Dai quattro anni in poi, i bambini iniziano a comprendere le dinamiche del mondo circostante, ma questo non implica automaticamente che diventino competitivi. Il concetto di sconfitta e competizione, infatti, è più legato al mondo degli adulti e viene trasmesso ai bambini attraverso l'ambiente circostante.
Quindi, è normale assistere a reazioni intense da parte dei bambini quando perdono una sfida o un gioco dopo i quattro anni. Tuttavia, è importante non proteggerli eccessivamente dalla sconfitta. In realtà, dobbiamo offrire loro la possibilità di sperimentare la sconfitta, poiché questo fa parte del processo di apprendimento emotivo e comportamentale. Perciò non dovremmo sempre far vincere i bambini quando giochiamo con loro, ma piuttosto rendere le sfide più equilibrate possibile.
È essenziale accettare e gestire le emozioni legate alla sconfitta, consentendo ai bambini di esprimere la loro tristezza o frustrazione. Questo è un passo importante per imparare a gestire queste emozioni in modo sano e costruttivo.
Pertanto, è solo quando la rabbia avrà lasciato il posto al dispiacere che si può intervenire per rassicurarlo, consapevoli che più delle parole e delle spiegazioni razionali sarà importante il modo in cui gli si offre il conforto. A volte basta un tono di voce calmo e un abbraccio accogliente e gentile per aiutare un bambino a sentirsi compreso.
Infine, come genitori, dobbiamo essere un esempio positivo per i nostri figli. Dobbiamo mostrare loro che è normale essere delusi o frustrati, ma è anche importante imparare a gestire queste emozioni in modo costruttivo, senza farle diventare predominanti per lunghi periodi.
Ogni singolo giorno, con i nostri comportamenti insegniamo loro se gli sbagli, gli ostacoli, le battute d’arresto sono da considerarsi come opportunità di crescita o problemi da evitare.
Non dobbiamo avere timore: i nostri figli cresceranno bene anche guardando ai nostri difetti, alle nostre mancanze!
Sono a disposizione per ulteriori informazioni e/o una consulenza più approfondita del problema.