Mia figlia non accetta il mio compagno

Paola

Buongiorno. Da anni cerco di capire una situazione di disagio continua tra mia figlia e il mio compagno. Mi sono separata dal padre con cui non andavo d'accordo quando mia figlia aveva da poco compiuto 3 anni. Il rapporto con lui all'inizio ha avuto qualche problema perché lui non accettava la fine e a volte mi pedinava. Pian piano ha accettato Dopo un anno, ho conosciuto un uomo di cui mi sono innamorata. Questo uomo in realtà è mio cugino di primo grado, ma l'amore ha preso il sopravvento anche sulla parentela. Ho cominciato a lavorare da lui fuori provincia per un anno e poi stanca di fare avanti e indietro perché non vedevo più tanto mia figlia, ho deciso di trasferirmi. Mia figlia gradualmente ha conosciuto il mio compagno e fin da subito si è mostrata astiosa io penso spinta molto anche da un padre che non accettava una mia relazione né tanto meno con mio cugino. Al trasferimento si è adattata senza problemi. Nel nuovo asilo è venuto fuori il suo carattere forte ma dolce e ha legato con tantissime persone (a differenza di dov'eravamo prima che era chiusa). Ma il suo papà non l'ha presa così e ha voluto un avvocato. Da lì i rapporti si sono inaspriti. Ho vissuto per due anni solo con mia figlia e tutto è sempre andato bene tra me e lei anche se quando stavamo insieme noi tre, lei tendeva a trattarlo male e a litigarci. Dopo due anni abbiamo deciso di convivere ma la convivenza ha peggiorato il loro rapporto. Riescono ad andare d'accordo solo quando andiamo in vacanza. Per il resto è una lotta un giorno si e uno no. Lei non è mai affettuosa con lui e lui non tollera i suoi capricci, anche se è padre pure lui ma ora suo figlio ha quasi 18 anni. Purtroppo il mio compagno cerca di resistere ma quando non ce la fa più se ne va rifugiandosi nel camper per qualche giorno. Le acque si calmano, ritorna, ma poi gli scontri ricominciano. Il rapporto tra me e lui è peperino e a volte litigioso (passando noi molto tempo assieme tra casa e un'attività in proprio) ma dopo poco facciamo pace e ci mostriamo rispetto e affetto anche davanti a mia figlia. Se ci baciamo un tempo ci divideva, ora mette il muso. Il problema è che dopo due anni di convivenza volevamo acquistare una casa. Ma non me la sento di affrontare un mutuo se ogni giorno è una lotta. Dobbiamo decidere se continuare una convivenza oppure no. Io sono tra due fuochi. Amo entrambi e vorrei andassero d'accordo ma sono due teste dure e sono arrivata al punto di non intervenire più nei loro scontri, dove mia figlia molto spesso usa schiaffi e calci. Ora. Mia figlia ha 8 anni compiuti, viviamo nella nuova città da 4 anni, è ben integrata e pensavo che crescendo e avendo molti amici, la scuola le attività, un po' si "staccasse" da me e mi lasciasse vivere la mia relazione. Il padre lo vede solo una volta la settimana e a weekend alterni (questo per scelta del padre. L'accordo fatto con gli avvocati prevederebbe almeno due incontri la settimana ma lui dice che non ce la fa con turni e soldi - abitiamo a 40km da lui) e io vorrei di più visto che durante la settimana la gestisco io e la babysitter, ma non vado a creare ulteriori problemi visto che sembra che il padre se la sia messa via e sia più sereno. Quest'anno abbiamo festeggiato tutti assieme il compleanno di nostra figlia e andiamo d'accordo. Ma questo forse a lei non basta. Ho l'impressione che lei conti solo su di me. Vuole bene al suo papà ma ne sente raramente la mancanza. Ora, causa coronavirus, siamo a casa da un mese e mezzo e suo papà lo vede solo in videochat e sembra non risentirne. A volte ho la sensazione che mi abbia identificata come unico genitore e per questo non accetta il mio compagno. Io mi sento sfinita e non so più cosa fare. Parlo molto con lei ma sembra cambiare idea continuamente

