Ho 20 anni e non riesco a stare con i miei coetanei.

Vincenzo

Ho 20 anni e non riesco a stare con i miei coetanei. Non riesco a sopportare molte cose che questi fanno e tendo spesso a sottovalutarli o estraniarmi da loro preferendo compagnie di gente più grande di me. Sono sempre stato così, sin dalle elementari ero quello che parlava di politica, alle medie andavo male perché preferivo leggere e fare i giochi di calcolo invece che studiare e da quando sono alle superiori mi ritrovo a stare bene solo con pochi perché tutt'intorno mi sembra di vedere dei ragazzi con poco interesse per il mondo attuale e per la società che ci sta intorno. Faccio parte di un gruppo politico e questo ha creato in me una duplice situazione , da una parte sono aumentate le turbe mentali sulla stupidità di molti miei coetanei dall'altra però ha accentuato il fatto di stare sempre solo con persone molto più grandi di me. I miei attuali amici sono ragazzi con un'età compresa fra i 27 e i 38 anni cosa che mi piace poiché amo stare con i grandi fin da piccolo ( non uscivo con gli amici per stare con mio padre solo per sentirlo parlare di lavoro e politica). Non riesco a capire se il mio sia solo un comportamento normale o ci sia qualcosa che in me non va, capisco solo che a volte questo mi crea non pochi problemi perché la mia vita quotidiano di studente mi porta ad affrontare miei coetanei , ed è proprio questo contatto che mi fa sentire male perché per me è non solo un inutile perdita di tempo ma anche un continuo sentirmi a disagio e a vivere male la mia quotidianità.

14 risposte degli esperti per questa domanda

Caro ragazzo io credo che non esistano comportamenti giusti o sbagliati, ma comportamenti che ci fanno stare più o meno bene con noi stessi e con gli altri. Nel Suo caso il problema mi sembra di capire sta nel fatto che, sebbene Lei si circondi di molte attività impegnate e "da adulto", si trova a vivere non con serenità le conseguenze che queste attività Le portano (amici più grandi, difficoltà a trovarsi con persone della sua stessa età), ma con senso di isolamento e disagio. Per questo Le consiglio di prendere contatto con uno psicologo della Sua zona, per svolgere anche solo un breve percorso di consulenza che l'aiuti a capire meglio l'origine di questo disagio (se Lei è convinto della piacevolezza delle attività che svolge, perchè comunque non si sente soddisfatto?) e a dare un senso al suo sentirsi "fuori posto" e solo. In bocca al lupo per tutto
Caro Vincenzo, la tua "diversità" ti fa onore, poiché è una manifestazione di una profonda intelligenza emotiva, la vera intelligenza. Il raziocinio infatti si struttura sull'intelligenza "adattiva" presente dalla nascita, ormai è scientificamente provato che non è la razionalità la vera intelligenza umana. Cosa puoi fare ? Capire che la maggior parte dei tuoi coetanei ne possiede poca , per spiegarmi meglio, tu parli 2 lingue (linguaggio emotivo e linguaggio razionale) loro , i tuoi compagni solo 1. Dunque se osservi un giardino vedi che alberi diversi riescono a comprendersi. Ti consiglio di leggere "Istruzioni di sano egoismo" U. Longoni Franco Angeli Ti saluto cordialmente
Caro Vincenzo, dalle informazioni che hai fornito posso ipotizzare che sei cresciuto in un ambiente molto stimolante che ti ha portato ad essere più maturo rispetto ai tuoi coetanei in termini di consapevolezza e capacità critica per cui tendi a ricercare relazioni che stimolino la tua curiosità e il confronto con l'altro.. D'altro canto a mio avviso, con questo atteggiamento rischi di perdere la spensieratezza tipica della tua età. E' bene avere seri interessi ma è bene anche far sì che questi non occupino la totalità della propria vita, è necessario anche svagarsi e talvolta parlare di argomenti leggeri. Questo non significa per forza essere stupidi. In questo senso non c'è nulla in te che non va e i tuoi compagni molto probabilmente sono semplicemente dei ventenni. Forse potresti provare a darti la possibilità di vivere la tua età senza rinunciare ai tuoi bisogni ma cercando di essere meno drastico nel categorizzare le persone e soprattutto te stesso.
Dott.ssa Valentina Rinaldi

