Mi sento sempre fuori luogo, chiedo sempre scusa, sfuggo agli sguardi

Marzia

Buongiorno, ho inserito il mio problema nella categoria dei Problemi relazionali, ma in realtà, credo che sia più complesso il problema, perché la causa di tutto è l'ansia, insicurezza perenne, mi sento sempre fuori luogo, chiedo sempre scusa, sfuggo agli sguardi e se conosco persone nuove balbetto, e chissà quant'altro. Ho 26 anni. E sin da piccola sono stata etichettata come quella che.. Mai ce la farà. Avendo la dislalia, disturbo del linguaggio che con anni di Logopedia, per fortuna si è tolto, nel percorso dell'istruzione obbligatoria, ci sono stati numerosi ostacoli, già nell'epiqué dei docenti, visto che costantemente alle elementari avevo una maestra che ripeteva che il mio Q.I. non era alla norma, che se non mi bocciavano alle elementari lo avrebbero fatto alle medie, e così via. Per fortuna, non sono mai stata bocciata, ma è stato difficile, perché anche mia madre, con il suo comportamento da donna umile, non è mai riuscita ad ascoltare quali erano i miei punti forti diciamo, ogni strada era sbagliata, mi strappava i disegni e se facevo delle belle cose a mano, me le smontava con un paio di parole, cosa che fa anche tutt'ora quando faccio a casa una misera torta, non mi dice mai se è buona e così via, per una persona insicura come me, mi servirebbe un misero di consenso. Ho intrapreso anni orsono il percorso universitario. E non vi dico cosa ho passato per passare l'esame di Diritto Costituzionale, mi ha bloccata moltissimo, perché non mi sentivo mai in grado, mai abbastanza per affrontare quel professore, colmo di sapienza, e quando leggevo, sarà l'ansia, neanche capivo, era come se non leggessi niente. Costantemente è cosi la mia vita, e ancora mi mancano 7 esami, la mia ansia e insicurezza mi sta distruggendo poco alla volta, a volte penso di esser depressa, da qualche mese ogni tanto Balbetto, e la patente è un altro trauma. Non riesco a portarla. In pratica, sono una fallita così nella vita, anche nei rapporti sociali. Ho un ragazzo, e non riesco a vivere bene questo rapporto. Perché a quanto pare prima dico una cosa, e poi ne voglio un altra, ha avuto una crisi di pianto per come è esasperato. Cosa devo fare? Io non so più perché sono così, non so più cosa devo fare. E cosa in realtà ho! So solo che la vita è difficile ed io permetto a troppe cose di distruggermi. E che vita avrò se continuo così? Infelice sicuramente. E se devo far star così una persona, mi son sentita un mostro, come quando io piango per mia madre quando mi mette sotto stress. Ho 26 anni, ma in realtà, psicologicamente per il problema che ho posto sembra che ne ho 16. Scusate.

23 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Marzia, mi rendo conto della situazione difficile che sta vivendo e del carico di insicurezze che si porta dietro. Penso in effetti che sarebbe utile per lei intervenire e cambiare rotta alla sua vita. Ha 26 anni e sarebbe un peccato continuare a vivere sotto i condizionamenti di cui ha parlato... Forse alcune sedute di psicoterapia le potrebbero essere di aiuto. Saluti.

Buongiorno Marzia. Dalla sua lettera traspare tutta la difficoltà e la fatica di sentirsi all’altezza del compito e di affrontare i giudizi degli altri, cose che generano ansia e fanno star male. Come lei racconta è una fatica che l'accompagna dall’infanzia e che oggi le lascia un senso di malinconia. Lei ha capito che non è stata facilitata nè aiutata dagli adulti che ha incontrato durante la crescita eppure è andata avanti, a scuola non è stata mai bocciata e addirittura oggi le mancano soltanto 7 esami per concludere l’università. Come vede quindi ha grandi capacità e risorse per farcela!! Certamente ha bisogno di essere aiutata a capire dove sono e a potenziarle,  per arrivare a gestire bene i suoi interessi, realizzare i  suoi progetti e soprattutto curare  i suoi rapporti affettivi. Tutti abbiamo dei campi dove riusciamo meno, delle incapacità, dei limiti oggettivi, ma questo non deve impedirci di capire ed essere sicuri di ciò che vogliamo raggiungere, non deve impedirci di provarci. Insieme ai punti deboli abbiamo sempre anche dei punti forti che vanno potenziati e valorizzati, su questi ultimi bisogna concentrare l'attenzione. Attraverso il recupero della sua sicurezza, la valorizzazione delle sue personali capacità, lei può ritrovare un buon concetto di sé, rendere più disteso anche il rapporto con il suo ragazzo, e riscoprire la positività nella sua vita. Resto disponibile per ulteriori domande e riflessioni. Cari auguri per tutto.