7 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno

È evidente che la situazione risulti piuttosto complicata a livello di gestione, non solo concreta ma anche emotiva per tutti voi. Sua figlia ha lei come riferimento, ma non dimentichiamo che c'è un papà (che vede e che si prende cura della figlia, magari con tempi diversi da quelli che uno vorrebbe, ma c'è). Inoltre vi è il suo attuale compagno, che sembrerebbe rivestire un ruolo comunque importante all'interno del contesto familiare. Credo sia importante che lei, come donna, non rinunci alla possibilità di un futuro col suo compagno, ma considerando anche la sofferenza che sua figlia le manifesta. Provi a mediare la loro relazione cercando di aiutare il suo compagno a comprendere maggiormente la sua bambina. Faccia anche in modo che non sia sua figlia "a scegliere" con chi può o non può stare lei. Non possiamo delegare un compito (ovviamente non consapevole) così importante ad una bambina. Parli anche col suo compagno, chiedendo di avere pazienza e di aiutarla mantenendo per entrambe un comportamento stabile (provi a fargli comprendere che se ad ogni discussione si rifugia nel camper, la sensazione che passa potrebbe essere di poca stabilità). Ci vuole pazienza e gradualità. 

Auguro Buona fortuna

Cara Paola,

non sto qui a ricordarti che la parentela é un po’ troppo stretta x avere rapporti... questo immagino lo sai. Penso a tua figlia. Da come la descrivi pare gelosa e capricciosa... ma è una bambina di 8 anni! Lei vuole la sua mamma per sé, essendo in pratica tu, genitore unico.

Non mi sembra una richiesta così assurda: tu puoi scegliere chi vuoi amare, ma lei?

Sembra quasi tu voglia imporle il tuo compagno. Non lo può amare per forza, inoltre anche lui non sembra fare molto per conquistare il suo affetto.

I conflitti nel tempo si sono acuiti e non si intravede a breve una soluzione pacifica.

Ti invito a riflettere su queste conflittualità prima di prendere decisioni impegnative.

Altra cosa da sconsigliare è avere atteggiamenti affettuosi con il tuo partner di fronte alla piccola, ciò la renderà ancora più sofferente nei tuoi confronti.

Dirai: anch’io ho diritto di vivere la mia vita ... Certo! Ma anche tua figlia! E tu hai delle responsabilità verso di lei, in quanto minore. Proteggila, falle sentire che per te è al primo posto, rassicurala.

Questo potrebbe essere l’unico modo per farle accettare nel tempo le tue scelte affettive.

Hai la soluzione, se vuoi, per tenere entrambi, ma al momento lui a debita distanza...

Ciao, auguri

 

Gent. Sig.ra, la sua lettera esprime quanto la situazione avveleni comprensibilmente la sua vita. Mi sembra un'equilibrista che cammina sul filo, cercando di mediare inutilmente i rapporti tra sua figlia, il suo compagno e il padre di sua figlia.

Tenterò di trasmetterle le riflessioni che la situazione mi suggerisce dall'esterno, sperando di darle qualche spunto per dipanare i suoi legittimi interrogativi.

Tra la figlia e il suo compagno non si è stabilito finora un rapporto sereno, i motivi sono probabilmente molti, primariamente perché l'ha sempre percepito come un rivale nel suo affetto. È lei, signora, il riferimento affettivo della bambina.

Non è mio compito né ho elementi per discutere in questa sede le dinamiche affettive della situazione, tuttavia mi sento di dirle che a fare la differenza è la sua personale convinzione di avere il diritto di vivere una vita appagante e serena.

Una volta che si riconosce questo diritto, sarà facile spiegarlo a sua figlia e sarà semplice per sua figlia comprendere. Per cui le consiglio di partire sempre da se stessa, dai suoi desideri, che in questo momento sembra non riuscire a mettere a fuoco presa dalle circostanze. Se sua figlia la percepirà sicura delle sue scelte, non potrà che accettarle, prima o poi. In ogni caso, faccia sempre capire alla bambina che lei la ama incondizionatamente.

Il resto verrà da sé,  ma tenga sempre presente che non possiamo controllare le reazioni di chi amiamo, semplicemente cerchiamo di fare del ns meglio.

Un supporto di tipo psicologico in questo periodo le sarebbe utile, per chiarire i punti che le ho accennato.

