosi malesseri di tipo psicologico, hanno a che fare con l’amore.
In genere quando si pensa all’amore, è automatico pensare alle relazioni di coppia, perchè sono quelle che attirano maggiormente la nostra attenzione sia positivamente che negativamente, ma assieme ad esse ci sono legami altrettanto importanti che condizionano i nostri vissuti emotivi come quelli tra genitori e figli, tra fratelli, tra parenti, tra amici, tra conoscenti e tra noi e il mondo animale.
Occorre fare una premessa fondamentale, il nostro vissuto sull’amore, si rifà alle prime esperienze affettive, ovvero il modo attraverso cui ci siamo sentiti più o meno amati, influenza di conseguenza il nostro modo di stare all’interno dei legami. Numerosi studi hanno confermato che quando non ci si sente pienamente accolti dalle figure di riferimento primario, o si ricevono cure insufficienti o inadeguate, l’amore può essere percepito con insicurezza, e si possono creare nel bambino delle ferite, che inevitabilmente condizioneranno il suo modo di vivere le esperienze affettive future. Nello specifico, dei genitori molto amorevoli ma inconsapevolmente controllanti o manipolatori, oppure incapaci di vedere il figlio per come realmente è, o considerarlo come una parte di se, piuttosto che come entità autonoma, possono indurre delle reazioni difensive nel figlio, che cresce cercando di essere diverso da ciò che realmente è, o imparando ad assumere atteggiamenti utili a compiacere i genitori e con l’intento di farsi bene o schivando l’altro, per non esser ferito.
Questi sono solo pochi dei numerosi esempi utili a dimostrare che una grande quantità delle problematiche relazionali che presentano le persone, hanno origine dalle ferite del cuore, spesso avvenute inconsapevolmente durante l’infanzia, ma che con la crescita si manifestano con sintomatologie quali, senso di vuoto, ansia, fobie, attacchi di panico, dipendenze o depressione, e che nella relazione con l’altro presentano insicurezza, diffidenza, e difficoltà ad amare e ad essere amati.
Curare queste ferite non è semplice, soprattutto se ci si aspetta che lo debba fare l’altro. Spesso è proprio nell’incontro con l’altro che si rivive, attraverso una serie di incastri relazionali spesso inconsapevoli, un modo di amare disfunzionale che ci riporta a galla ferite ancora aperte. Solo attraverso un profondo lavoro di consapevolezza di noi stessi e della nostra storia, e con l’aiuto di un professionista, è possibile far emergere e accogliere queste ferite.
Quando si riesce a portare fuori questo dolore, senza evitarlo, trasformarlo o bloccarlo, si può prendere consapevolezza della forza che si manifesta nell’accettarlo; questo passaggio può avvenire imparando ad accogliere con affetto, le proprie parti intime ferite.
Amare sé stessi, significa imparare a darsi cose buone, a prendersi cura di sé in modo benevolo, ad ascoltarsi e ad allontanare ciò che fa star male. L’amore per noi stessi determina uno stato di benessere, che ci aiuta ad essere ciò che siamo, perché ci accettiamo e non abbiamo bisogno di essere diversi da come siamo, per sentirci voluti bene.
Questo stato di benessere si riflette automaticamente anche nella relaziona con l’altro, perché il nostro atteggiamento sarà meno difeso, e più sincero, aperto verso nuove esperienze e capace di scegliere non più in funzione del bisogno dell’altro, ma del piacere o meno nell’averlo vicino. Il più grosso regalo che possiamo farci, è pertanto prenderci cura di noi, e laddove da soli non riuscissimo a farlo, cercare l’aiuto di un professionista ci potrà aiutare a incartare questo meraviglioso dono.
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