Come comportarsi con genitori controllanti?

Claudia

Ho 32 anni, un lavoro stabile, ma vivo ancora con i miei genitori. Esco da una relazione di 10 anni, con un matrimonio annullato, terminata per incompatibilità di carattere. In questi 10 anni io sono maturata, lui è rimasto mentalmente adolescente, e pesanti bugie e cose nascoste da parte di lui e della sua famiglia sono state parte integrante della relazione. Dopo 6 mesi dal termine di questa relazione, ho conosciuto un ragazzo e abbiamo iniziato a frequentarci. All’inizio sembrava andasse tutto bene, sembrava avere tutte le qualità che mancavano invece nel mio ex e dava la parvenza di essere una persona con cui poter costruire qualcosa, pur non essendo scattata quella famosa “scintilla” da parte mia. Conoscendolo più a fondo mi sono resa conto che aveva molte caratteristiche come quelle del mio ex, non stavo bene, iniziavo a vivere la relazione con ansia e ho deciso di interrompere la frequentazione. Dopo 10 anni di “pillole amare” ad oggi posso dire di sapere bene cosa voglio e cosa no, cosa accettare e cosa no. I miei genitori non hanno preso bene questa mia decisione, vedevano questo ragazzo come il “partito perfetto”, buon lavoro, buona famiglia e a nulla sono serviti i miei discorsi riguardo al fatto che già non mi faceva impazzire fisicamente/esteticamente, in più il carattere era molto simile a quello del mio ex e non provavo nulla per lui. Per mesi ho avuto mia madre che mi assillava nominandolo, chiedendomi se l’avessi sentito, chiedendomi di invitarlo quando uscivo con i miei amici (che lui conosce, ma non ha mai frequentato più di tanto), perché per lei è la persona giusta per me. È stato un periodo estenuante per me psicologicamente. Ad oggi mi frequento con un uomo 17 anni più grande di me, che mi fa stare divinamente, con cui non ho trovato neppure un’incompatibilità, mi rende felice, mi rende la vita leggera e spensierata. Ho provato ad accennare la cosa ai miei genitori, ma non l’accettano, non vogliono saperne nulla, mi trattano con distacco e come se avessero continuo risentimento nei miei confronti, mi dicono che non mi supporteranno in questa mia scelta e mi fanno sentire male e in colpa. Vivendo a casa con loro, mi sto logorando dentro, perché non capisco come sia possibile che non possa coesistere la felicità di tutti. Loro sono felici e mi trattano come mi hanno sempre trattata solo se io faccio quello che dicono loro, quello che li compiace. Se invece dico di voler seguire il mio cuore e ciò che mi rende realmente felice, mi trattano diversamente, facendomi stare male. Non so come uscirne.

6 risposte degli esperti per questa domanda

Gentilissima Claudia ,

lei sta crescendo e quindi è normale rivendicare i propri spazi ed i propri valori ,che molto spesso discostano da quelli genitoriali. Qualcuno diceva "Ciò che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla ". Sta sperimentando e non c'è nulla di male. La crisi è una opportunità di rivalutare vecchi schemi che magari non vanno più bene . 

Le suggerisco un percorso di crescita personale che potrebbe supportarla in questo momento. 

Resto a disposizione anche online 

Buone cose 

Dott.ssa Simona Ilardo

Dott.ssa Simona Ilardo

Napoli

La Dott.ssa Simona Ilardo offre supporto psicologico anche online

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

Il Dott. Francesco Damiano Logiudice offre supporto psicologico anche online

Buongiorno,

le consiglio una consulenza con uno psicologo clinico o psicoterapeuta che la aiuteranno a dare senso ai suoi vissuti dentro la relazione con i suoi genitori. I rapporti controllanti sono rapporti appunto, costruiti dai partecipanti alla relazione per cui è importante sviluppare consapevolezza su come si sta in questi rapporti.

Un saluto

Dott.ssa Carmela Mastroianni

 Carmela Mastroianni

Carmela Mastroianni

Roma

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Gentile utente, mi sento di dirle che c'è un solo modo per uscirne: andare a vivere per conto suo. Immagino che, avendo lei 32 anni e un lavoro stabile, non le manchi la possibilità materiale di prendersi un appartamento. Finché vivrà a casa dei suoi genitori, loro si sentiranno in diritto di dire la loro sulla sua vita sentimentale ma sopratutto lei non avrà mai la possibilità di crescere e diventare finalmente una persona adulta e indipendente. Noi esistiamo e ci creiamo una identità all'interno delle configurazioni familiari: nella sua situazione lei è e rimarrà sempre figlia e in quanto tale verrà considerata non in grado di prendere le sue decisioni in modo autonomo. Soltanto quando la sua condizione sarà cambiata, si modificheranno i rapporti con i suoi genitori. Se per qualsiasi motivo si rendesse conto di non riuscire a fare questo passo, sarà allora necessario parlare con uno specialista per capire quali meccanismi familiari la tengono legata e le impediscono di cominciare la sua vita indipendente.

Le auguro il meglio e resto a disposizione se ha bisogno di chiarimenti, Dott.ssa Giorgia Maimone

Gentile Claudia,

Può accadere che i genitori, per le proprie  esperienza di vita, non riescano ad accettare l’ autonomia emotiva  del figlio, ma tentino di soddisfare propri  bisogni attraverso proiezioni di rassicuranti desideri .

Occorre però sottolineare che quando i genitori non collaborano al profitto del figlio, quando non sono con il figlio una prospera azienda, allora la famiglia va in rovina.

La persona che può porre rimedio alla situazione cambiando la dinamica dei vostri rapporti è lei stessa.

Con il supporto  di un professionista potrà far luce sulla sua storia passata, sul suo pensiero e sul  suo desiderio attuale per ricostruire il benessere che le appartiene.

Le faccio i miei migliori auguri e rimango a disposizione

Dott. Giancarlo Gramaglia

Dott. Giancarlo Gramaglia

Torino

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Cara Claudia, lei non è la sua famiglia e non è nata per compiacerla. Segua la sua strada. Un abbraccio 

Dott.ssa Maria Vittoria Ardosigli

Dott.ssa Maria Vittoria Ardosigli

Palermo

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