Bambina 11 anni non ha amiche

Olga

Buongiorno,
Ho due figli tra cui una bambina di 11 anni la quale é sempre stata molto timida, e dai tempi dell'asilo ha sempre fatto fatica a fare amicizia con le bambine.
Alle elementari faceva parte di un gruppo di altre 4 bambine che però la mettevano sempre in disparte e non la cercavano mai per giocare. Adesso siamo alle medie e speravo in una svolta, speravo che potesse trovare almeno una amichetta con cui condividere lo studio e il tempo libero. In un primo momento sembrava che avesse trovato qualcuno ma...niente.. anche questa volta l hanno messa in disparte. .tanto che quando chiede alle sue compagne i compiti per il giorno dopo non le rispondono nemmeno. Io ho sempre cercato di creare situazioni con gli altri genitori, in modo che lei potesse socializzare un po di più....ma non é servito a niente. Segue danza classica da quando aveva 5 anni ma anche con le compagne di danza non é riuscita ad instaurare nessuna amicizia importante. Sono molto preoccupata perché vedo che lei ci rimane male. Grazie per le vostre risposte

8 risposte degli esperti per questa domanda

Buon giorno, leggendo la sua domanda mi chiedevo, prima di poter provare ad aiutarla, quali sono i rapporti tra i due fratelli?, inoltre mi piacerebbe capire se anche sua figlia esprime il desiderio di avere più relazioni amicali con compagne/amiche?

La invito inoltre a tenere presente che per un bambino/preadolescente spesso è molto più importante quello che succede dentro casa piuttosto che ciò che accade fuori. Solo per fare alcuni esempi, sono determinanti il rapporto con i genitori, fratelli, nonni, etcc.. siamo degli esempi non sempre del tutto consapevoli di esserlo.

Grazie

Buongiorno Olga,

la timidezza è un tratto caratteriale condiviso da molte persone e spesso proprio dai bambini, che può solo in parte evolvere e cambiare con l'età. Purtroppo, con l'arrivo dell'adolescenza, alcuni tratti potrebbero anche acuirsi. In realtà ci sono diversi motivi che portano alla costruzione di un certo tipo di personalità (genetici: quindi innati; familiari; ambientali: cioè relativi alle esperienze che si fanno). E' quindi fondamentale individuare, tramite dei colloqui con un esperto, quali siano state queste ragioni nella storia della sua bambina. Per quanto la ragazzina senta di essere "messa da parte" e viva questo con sofferenza, andrà aiutata a capire i suoi movimenti di ritiro, che la portano inconsapevolmente ad aumentare la sua situazione di isolamento. Si potrà poi elaborare una strategia che l'aiuti a cambiare la sua modalità di relazionarsi agli altri e superare gradualmente il problema.  In questa fase di quarantena forzata, poi, sarebbe ancora più importante avere delle amiche con cui scriversi o vedersi per chiacchierare online, qualche volta, con il monitoraggio dei genitori (perché - ricordiamolo - un minorenne va sempre aiutato dagli adulti ad usare la tecnologia in modo corretto e non rischioso). Quando sarà possibile le consiglio di considerare un consulto per aiutare sua figlia ad affrontare questo problema. L'obiettivo dev'essere innanzitutto quello di abbassare il suo livello di sofferenza. Io ricevo a Monza. Se desidera sono disponibile anche per un consulto online, almeno per voi genitori, dal  momento che in questo periodo siamo costretti, se non per urgenze, a rimanere a casa.

Molti auguri

Dott.ssa Francesca Fontana

Dott.ssa Francesca Fontana

Monza e della Brianza

La Dott.ssa Francesca Fontana offre supporto psicologico anche online

Buongiorno 

Dal racconto che fa della situazione sembrerebbe una bambina timida e isolata mi domando se anche nel contesto familiare sia cosi. Le relazioni amicali si costruiscono nel tempo e necessitano della volontà di entrambe le persone, mi chiedo se in realtà avere amiche sia un desiderio di sua figlia e cosa fa di concreto perché si realizzi. Credo che sia utile che lei parli con sua figlia dell'argomento, che si faccia raccontare e che possiate insieme valutare quali possono essere i suoi atteggiamenti che allontanano i coetanei. Non serve preoccuparsi ma agire perché la situazione possa cambiare ed evolvere

Buonasera signora, comprendo profondamente la preoccupazione per la riservatezza estrema di sua figlia, delle volte i bambini hanno modalità molto diverse dagli adulti per esprimere le loro preoccupazioni, le suggerisco pertanto di provare a prodigarsi di meno, a lasciare che sia lei a gestire la creazione di relazioni con i coetanei, questo accorgimento potrebbe essere sufficiente a comunicare a sua figlia un'allentamento dell'ansia e favorire una maggiore disponibilità a stringere amicizie, naturalmente vegliando da lontano con la sua sensibilità di madre. Se dovesse cogliere comunque segnali di disagio da parte di sua figlia, anche sotto forma di confidenze e lamentele, potrebbe chiederle se c'è qualcosa che la preoccupa al di là del problema delle amicizie, a volte i bambini manifestano un disagio in una specifica area ma l'origine può essere altrove, spesso basta offrire la possibilità di un ascolto empatico e rassicurante per aiutarli a rimettersi in cammino, magari si faccia aiutare anche dagli altri membri della famiglia in questo. Un cordiale saluto.

Cara Olga,

Ho una gran pena nel cuore per la sua sofferenza di madre e provo tanta tenerezza per la "forza gentile" di sua figlia.

Sarebbe, di certo, molto gratificante per la bambina se riuscisse a venire fuori dal suo "guscio" di timidezza... 