Gentile Marzia, leggendo la sua storia capisco il suo stato d'animo e la sua bassa autostima si riflette in parecchi ambiti della sua vita. Fin da piccola, le persone che le stavano accanto non hanno valorizzato le sue risorse e quindi le è sempre stato puntato il dito sulle sue carenze.  Se desidera un colloquio informativo di come potrei esserle d'aiuto io sono a disposizione per incontrarla senza impegno. 

Un caro saluto

Dott.ssa Federica Buffoni

Dott.ssa Federica Buffoni

Roma

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Cara Marzia dalla sua valutazione è emerso un vissuto tendenzialmente depresso, con senso di insicurezza, sentimenti di inadeguatezza, bassa autostima e autosvalutazione. Ha inoltre riscontrato la presenza di uno stato di ansia relazionale e ritiro affettivo generati dal timore di essere rifiutata e svalutata dagli “altri” significativi. Il disagio risiede forse nella convinzione che non sia possibile un contatto profondo con l’altro in quanto l’esternazione e la comunicazione autentica dei suoi pensieri e sentimenti potrebbero esporla eccessivamente a delusioni e frustrazioni. Come del resto è accaduto frequentemente nel suo passato. Ma da come si racconta queste dinamiche per fortuna ormai le stanno strette e inizia forse ad emergere una consapevolezza nuova, ovvero di essere in grado di raggiungere obiettivi importanti, non è un caso che si sia posta delle sfide importanti nella vita, la laurea è l’esempio significativo. Sta cercando di dimostrare agli altri di essere in grado di portare a termine degli obiettivi e di ottenere dei grandi risultati, forse però non dovrebbero essere solo gli altri i fruitori di tanto impegno, magari iniziare a vivere per se stessa e a porsi dei traguardi visibili e non lontani potrebbe darle una visione diversa della realtà. Il percorso come ha potuto constatare è lungo e impegnativo, difendersi dalle persone che possono ferirci è normale ma, anche se tali meccanismi protettivi sono finalizzati a rendere l’altro maggiormente accessibile e vicino, rischiano di far allontanare le persone che ci vogliono bene. Forse è pronta per un percorso, ci pensi.

Carissima Marzia, ho letto con molta attenzione la tua lettera e mi ha colpito la capacità analitica che hai nel valutare il tuo disagio, a mio parere il tuo è un problema "d'insicurezza" che si riflette anche nelle relazioni sociali pertanto hai detto benissimo; credo che potresti risolverlo in modo tranquillo migliorando la tua qualità di vita rivolgendoti ad un professionista che sappia stilare per te un progetto di intervento ad hoc!!!! se sei riuscita a superare tutto questo sarai in grado di risolvere definitivamente anche questo scoglio ed allora i sette esami di sembreranno come fatti!!!!

Salve gentile ragazza, inizia il suo scritto con la consapevolezza di chiedere troppe volte scusa, e lo termina chiedendo scusa, quindi un punto da cui potrebbe partire e' smettere di chiedere scusa quando non e' necessario. Ad esempio in questo contesto le fa una richiesta ad un professionista che sceglierà  se risponderle o meno, quindi non ha da scusarsi.  Rispetto la sua storia credo che il passato a partire dalla diagnosi, dalla contestazione dell' insegnate che invece parla di ritardo, dalla passività di sua madre, non sia stato per lei un momento favorevole in cui crescere con la giusta stima e rispetto per le sue caratteristiche.  La terapia personale e' lo strumento attraverso cui puo' ripercorrere la sua storia, rianalizzando quanto avvenuto stabilendo una relazione di fiducia e rispetto, che andrà ad incrementare le sue risorse. 

