Mia figlia 2 anni e 2 mesi non socializza

Alessia

Ho avuto il primo colloquio con le maestre dell'asilo nido e mi hanno detto che mia figlia è molto bloccata quando è là, si mette in un angolo e osserva, ma non gioca, non chiede mai aiuto e non vuole avere a che fare con gli altri bimbi o cmq molto poco. Io e il papà abbiamo detto che a casa è una bimba totalmente diversa, scatenata e che chiede sempre se ha bisogno di qualcosa, ma quando incontriamo altri bimbi (per dire anche i cugini con cui ha più rapporto) è sempre molto restia a giocare e ha bisogno sempre che io o il papà le stiamo accanto.. dal colloquio sono passate 2 settimane e la situazione in asilo sembra un po' migliorata perché anche le maestre hanno iniziato a fare questo "ponte" tra lei e il resto, ma oggi è andata in una ludoteca con i nonni e 2 dei cugini (noi non c'eravamo) e hanno detto che non ha voluto giocare e ha pianto tutto il tempo. volevo sapere dove sbagliamo e se c'è qualcosa che possiamo fare per aiutarla e non avere paura degli altri bimbi.

2 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Alessia

Le vostre preoccupazioni sono comprensibili e legittime. Siete dei genitori attenti al benessere sociale di vostra figlia e questo non può che essere un punto a favore per la sua crescita.

Ognuno di noi si relaziona con gli altri e in situazioni diverse in differenti modi, non esiste un unico standard di comportamento. Ogni luogo e le persone che ci circondano tirano fuori in noi aspetti diversi.

La vostra bambina è ancora molto piccola, sta sicuramente sperimentando ambienti diversi di vita, contesti più o meno familiari, con persone più o meno significative per lei. Con voi si sente sicura, in una casa che conosce, probabilmente si sente supportata da questo nel “fare quotidiano”. Oltre che al contesto e alle persone che la circondano, bisogna sottolineare come la bambina con la sua crescita debba sperimentare strategie e modi di “stare” che, prima con il supporto degli adulti, potrà fare propri nel tempo.

Aiutarla e fare da ponte è sicuramente un buon modo per insegnarle come fare, lasciandola poi libera di provare quando riuscite a vederla più sicura di sé. Ci saranno giorni no e giorni sì. Non significa che non stiate facendo un buon lavoro e che lei resterà “bloccata”. Con i suoi tempi e il suo modo riuscirà a far propri altri spazi e altre relazioni.

Resto a vostra disposizione

Cordiali saluti

Dott.ssa Jlenia Licitra

Dott.ssa Jlenia Licitra

Dott.ssa Jlenia Licitra

Milano

La Dott.ssa Jlenia Licitra offre supporto psicologico anche online

Buongiorno mamma di Alessia, ho letto con attenzione la sua riflessione/domanda e ciò che le propongo nasce sia dalla mia esperienza di ascolto dei genitori e dei bambini ma soprattutto dalla mia formazione psicanalitica ispirata anche da Françoise Dolto – psicoanalista francese – che propose nel 1979 la nascita della Maison Verte a Parigi (ma che si è diffusa in tutto il mondo). Cosa propone? Propone che a volte i bambini che non hanno avuto accesso psichico alla possibilità della separazione- anche se momentanea -  dalle figure parentali, quando si trovano in situazioni e luoghi differenti dalla loro casa e con bambini e/o adulti che non rientrano nell’accezione di ciò che intendiamo come nucleo famigliare, non riescono a relazionarsi con gli altri. Quindi il “ponte” che lei nomina dovrebbe essere attuato attraverso la sua presenza o di quella di suo marito. Potrebbe occorrere molto o poco tempo per permettere a Alessia una sua indipendenza emotiva e quindi relazionale. Ma l’aspetto importante consiste nel non metterle fretta non trasmettendole una certa insofferenza per questo aspetto. A tale proposito le consiglierei, per avere ulteriori info. di accedere al sito dell’Associazione F. Dolto (di cui anch’io ne faccio parte), nello specifico al sito www.lacasaverdeonline.it. Per qualsiasi ulteriore info. non esiti a contattarmi.

Un saluto. Dr.ssa Franca Brenna

Dott.ssa Franca Brenna

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Milano

La Dott.ssa Franca Brenna offre supporto psicologico anche online