Resto a disposizione e le faccio mille auguri

Dott.ssa Daniela Benvenuti

Dott.ssa Daniela Benvenuti

Padova

La Dott.ssa Daniela Benvenuti offre supporto psicologico anche online

Buongiorno Paola,

le trame familiari che descrive sembrano essere davvero fragili e faticose per tutti. La separazione e il rapporto con i figli sono temi estremamente delicati che richiedono tempo e voce per essere raccontati e visti. Si dice molto stanca per questa situazione, mi chiedo se abbia mai pensato di rivolgersi ad uno psicologo in questi anni per una consulenza, in modo da essere aiutata a comprendere meglio le trame relazionali di cui parla ed essere orientata nella scelta di un eventuale percorso finalizzato a ritrovare un maggiore equilibrio.

Un caro saluto

Dott.ssa Silvia Romano

Dott.ssa Silvia Romano

Padova

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Gentile Paola

Descrive sua figlia come una bambina di 8 anni, capricciosa e gelosa.

Partirei da queste tre cose:

- 8 anni, piccola e con un grande bisogno di essere amata dalla mamma(unico genitore sempre presente) di sentirsi il suo unico amore

- Capricciosa… magari, non parlerei di capricci ma l’unico modo che ha una bambina di 8 anni per sentirsi al centro dell’attenzione

- Gelosa … come potrebbe non esserlo ?

Lei non ricorda quando aveva l’età di sua figlia, magari,  non ha vissuto una separazione, un trasferimento e una nuova convivenza con una persona che non l’accetta(così racconta lei).

Sicuro, per lei, questa altalena di vissuti  non la rende felice ma, lei può scegliere di amare chi vuole… sua figlia no … ama lei, la sua mamma.

Credo che lei debba mettere un po di ordine nel suo vissuto e nei suoi affetti prima di prendere qualsiasi decisione per la sua vita e quella di sua figlia.

Affronti un percorso con uno psicoterapeuta e questo l’aiuterà nella decisione più opportuna.

Le auguro buona fortuna

 

Buongiorno, mi rendo conto del periodo difficile che sta vivendo. 
Ha mai pensato di andare da uno psicoterapeuta per confrontarsi con qualcuno che non è coinvolto affettivamente in modo da poter essere libera di pensare a voce alta e chiarirsi un po' le idee? Non che abbia le idee confuse ma forse c'è da mettere ordine. Ci sono tante cose che ha scritto e ci sono tanti dati che mancano. 
Se crede può contattarmi anche online così a voce ci si spiega meglio. 
i riferimenti ci sono su questo sito.

La aspetto e, nel frattempo, la saluto cordialmente. 

Salve, comprendo le difficoltà che incontra e le incertezze che sta vivendo insieme a due persone che lei ama ma che reciprocamente non si accettano.

Le mie riflessioni riguardano soprattutto la sua relazione con la figlia, una figlia che ha vissuto contrasti tra le figure di accudimento, i genitori, da sempre probabilmente.

Posso pensare che, per sua figlia, la figura maschile vicino alla propria mamma possa essere vissuta minacciosa e pericolosa per entrambe.

 Le esperienze negative vissute tra il padre e la madre nei primi tre anni di vita possono portare i figli ad atteggiamenti di protezione verso il genitore che generalmente subisce azioni negative da parte dell’altro partner.

In altre parole il bambino non può accettare di vedere ferito ed in pericolo anche se solo disprezzata, una figura di riferimento sicura per la sua crescita.

Nel prosieguo di questi vissuti il minore può fare nascere la gelosia nei confronti di un nuovo partner per paura di perdere la persona che ama.

Tengo anche a pensare che il proprio attuale compagno non riesca a stabilire una relazione positiva con la bambina e pertanto a rassicurarla che non perderà l’amore e le attenzioni della mamma.

Quindi, quello che le posso consigliare è di capire in modo chiaro le motivazioni per le quali la bambina si relaziona attualmente in modo cosi aggressivo con il suo compagno nonché trovare insieme a lui le modalità più adeguate, strategie e azioni, per stabilire una relazione positiva con la bambina stessa.

Il rifiuto e la permalosità hanno sempre una ragione!

Cordiali saluti

Dott.ssa Maria Zampiron

Dott.ssa Maria Zampiron

Padova

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