Cordialmente  

Gentile Marzia, Credo che lei abbia inquadrato molto bene il suo problema quando parla di questa forte insicurezza, e credo che abbia inquadrato bene anche le cause: di solito l'insicurezza affonda sempre le basi nel modo in cui siamo stati riconosciuti e gratificati fin da piccoli, sia in famiglia che a scuola e negli altri contesti sociali. Ora però penso sia giunto il momento per lei di andare aldilà del capire, di spingersi verso una soluzione. In questo caso si tratta di agire in modo da cambiare questo suo "modello operativo", che le fa sentire, in un certo senso, di essere sempre sbagliata, sempre inadeguata, sempre "insufficiente". Questo si può fare attraverso specifiche tecniche e strategie, sia di azione, sia di pensiero. Un nuovo modello, nel quale lei è più fiduciosa di sé e più sicura di essere adeguata alle situazioni, prenderà così il posto del modello attuale. Un percorso terapeutico potrebbe aiutarla in questo senso. La Terapia Strategica ha sviluppato protocolli ben precisi per problemi di questo tipo. Può trovare maggiori informazioni sul mio sito che trova facilmente cercando in Internet. Rimango comunque a disposizione personalmente per ulteriori chiarimenti, sul sito trova anche tutti i contatti per raggiungermi direttamente. Le faccio i miei migliori auguri e la saluto cordialmente.   

Buon giorno Marzia. La descrizione che lei fa della sua condizione, dei suoi vissuti e dei suoi disagi è molto lucida. Ciò attesta capacità analitiche, approfondimenti culturali e buona introspezione. Tuttavia, lei rileva che tutto questo non è sufficiente a superare il malessere, a sviluppare fiducia nelle proprie possibilità, ad acquisire equilibrio nelle relazioni affettive e interpersonali. Il rapporto con la madre sembra avere – e avere avuto sin dalle fasi precoci della sua vita – un ruolo determinante. Ma spetta sempre al figlio l’impegno a venirne fuori. E questo è possibile. Non siamo destinati ad essere implacabilmente “disfunzionali” o sofferenti. La psiche ha sempre possibilità trasformative in direzione della propria personale individuazione. Le consiglio di affidarsi a un percorso psicoanalitico, attraverso cui, nell’ambito di una corretta relazione terapeutica, possa  superare le problematiche e trovare il suo sereno equilibrio. Se ritiene possiamo avere un colloquio senza impegno. Auguri!

Buongiorno Marzia, da quello che scrivi mi rendo conto di quanto sia stato difficile per te mostrare quello di cui sei capace a causa delle difficoltà che hai avuto. Eppure, nonostante quello che scrivi, e nonostante tutti attorno a te ti dicano che non riuscirai, sei riuscita ad andare avanti a scuola, prima elementari, poi medie, superiori, e infine università! Da quello che tu dici direi che hai raggiunto ottimi traguardi, per cui prima di tutto ti invito a notarli, perchè sono cose di cui dovresti essere fiera!! Hai anche un ragazzo che sicuramente ti vuole molto bene, nonostante i problemi, per cui sembra che tu abbia ottime basi da cui partire! Certo come dici tu ti senti insicura, e questo mina le cose buone che stai costruendo per te, e vedo che sei stata molto attenta ad accorgertene. Per questo motivo credo sia utile per te rivolgerti ad un terapeuta, per aiutarti e affiancarti nel gestire e superare la critica feroce che fai a te stessa, e anche gestire le critiche che le persone vicino a te ti muovono, in modo da poter finalmente iniziare a sorridere di tutte le belle cose che ti sei costruita!

Cara Marzia, molto probabilmente hai inserito la tua domanda in quest'area perchè senti che l'origine di tutto è proprio qui, del resto, cosa c'è di più complicato ed importante delle relazioni?  I tuoi problemi di insicurezza, ansia e depressione (come quelli di tutti) potrebbero essere determinati da relazioni conflittuali e/o non soddisfacenti soprattutto con le figure genitoriali e acuiti da situazioni ambientali come l'intervento squalificante da parte dei tuoi insegnanti,etc... Ti sei scusata, sempre per via della tua insicurezza ma vorrei dirti scrivere  è stato un gesto coraggioso. I tuoi problemi potresti affrontarli iniziando un persorso psicoterapeutico, ti aiuterebbe a mettere a fuoco le cause e ad apprendere delle nuove modalità relazionali per vivere in modo più sereno evitando che ansia e depressione si strutturino. In bocca al lupo!

