Save, sono un ragazzo di 29 e scrivo qui nella speranza di avere una risposta... Ho sempre avuto un rapporto molto strano con mia madre sin da quando sono piccolo, ma ultimamente soprattutto da quando sono un persona più adulta qualcosa sta andando molto storto. Allora mia madre è sempre stata una roccia e in osso duro nonostante tutte le difficoltà della sua vita come la sua famiglia da piccola e poi un marito alcolista e violento, il motivo principale del divorzio ( una benedizione per lei e per noi figli ) è riuscita a tirarci fuori da quella situazione venire in Italia lavorando 24/24 per crearsi la sua carriera e il suo posto, e di questo le sarò per sempre grato sia io che mio fratello ma in un certo senso in quel periodo ( 12 anni io e 13, mio fratello) ci siamo trovati a "cavarcela " da soli per quanto riguardava l'ambiente di casa e affettivo perché effettivamente lei non c'era, gli unici momenti in cui c'era o era presente era per sgridarci o incolparci delle varie cose che non andavano atteggiamento che è andato avanti per anni anche ora che ne ho 29. Sentirsi dire da piccoli per una sciocchezza che non si vale nulla, che si è parassiti o che non facciamo abbastanza ha giocato un ruolo importante nello sviluppo mio e di mio fratello il che a me è portato in terapia dopo 2 tentativi di suicidio ( data della pressione famigliare ). Ora dopo la terapia sono riuscito molto a distaccarmi emotivamente sia da lei che da mio padre un distacco che però non è stato compreso o accettato ( forse anche perché non ho mai parlato con lei del mio percorso, o quando l'ho fatto mi è stato risposto con " mi dispiace, ma questa è la vita " ), diciamo che ogni volta che portavo a parlarle con lei delle mie problematiche o mi rinfacciava il fatto che sono " abbastanza fortunato " di essere qui quindi non mi devo lamentare di nulla o semplicemente perché faccio la vittima questo a lungo andare mi ha portato a non riporre in mia madre abbastanza fiducia di parlare di quello che mi succede , di come mi sento dei miei traguardi o delle cose negative che provo bensì riportarle in mio fratello che è sempre stato la spalla di cui avevo bisogno nei momenti bui. Lei è sempre stata una donna sola ,incapace di chiedere aiuto anche quando è al limite, io invece no, se sento bisogno di aiuto lo chiedo ma sembra che a lei non lo posso chiedere perché non sono una priorità. Ci sono rari casi in cui chiede aiuto a livello lavorativo ( è una colf ) e nonostante la mia avversione nei confronti dei orari lavorativi e della pesantezza cerco di dimostrarmi disponibile ma nascono problemi sul fatto che le disturba il mio atteggiamento o il mio modo di essere. Ora io ho 29 anni lei 54 e le liti sembrano sempre aumentare, quella pressione che provo da quando sono piccolo aumenta sempre e io nonostante abbia provato nuovamente ad aprimi e farle capire chi sono e cosa provo sembra che lei non lo voglia accettare o meglio sembra che non le voglia capire in quanto per lei sono bugie o come detto prima è un atteggiamento di vittimismo. Io veramente non so più come approcciarmi con lei, come comunicare perché tanto ha sempre ragione lei e io sono un "bugiardo che ama fare la vittima." Vi ringrazio se mi date almeno un punto di vista della situazione