Un antico proverbio recita: - buone recinzioni fanno buoni vicini – e ci introduce subito dentro la necessità, per ognuno di noi, di porre i giusti confini con il prossimo, senza erigere muri o arrivare alla rottura delle relazioni.
Riuscire a trovare una modalità armonica implica incontrare l’altro, ma non dimenticarsi di se stessi e soprattutto prevenire il rischio che gli altri ci feriscano o ci sfruttino.
E se fossimo proprio noi, poi, a distribuire in modo inconsapevole, dei messaggi non verbali che autorizzano gli altri all’invasione?
Altre volte, possiamo in prima persona, non essere sensibili ai confini altrui o peggio ancora, possiamo ignorare quelli che sono i limiti rispetto a noi stessi.
In quest’ultimo caso, per esempio, rischiamo di metterci sempre più sotto pressione, aumentare la nostra insoddisfazione e velocemente precipitare in qualche malessere caratterizzato da stanchezza, apatia, rimuginazione continua ecc.
Lo stesso S. Tommaso d’ Aquino era solito dire : - non si può vivere una vita priva di piacere –
Capita che si provenga da un’infanzia dove sulla propria pelle si è sperimentata una scarsa modulazione genitoriale nel porre dei limiti; si assiste spesso a racconti di vita quotidiana in cui le esplosioni o le implosioni sono le uniche modalità conosciute ed entrambe lasciano i bambini con un certo senso di colpa e soprattutto privi di una sufficiente capacità di comprendere l’importanza dei limiti.
La pubblicità ed i suoi media in genere, con immagini accattivanti ci spingono ad esigere da noi stessi ben oltre i nostri limiti. Uno degli slogan trasversali è per esempio : - pensa in grande - .
Questi due fattori, familiari e sociali aprono al rischio di una vita condotta senza sentirsi mai all’altezza e perciò votati all’infelicità.
Al contrario, chi si focalizza sui risultati raggiunti vive uno stato di grazia e serenità.
Detto ciò, vale la pena chiedersi : - in quale area della mia vita è maggiormente necessario porre la mia attenzione, perché mi sembra che proprio lì si percepiscano le mie maggiori difficoltà a rispettare dei confini…..Un’altra domanda interessante può essere : - come possiamo fare per riconoscere per tempo che stanno o stiamo per superare i nostri o gli altrui limiti?
A quale percezione possiamo affidarci per percepire il superamento dei limiti?
D’altra parte possiamo facilmente essere tratti in inganno, infatti, alcune volte, l’agire ci mette le ali ai piedi e ci può infondere anche una gioia profonda. Possiamo così sperimentare una euforica e galvanizzante sensazione di essere così immersi in quello che stiamo facendo da diventare dimentichi di tutto…..
Come possiamo cercare, allora, di restare all’interno dei nostri limiti anche in queste situazioni solo apparentemente strapositive?
Nel recuperare un ascolto profondo di noi stessi, del nostro corpo, solo così si arriva a riflettere su alcuni prezzi che la nostra salute paga, per esempio con eccessi di cibo, di fumo, o con alcune mancanze quali quelle di insufficiente riposo, di insufficiente sonno, di una insufficiente e scadente qualità dell’alimentazione……e così nel riflettere sulla nostra salute psicofisica, è possibile che ci rendiamo conto che da soli non ce la faremmo mai ad invertire la rotta.
Richiedere l’aiuto di uno psicoterapeuta per sbrogliare la matassa sempre più intricata, significa riprendere il filo di un discorso con le profondità del nostro Se’ e con il nostro corpo, alla ricerca di un migliore adattamento, dove i confini tra noi e gli altri diventino chiari, nitidi senza tuttavia la rigidità che precede relazioni da evitare e/o da distruggere.
Chi non trova per sé un buon adattamento rischia, infatti, di perdersi nel tentativo di raggiungere i suoi pur motivanti e frizzanti desideri.
Una metafora per tutti: a quante regole (autostradali) ci dobbiamo adattare se vogliamo andarcene in giro con la macchina per le strade del mondo?
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