Buongiorno gentile Marzia,

ho letto attentamente la sua richiesta dove emerge un disagio complesso che - come giustamente spiega Lei stessa - non comprende solo le relazioni ma sopratutto il rapporto che lei ha con se stessa in relazione con le sfide che la vita ci pone quando cresciamo. Proprio per la specificità delle aree interessate, le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di psicoterapia, possibilmente ad impostazione psicodinamica, che l'aiuti ad elaborare e a superare le sue difficoltà restituendole anche l'energia vitale che è ora come "nascosta", celata, dentro di lei. Lei è giovane e può senz'altro superare con successo questa difficoltosa fase della sua vita. Resto a sua disposizione per un colloquio conoscitivo in cui potrebbe esprimere maggiori dettagli e "provare" a sentirsi compresa e capita nel profondo.

Con cordialità

Cara, quello che ti affligge tanto, anche se ti preoccupa molto, non è nulla di irrisolvibile. Hai descritto ed analizzato molto bene le tue difficoltà, e già da sola sei riuscita a capire che probabilmente è l'insicurezza e la scarsa fiducia in te stessa a generare l'ansia. Mi sento di dirti, anche se non ti conosco a fondo, che forse hai poca autostima, e cerchi continuamente conferme negli altri. Attraverso il giudizio degli altri misuri il tuo valore. E quando ottieni giudizi negativi, ai quali sei molto sensibile, ne soffri moltissimo. Sarebbe per te molto utile seguire un percorso di psicoterapia, per affrontare tali difficoltà e tornare a vivere a pieno la bellezza della tua vita. Un caro saluto

Buongiorno Marzia. Quello che più mi colpisce della sua descrizione è l’evidente contraddizione tra tutte le cose che è riuscita a realizzare con successo nella vita, seppure con ansia e sofferenza, e la percezione che ha di essere una fallita nella vita.  Sembra che per lei il successo valga zero e l’insuccesso valga il doppio. Rovesciare questa prospettiva disfunzionale, anche attraverso un percorso terapeutico, le potrebbe essere utile per attribuire il giusto peso alle persone che la circondano limitandone il potere distruttivo di cui lei è perfettamente consapevole.  

Cordiali saluti

Dott.ssa Isabel De Vincentiis

Dott.ssa Isabel De Vincentiis

Pesaro e Urbino

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Salve, dalle informazini che scrive le difficoltà sono diverse e su diversi livelli: eventi passati che hanno lasciato il segno, difficoltà presenti sul piano comunicativo, relazionale e anche personale ( senso di insoddisfazione generale accompagnato da bassa autostima e ansia che influiscono pesantemente sul percorso universitario), senso di confusione per le decisioni quotidiane. Mi sento di suggerirle di consultare uno/a psicoterapeuta che possa accompagnarla nel processo di riscoperta di se stessa perchè la sofferenza che prova è reale e molto profonda, un aiuto per ristabilire un equilibrio nella sua vita credo sarebbe auspicabile. Distinti saluti 

Marzia, si intuisce che è molto identificata con alcuni eventi che ora sembrano aver preso il posto del tempo, che pure è passato, dei possibili cambiamenti, dei suoi desideri. Probabilmente sarebbe opportuno iniziare con la costruzione di una pelle, differenziando un dentro e un fuori di sè: sembra dirsi e dire al mondo che sarebbe ora. Purtroppo non bastano gli sfoghi, nè serve scusarsi (o accusarsi). Bisognerebbe entrare nell'intimità delle proprie esperienze, per confinare la costruzione funzionale del proprio senso di verità. Se se la sente potremmo incontrarci e provare a parlarne. In ogni caso, in bocca al lupo.

Buonasera Marzia,  Io credo che lei debba riflettere e focalizzarsi sulle sue risorse. Cercare di rendersi indipendente da ciò che le dice sua madre e iniziare a contornarsi da persone che la incoraggino.Mi sembra che lei abbia molte risorse in quanto alla fine è riuscita a superare gli ostacoli che le assicuro sono comuni a tutti anche a quelle persone che apparentemente sembrano sicure di sè. Lei deve credere in se stessa. La saluto e mi faccia sapere come va.

