Bambina bilingue che non parla a scuola

Simona

Buongiorno, ci siamo trasferiti in Irlanda un anno fa. I nostri 3 bambini sono italiani e frequentano la scuola in inglese.
La più piccola di 3 anni frequenta una scuola in casa con 5 bambini. Non vuole andare, spesso ha crisi isteriche, urla e piange manifestando il desiderio di stare a casa.
A scuola non parla con nessuno, inizialmente nessun cenno ora si esprime a gesti. Parla perfettamente inglese e italiano, a casa e al parco è allegra, ma a scuola sceglie di non parlare.
Vorrei aiutarla a trovare sicurezza in sé stessa in modo da trovare piacere nei momenti passati a scuola. La maestra la incoraggia e supporta anche con la comunicazione non verbale. C'è un metodo o un modo per aiutarla? Grazie mille

2 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Simona,

in base alla mia esperienza maturata nei contesti scolastici anche con bimbi dell'età della vostra, premetto che capita frequentemente che nei bambini non madrelingua si osservino dei ritardi nel linguaggio, che vengono poi recuperati, o della confusione che li porta a volte a farli sentire insicuri e non esprimersi, ma da quanto scrive, questo non sembra essere il problema della vostra bambina. Probabilmente il suo mutismo a scuola è relativo a una difficoltà nell'andare in quel posto, magari perché non si sente all'altezza delle richieste, o potrebbe trattarsi di una difficoltà nello staccarsi da voi, da casa.

E' però necessario avere un quadro molto più completo della situazione per capire come aiutarla. Vi consiglio di chiedere un consulto a una psicologa esperta dell'età evolutiva.

Se desiderate ulteriori chiarimenti potete scrivermi con l'apposito modulo dei contatti. Ricevo anche online.

Molti auguri

Francesca Fontana

Dott.ssa Francesca Fontana

Dott.ssa Francesca Fontana

Monza e della Brianza

La Dott.ssa Francesca Fontana offre supporto psicologico anche online

Gentile Simona,

dalla mia esperienza come insegnante elementare mi è capitato di incontrare bambini bilingui.

Quasi sempre ho notato che possono esserci dei disagi nell’utilizzo di una delle due lingue, pur possedendo una buona conoscenza delle stesse.

Il disagio è sempre da tenere in considerazione e non da sottovalutare.

Nel caso della sua bambina, ancora molto piccola, è possibile che per lei l’introduzione di una seconda lingua sia avvenuto in un momento troppo precoce.

Probabilmente, ma sono solo ipotesi, l’identità data dalla lingua non si era ancora consolidata.

Il cambiamento, probabilmente, ha interferito in termini temporali con tale processo e il disagio potrebbe esprimersi proprio nel luogo in cui il confronto tra bambini avviene in modo istituzionalizzato.

Probabilmente è sufficiente lasciare alla bimba il tempo di accettare completamente la situazione, limitando ad esempio il tempo di permanenza a scuola, e lasciando in qualche modo che sia lei a regolare i tempi dell’ingresso completo nella nuova realtà linguistica e sociale-abitativa.

Se avesse altri dubbi può esprimerli nel modo che crede.

Buone cose

Dott.ssa Giordana Milani

Dott.ssa Giordana Milani

Biella

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