I segreti alla base delle relazioni con gli altri

Nella vita di tutti i giorni siamo immersi nelle relazioni con gli altri: relazioni famigliari, sentimentali, di coppia, sessuali, di amicizia, di vicinato, di lavoro.

Su cosa si basano le relazioni con gli altri?

Non importa di che natura e profondità siano le relazioni umane, tutte condividono una base comune nella loro natura fondamentale: aver bisogno dell’altro, proprio perché siamo umani. I rapporti che costruiamo nella nostra vita sono solo in piccola parte fondati su aspetti razionali e dunque coscienti; una porzione molto più consistente è basata su ciò che non è conosciuto, quindi sulle emozioni più profonde, non controllate dalla ragione.

L'incontro con l'altro: un evento definito da un gioco di ombre.

Immaginiamo una persona che cammini di notte lungo una via illuminata dalla luce dei lampioni. Immaginiamo ancora che la sua sagoma, proiettata sul terreno, trattenga con sé buona parte dell'essenza di quella persona, a lei stessa non nota. Nel momento in cui questa persona interagirà con chi incontra lungo il suo cammino sarà consapevole solo di una piccola parte di sé, perché la restante sarà non conosciuta e con radici in un passato lontano.

Le relazioni interpersonali sono dunque uno spazio di incontro tra aspetti in piccola parte sotto il controllo del pensiero e della volontà.

Sembrerebbe dunque un'impresa ardua gestire efficacemente i rapporti interpersonali, ma l'esperienza insegna che, ognuno con i propri mezzi, siamo dentro le relazioni, magari usando strategie di difesa non consapevoli per tenere a bada gli effetti delle “ombre”.

Ho individuato alcune figure simboliche che rappresentano modelli relazionali tipici. Ve le propongo:

Il castello medioevale.

Alcuni tipi di relazioni vissute nel passato, in famiglia, possono aver lasciato tracce di timore/paura per cui la modalità di entrare in relazione con gli altri è simile a quella degli abitanti di un castello medioevale che alzano il ponte levatoio e ne proteggono l’accesso con un fossato di coccodrilli.

La maschera.

Altre tracce di relazione del passato fanno sì che ci si senta definiti dagli altri in modo rigido e quindi non liberi di esprimersi per ciò che si sente di essere veramente, come se si indossasse una maschera che gli altri ci hanno disegnato addosso.

Il fuggiasco.

E’ la caratteristica di chi, a partire da esperienze personali lontane e dimenticate, vive le relazioni come qualcosa che toglie spazio vitale, che mette a rischio la propria individualità e dunque vede come unica soluzione l’allontanamento dalle relazioni durevoli.

Il dipendente.

E' colui che sente che il proprio valore e dunque la propria autostima dipendono da ciò che gli altri pensano di lui: si sentirà quindi importante se avrà qualcuno accanto a sé, magari di prestigio sociale, e, al contrario, si percepirà senza valore se questo non avverrà.

Il filo d'oro.

Alcune relazioni sono attraversate da un invisibile filo d'oro: sono quelle basate sull'ascolto, la reciprocità, la condivisione, l'intesa emotiva.

Le capacità relazionali si possono apprendere; coltivare buoni rapporti interpersonali è possibile.

Vi aspetto per approfondire il tema con il prossimo articolo.

 

 

 

 

 

 

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