Gentile Marzia, da quello che racconta emerge tutto il suo disagio e la sua sofferenza ma anche una grande consapevolezza rispetto a tanti aspetti della sua storia e modalità attuali, tanto che sembrerebbe aver già fatto parte di un percorso terapeutico. Io le consiglierei di intraprenderne uno appena le é possibile per poter vivere più serenamente trovando una sua dimensione senza doversene vergognare ma sentendola come unica, proponibile e su misura per lei. Se vuole io lavoro a Roma e resto a sua disposizione per una consulenza dal vivo.  Cordiali saluti

Dott.ssa Simona Guglielmucci

Dott.ssa Simona Guglielmucci

Roma

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Cara Marzia, ho letto attentamente la tua lettera in cui descrivi i tuoi disagi e le tue difficoltà e ne ho dedotto che – fin qui -  il tuo percorso di vita  non ti abbia permesso di sviluppare un adeguato senso di autostima ed è per questa motivazione che vieni continuamente assalita dalle tue insicurezze. Io non ritengo di essere in grado di valutare il livello del  tuo Q.I. ma posso ipotizzare che coloro che lo hanno fatto (la tua maestra in primis) siano stati piuttosto superficiali nel giudicare. Oggi più che mai tu dovresti capire che il tuo Q.I. è almeno nella media visto che sei arrivata all’Università senza mai essere bocciata!!! Questa è una valutazione che devi fare tu stessa!!! Che cos’è allora che non ti permette di sentirti a proprio agio nelle varie situazioni soprattutto sociali??? Tu sei già consapevole che la motivazione maggiore è L’ANSIA, che non riesci a dominare né a gestire  con modalità adeguate e costruttive!! Tieni presente che l’ansia di per sé non è patologica né negativa, perché ci permette di rimanere all’erta nei momenti di reale pericolo, ci fa stare attenti quando dobbiamo fare dei lavori concettuali  etc… ma è importante tenerla a bada, saperla gestire altrimenti – se supera certi limiti – finisce per danneggiarci!!  Per poter riuscire a ben controllare l’ansia bisogna fare un percorso di ricerca psicologica dentro noi stessi. Pertanto ti consiglio di intraprendere una psicoterapia che ti permetta di acquisire le risorse interiori per affrontare le tematiche affettivo-sociali relative ai tuoi stati ansiosi. Con i miei migliori auguri ti saluto con cordialità.

Buongiorno Marzia.

La sua insicurezza è legata senz'altro ad un contesto difficile ma anche ad una figura di riferimento da lei vissuta come "umile"...

Ma questo però non le impedisce, ora, di arrivare ad una consapevolezza di se stessa, più coerente con quello che sono le sue risorse che, se non riconosciute, rischiano di essere sottovalutate e non riconosciute da lei stessa.

Potrebbe riflettere sulla possibilità di svolgere una psicoterapia  ma anche incominciare con un percorso formativo basato su pratiche Mindfulness di attenzione consapevole che la porta nel tempo, a riconoscere se stessa, come punto di riferimento centrale e di ancoraggio.

La invito, se lo desidera, a visitare il mio sito dove può trovare la definizione della mindfulness e la descrizione del percorso di riduzione dello stress MBSR  secondo la metodologia Mindfulness di J. Kabat Zinn con le date delle edizioni II e III, di prossima esecuzione ( danielabenedetto.it ).

A sua disposizione.

Un cordiale saluto

Dott.ssa Daniela Benedetto

Dott.ssa Daniela Benedetto

Roma

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Salve,

ho letto la sua richiesta di aiuto.

Mi chiamo Marina Migliorini e sono una psicoterapeuta specializzata in Analisi Bioenergetica e in Psicodramma analitico.

Il percorso da me fatto sia di formazione che come paziente mi ha aiutato a comprendere ed affrontare le difficoltà inerenti lo stare in mezzo agli altri e l’essere riconosciuta in grado di ecc… Ognuno di noi ha in modo più o meno sviluppato la paura di non essere in grado supportata da una buona dose di “non essere stato/a riconosciuta -vista dai propri genitori”.

Comprendo come possa essere difficile fare i conti ogni giorno con questa difficoltà mano mano che gli impegni di studio e relazionali sono diventati più complessi.