Dott.ssa Valentina Rinaldi

Brescia

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caro Vincenzo, complimenti per le tue frequentazioni impegnate! Anche gli adulti con i quali ami conversare di temi importanti hanno avuto 20 anni come te un tempo. In un certo senso sono stati pure tuoi coetanei. Avere a che fare poi con un giovane stimolante e creativo aiuta loro a ricredersi sulla superficialità dei ragazzi d'oggi e a maturare le loro convinzioni. Continua pure in questa opera di educazione sociale! Un cordiale saluto,
Buon dì Vincenzo, è comprensibile il tuo malessere considerando che sei più maturo dei tuoi coetanei e di conseguenza la loro compagnia non ti aggrada. Crescendo sentirai sempre meno la differenza e avrai più possibilità di frequentare anche persone più grandi; già se frequenterai l'università o se troverai un'occupazione lavorativa, sarà molto più facile che incontrerai persone più grandi, mature o con interessi affini ai tuoi... devi solo pazientare ancora un po' e, se riesci, stare con chi è più simile a te! Cerca però anche di goderti i ventanni, divertiti e gioca, perché è una bella età e non torna più!! Ciao!!
Caro Vincenzo, le fasi evolutive sono caratterizzate da diversi "orologi": biologico, cronologico, psicologico e storico-culturale. Il suo orologio psicologico sembra non essere in sintonia con la media, conducendola forse verso un processo di adultizzazione precoce. Il che non è necessariamente negativo, purché ciò non si estremizzi, sottraendo troppo spazio a gioco, leggerezza e divertimento. D'altro canto, se le sue scelte sono davvero genuine e appaganti, perché rinunciarvi? L'importante è non chiudersi troppo verso i coetanei, a volte capita di incontrarne alcuni particolarmente ricettivi e aperti, in questo caso le sue risorse e conoscenze, se non troppo appesantite, potrebbero aprire nuovi e costruttivi canali. È davvero felice quando esce con persone più grandi? Ci sono rinunce che compie, pur desiderando, perché qualcosa le sembra troppo "infantile"? Cosa pensa suo padre di tutto ciò? Ecco alcune delle possibili domande cui cercare di rispondere, senza affanno, ma con positivo spirito di autoconoscenza. Un cordiale saluto
gestire la relazioni tra pari, non è cosa semplice a tutte le età! questo tipo di telazione comporta tutta una serie si atteggiamenti, conoscenze, capacità che vengono acquisite con il tempo e grazie all'aiutoesterno di un adulto che ti inserisce nel contesto e che ti da la possibilità di capire quali sono i prò ed i contro di quel tipo di socializzazione. se, come dici, tu hai sempre avuto questo tipo di difficoltà evidentemente non hai avuto modo di fare esperienze positive e costruttive che potessero portarti a trovare interessi comini ai tuoi pari. Se ti poni questa domanda evidentemente la cosa ti turba, pertanto io ti consiglierei di ragionareprincipalmente sul perchè, magari vuoi dartila possibilità di poter star bene anche con loro oppure no, perchè se questo non ti crea difficoltà nel normale funzionamento della tua vita quotidiana puoi affrontarlo solo come un questito a cui voler dare una spiegazione!
Giovane Vincenzo, Comprendo il disagio attuale che prova nel quotidiano per la relazione con i coetanei all’interno dell’ambito universitario. Per lei, la loro realtà è un mondo sconosciuto perché non ha vissuto né l’infanzia e né l’adolescenza. Per stare meglio e più a suo agio, provi ad accettarli come persone che valgono, intelligenti e come personaggi che possiedono risorse, qualità e competenze anche se diverse e lontane dalle proprie. Cordiali saluti
Dott.ssa Maria Zampiron