Quasi sicuramente, se lo è sempre stata, la sua timidezza è un tratto temperamentale.

In questo caso essa diventa un problema di ordine psicologico solo se causa sofferenza: allora andrebbe assolutamente vista con un/a professionista dell'età evolutiva.

È un dato molto positivo che la bambina abbia provato ad instaurare amicizie; tuttavia il fatto che poi abbia sperimentato ripetute frustrazioni nel momento in cui (una volta raggiunto un primo risultato relazionale) le amiche la lasciavano in disparte potrebbe aver avuto ricadute sul senso del valore di sé.

Io credo che, se si tratta di vera timidezza, la bambina abbia delle buone risorse interiori e, quindi, sia capace di trovare delle strategie proprie da elaborare e mettere in campo. Lei da mamma nota che sia figlia "resta male" di fronte all'esclusione delle amiche... Ma questo di per sé non è una cosa per forza negativa! Certo è che lo diventa se vede che la bimba si avvilisce, si chiude o se "l'esclusione" è perpetrata con modalità vessatorie.

A mio avviso le converrebbe valutare di affidarsi un/a collega che lavori con l'età evolutiva per capire insieme come avvengono gli approcci amicali di sua figlia, le esclusioni da parte delle amiche, e per indagare quanto la bambina soffra di queste situazioni, magari aiutandola a relazionarsi con meno difficoltà in futuro. 

A quell'età i bambini sono orientati alla vita e sono ricchi di risorse personali e, secondo la mia esperienza, i percorsi psicoterapeutici non sono lunghi.

Le auguro ogni bene.

Un saluto cordiale.

 

Buongiorno signora Olga,

sua figlia sembra aver accumulato un po' di esperienze negative con i coetanei. Comprendo le sue preoccupazioni ma contemporaneamente mi sento di rassicurarla rispetto al fatto che i bambini hanno anche molte risorse. Ci sono bambini che si focalizzano su altri aspetti della vita per trarre soddisfazione compensatorie, ad esempio investono sullo studio, ricercano maggiormente la vicinanza degli adulti: i rapporti importanti sono ancora quelli familiari (compreso i fratelli), nello stesso tempo ricercano la stima dei professori o di altre figure educative come nel caso di sua figlia potrebbe essere la maestra di danza. Bisognerebbe capire come sua figlia vive le altre relazioni significative e se ha degli ambiti che le danno soddisfazione per avere un quadro più certo della situazione.

Dal suo scritto traspare molta preoccupazione condivisibile ma non compare una reale domanda. Spero che quanto le ho scritto possa aver risposto ai suoi dubbi. Qualora volesse essere più esplicita rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti.

 

Cara Olga,

Immagino la sua preoccupazione nel vedere sua figlia poco inserita nel gruppo dei pari e sofferente per questa esclusione. Mi chiedo se ha avuto modo di parlarne con gli insegnanti di scuola o di danza, talvolta queste difficoltà iniziano a sbloccarsi quando tutti gli adulti collaborano avendo una visione comune del problema. Non esiti a chiedere aiuto anche a loro. Per il resto potrebbe giovare un consulto psicologico (inizialmente solo con lei,da capire se anche con sua figlia e in che misura) per comprendere le cause del problema e cercare di risolverlo,così che sua figlia possa vivere serenamente le relazioni con i suoi amici.

Resto a disposizione

Cordialmente

 

Salve Olga, la creazione di un gruppo di amici (o anche solo qualche amico/a stretto) fa parte delle “sfide” di socializzazione che i bambini devono affrontare; come in molte altre cose alcuni sembrano avere poche o nulle difficoltà ad allacciare amicizie nuove o vecchie che siano mentre altri, come nel caso di sua figlia, possono avere qualche difficoltà. La timidezza che lei riporta come parte del carattere di sua figlia può essere un fattore facilitante; essere eccessivamente timidi nelle questioni sociali può portare a rimanere troppo chiusi in se stessi,a non condividere interessi e momenti di gioco con gli altri; cosa che può di fatto limitare la possibilità di stringere legami di amicizia con i pari. Un altro problema dell’essere eccessivamente timidi è che limita talvolta la nostra capacità di vedere le nostre risorse e qualità che possiamo offrire nei contesti sociali e condividere con gli altri. Riporta che sua figlia ci rimane male perché non riesce a farsi degli amici, probabilmente percepisce il senso di frustrazione unito magari al fatto che vede le sue coetanee fare meno fatica di lei nel costruirsi legami di amicizia. Tutto questo probabilmente tiene nascoste quelle risorse e potenzialità di cui sua figlia sicuramente dispone, ma che non riesce a mettere in campo quando prova a socializzare con le sue compagne di scuola o di danza. Le insegnanti di danza e della scuola cosa le riportano rispetto alle relazioni della bambina? Un semplice percorso di supporto psicologico potrebbe essere la situazione ideale per aiutare sua figlia a “sbloccarsi” nelle situazioni sociali e a capire quali siano i meccanismi reali che portano gli altri ad allontanarsi da lei o viceversa (forse è lei che involontariamente li allontana. Potrebbe presentarlo a sua figlia come un’opportunità di parlare ed aprirsi con un professionista, in un ambiente protetto, in cui potrà esplorare e trovare le proprie potenzialità, che la aiuteranno a stringere dei legami con i pari. Spero di esserle stata d’aiuto, un saluto.

 Flavia Ilaria Passoni

Flavia Ilaria Passoni

Monza e della Brianza

Flavia Ilaria Passoni offre supporto psicologico anche online