Occupandomi di Bioenergetica e quindi di una terapia che utilizza il corpo oltre che la parola (quindi i blocchi muscolari e conseguentemente emotivi che ‘fanno storia’ sul nostro corpo)  posso dirle che lavorare con tecniche che coinvolgono sia la mente che il corpo, e quindi che aiutino a collegare tra loro le funzioni di pensare, sentire sensazioni e provare emozioni può aiutarla ad affrontare questo disagio che è sia psicologico che fisico.

Se volesse approfondire i temi e le tecniche di cui le ho parlato può consultare il mio sito, lì se lo desidera può trovare i miei recapiti.

Le auguro, qualsiasi strada terapeutica lei scelga, di essere felice.

Dott.ssa Marina Migliorini

Dott.ssa Marina Migliorini

Roma

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Gent.le Marzia,

sento forte nelle sue parole il suo malessere rispetto ai problemi di cui parla in maniera cosi chiara e dolorosa. Penso che un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla molto a trovare dentro di se quelle risorse, sicuramente già presenti in lei, ma un pò soffocate da relazioni che non la fanno sentire riconosciuta nel suo valore. Penso che alla sua età si possa e che si debba  lasciare spazio ad un cambiamento di rotta nella sua vita che possa farla vivere piu serenamente con se stessa e con gli altri.

Qualora decidesse di intraprendere un percorso di sostegno psicologico non esiti a contattarmi direttamente.

la saluto cordialmente

Cara Marzia,

è proprio vero che lei si scusa sempre, lo fa anche in conclusione del suo post!

IL suo più che essere un problema di ansia o dell' umore mi sembra riguardi il senso di identità; può infatti accadere che per riuscire a farsi largo in un mondo che ci tratta in modo insensibile e giudicante, per proteggersi dalla difficoltà emotiva che un contesto simile genera ripetutamente, può succedere che si prenda la via dell'accomodamento, dell'insicurezza, del timore di farsi vedere e dire la propria ad alta voce, col risultato di perdere progressivamente i confini e il senso di sé.

Il fatto che lei sia così consapevole e che riesca a spiegare con tanta chiarezza la sua sofferenza è un ottimo punto di partenza, la sua risorsa e capacità principale da cui ripartire per riorganizzare la sua vita.

 Quello che lei dice è verissimo: la vita è difficile, ma mai impossibile, si ricordi sempre di tenere presente questa fondamentale differenza quando riflette alle cose che le succedono e alle situazioni che la vedono coinvolta. Sono certa che riuscirà.

un caro saluto

Cara Marzia,

posso sentire la disperazione che prova nel vivere in questo modo la propria vita e  di sentirsi un mostro  ma, insieme a questo, percepisco  il suo volere di cambiarla: essere riconosciuta come una persona “capace” e socialmente “significativa” quali aspetti che le permettono di superare la depressione, lo stress e l’ansia di prestazione.

Di fatto, l’ansia che continuamente prova deriva dalla considerazione negativa e dalla mancanza di stima che ha di se stessa,  vissuti che la portano ad essere infelice in quanto non riesce a realizzarsi nel lavoro e negli affetti.   Psicologicamente è stata vittima dell’effetto” pigmaglione”.

All’interno di tale contesto, di fronte e nei confronti delle persone nonché delle situazioni si sente perennemente inferiore e senza capacità: una immagine specchio che sin da bambina le è stata presentata, una realtà voluta dagli altri  che lei ha  assimilato passivamente e che continua a riperpetuare  da giovane adulta con l’insicurezza perenne, con il sentirsi sempre fuori luogo e nel  chiedere sempre scusa, nello sfuggire agli sguardi e con il  balbettare di fronte alle persone che non conosce .

Quanto ha scritto non è solamente uno sfogo del momento ma il ”volere” essere e diventare una persona interattivamente felice con se stessa e con  il mondo che la circonda.

Cosa deve fare allora? Cominci a pensare in positivo di se stessa senza aspettare che gli altri siano i primi a farlo nei suoi confronti.

In tale modo, così come possiede una buona lettura di se stessa in negativo, la invito a prendere atto che,  anche lei come qualsiasi persona,  possiede capacità, risorse e potenzialità, le faccia emergere e le esprima concretamente.

E, magari in questo percorso, si faccia sostenere e guidare da un bravo psicoterapeuta.

Cordiali saluti                

Dott.ssa Maria Zampiron

Dott.ssa Maria Zampiron

Padova

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