Dott.ssa Maria Zampiron

Padova

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Caro Vincenzo, la tua maturità non è un limite e neppure un comportamento anormale. Non ti sentire in colpa se preferisci le persone mature, le tue riflessioni sui coetani superficiali sono spesso appropriate. Considera poi che ognuno è fatto a modo suo e la diversità è sempre una ricchezza. Buona giornata.
Salve Vincenzo, è difficile capire veramente qual'è il suo reale problema, le persone con cui sta bene e frequenta credo siano per lei una risorsa importante e arricchente, mentre i compagni pare di no.....ebbene continui a scegliere luoghi, situazioni e persone che sono più consoni al suo modo di essere e tutto continuerà bene...a meno che deve affrontare problemi particolari....e questo non mi è facile valutarlo dal suo scritto. buona vita!
Gentile utente, la sua infanzia e in generale la vita che ha condotto finora sembrano aver condizionato le sue abitudini sociali. Nella vita comunque si troverà molto spesso ad avere contatti con i coetanei e il frequentarli è in genere la norma soprattutto in vista di un rapporto sentimentale. Le consiglio perciò di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per mitigare questo suo modo di porsi nei confronti dei coetanei e per trovare dei motivi di piacere e divertimento dalla loro frequentazione.
Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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Non deve essere un problema stare con i propri compagni perché' al di la di riuscire ad avere degli interessi speciali e oggi molto importanti quali la politica e la vita nei suoi aspetti più' importanti non si dovrebbe escludere chi più' ci disturba anche perché' a pensarci bene una buona politica deve per forza di cose tenere conto dei problemi dei più' deboli. È chi è' più' debole di colui che ci infastidisce magari per la sua mediocrità' e ipocrisia. Ma l'Italia oggi non va forse male perché' troppi politici ormai fanno solo i propri interessi e non si sanno veramente sacrificare per il bene di tutti e specialmente dei più' poveri? Prova a guardare ai tuoi coetanei come a coloro che vanno ascoltati e capiti per sapere di cosa veramente hanno bisogno e poi quando con tanta pazienza, umiltà' e magari qualche rospo mandato giù' lo avrai capito vai diritto sulla strada e se scoprirai che magari hanno solo bisogno di un amico sincero che sappia non giudicarli e accettarli per come sono fallo e scoprirai quanto è' piacevole. In bocca al lupo!
Buongiorno Vincenzo, capisco il suo stato d'animo e il suo disagio rispetto alla difficoltà di relazionarsi con i suoi coetanei, soprattutto se il suo orologio interno segna un tempo differente da quello degli altri. La voglio però fare riflettere sul fatto che questo suo percepire gli altri ragazzi come "poco interessanti" non diventi un pregiudizio che porta alla generalizzazione. Penso che la diversità e le differenze ci permettano di raggiungere nuove conoscenze. Bisogna però gaurdarle come opportunità e risorse, non come limiti. Dal momento che lei mi sembra una persona curiosa e che cerca stimoli non si fermi all'apparenza, ma veda queste differenze con i suoi coetanei come delle scoperte e come un arricchimento che lei puo ricevere e può anche offrire agli altri. Tendiamo a vedere quello che siamo abituati a vedere, provi a mettersi degli altri "occhiali" quando sta con i suoi coetanei. Inizialemnte non sarà facile, ma sono sicura che potrebbe sorprendersi nel vedere aspetti che non considerava importanti e potrebbe anche imparare qualcosa di nuovo. Buona scoperta!
Gentile Vincenzo, sembrerebbe che lei abbia ampiamente sviluppato alcune qualità del suo essere.L'intelligenza,l'impegno nello studio, l'interesse per la politica e via dicendo. Ha dato molto valore ad aree intellettuali del suo essere. Probabilmente, in questo, è stato anche sostenuto e rispecchiato positivamente da suo padre. Ciò che le è difficile è entrare in contatto con altre aree della sua persona, che hanno a che fare con la leggerezza e la spontaneità e che ha avuto poca possibilità di sperimentare.Per questo si sente a disagio con i coetanei. Sarebbe buono che potesse fare esperienze per conoscere e vivere questi aspetti di sè che sono rimasti più in ombra.Una psicoterapia può essere di aiuto e/o anche partecipare ad un laboratorio di teatro. Questi laboratori sono molto efficaci per poter prendere confidenza ed esprimere le sue emozioni e le sue qualità più spontanee.