Mio figlio fatica a socializzare

Roberta

Buongiorno,sono una mamma di un bimbo di 5 anni che da quando frequenta il secondo anno di asilo ha cominciato a manifestare, stando a quanto mi hanno comunicato le sue insegnanti, alcuni problemi di socializzazione. Il bimbo spesso e volentieri mi dicono si estrania dal contesto per rifugiarsi in un mondo suo che è fatto delle cose che gli interessano : per esempio le macchine che tagliano l'erba o le motoseghe:gioca quasi sempre da solo e fatica a socializzare. il bambino a casa tuttavia è sempre ben presente , mi sembra un bimbo sereno, di notte dorme bene, ha una fervida immaginazione, sorride ride e chiacchiera molto. Con i bambini ha sempre avuto un atteggiamento di iniziale diffidenza per via della sua timidezza ma al parco e a casa di amici che hanno bimbi della sua età poi ha sempre giocato, quando più quando meno. A casa dimostra spesso insofferenza verso le regole che noi genitori gli abbiamo imposto; per es lavarsi le mani prima di mangiare o riordinare i giochi, ma tra mille storie alla fine ubbidisce. La scuola materna non gli è mai piaciuta molto non tanto perché non ci sono io ma perché alla fine le cosa che fa durante la giornata non lo interessano molto. Il problema mi sembra si manifesta in questo modo solo quando è all'asilo... sono molto preoccupata spero mi possiate dare qualche consiglio Roberta

7 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Roberta,

se il bambino è sereno e normalmente non manifesta grosse difficoltà non credo che la cosa sia allarmante. Durante la crescita i nostri piccoli attraversano numerose fasi in cui creano, modificano e sviluppano le loro predisposizioni e sfumature caratteriali. Probabilmente la timidezza del suo bambino sta uscendo nel contesto scolastico, forse perchè, senza la presenza rassicurante dei suoi genitori, si sente più insicuro e questo lo porta a chiudersi. Lasci che sperimenti le cose a modo suo, lo sproni maggiormente, anzi, anche quando è con lei a sentirsi più resposabile e indipendente nelle piccole cose, lasciandolo libero di sbagliare, di provare e di separarsi, in ciò che le è possibile, da lei. In questo modo acquisirà maggiore sicurezza e forse anche le difficoltà a scuola si ridurranno. Spero di esserle stata d'aiuto. 

Dott.ssa Gloria Baisini

Dott.ssa Gloria Baisini

Brescia

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Buongiorno Roberta, dalla descrizione che lei fa di suo figlio, che al di fuori del contesto scolastico si relaziona in maniera adeguata all'età e alla timidezza, non vedo motivo di preoccuparsi, per ora.

Potrebbe essere che il bimbo non sia particolarmente stimolato dalle attività che svolge a scuola e preferisca, data la fervida immaginazione, dedicarsi a ciò che più lo coinvolge o che cattura la sua attenzione e il suo interesse. Verificherei, piuttosto, riguardo alle difficoltà di socializzazione, parlando con il bambino, se ci sono situazioni relazionali sgradite, per esempio, piccoli episodi di litigio, che lo inducono a evitare la compagnia altrui.

Tenga presente che potrebbe essere un comportamento transitorio, non necessariamente l'indicatore di un'importante problematica sottostante. 

Un saluto

Dott.ssa Marialuisa Ferrari

Dott.ssa Marialuisa Ferrari

Brescia

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Buongiorno, pur riconoscendo l'importanza di sviluppare abilita di socializzazione, alcuni cuccioli, normalmente, presentano uno stile maggiormente introversivo ovvero hanno comportamenti ed atteggiamenti più solitari: questo non costituisce un problema. Piuttosto sarebbe opportuno, attraverso il colloquio clinico e/o strumenti di psicodiagnosi, capire se effettivamente questa introversione è, come detto in precedenza, fisiologica e quindi normale oppure se è il sintomo di una problematica diversa.

Gentile Signora Roberta, suo figlio è ancora molto piccolo, la sua preoccupazione è giustificata ma sarebbe necessaria una attenta analisi del clima familiare che molto spesso nasconte dei conflitti anche di natura inconscia. Potrebbe essere utile una consulenza familiare, per capire meglio la relazione genitoriale. Non precisa se è figlio unico, la timidezza nella nostra società è vista come difficoltà , in altre culture come una qualità. Molto spesso le difficoltà dei bambini piccoli sono assorbite da difficoltà che affrontano nelle relazioni genitoriali. Le invio i miei piu' cordiali saluti.

Gentile sig.ra Roberta,

capisco che sia preoccupata per quanto le riferiscono le insegnanti dell'asilo, ma mi sembra quanto meno azzardato definire "problematici" i comportamenti rilevati come tali a carico di suo figlio in quel contesto. Negli altri ambiti di vita quotidiana che lei descrive, il bambino sembra infatti sereno, a suo agio, anzi dotato di qualità che sembrano indicare i presupposti di una personalità autonoma e creativa. Se il "problema" (ma non credo sia il termine adatto...) si presenta solo all'asilo, può darsi che sia in quel contesto che si debba eventualmente ricercare se qualcosa non va....E poi sarebbe utile comprendere "di chi è il problema", ovvero: chi avverte disagio per quella certa tendenza del suo bambino ad estraniarsi? Il suo bimbo non sembra in difficoltà per questo...Troppo spesso si tende a ritenere che il comportarsi in modo differente da quella che viene considerata la normale modalità di adattamento alle regole o alle aspettative sociali, sia sintomo di disagio, disturbo, patologia, ecc...quando può essere in molti casi semplicemente il segno di una tendenza caratteriale a volte più introversa, a volte più originale e indipendente, e comunque ancora libera dai molti condizionamenti (spesso inutili, quando non dannosi) che spesso gli adulti inducono nei bambini attraverso l'educazione tradizionale.

Il mio consiglio è quindi di non accogliere necessariamente e automaticamente come sintomo di un "problema" di suo figlio le osservazioni delle insegnanti dell'asilo, ma di osservarlo e ascoltarlo con attenzione per verificare eventuali segnali di un disagio che, al momento, da quello che lei scrive, non mi sembra riconducibile a disagi o disturbi particolari del suo bambino.

Non abbia riserve a crivermi ancora, se lo ritiene utile per eventuali approfondimenti.

Cordialmente

Gentile Roberta,

non sembra che i sintomi siano molto preoccupanti, il bambino potrebbe avere degli interessi e delle predisposizioni particolari che non trovano riscontro negli altri bambini, per cui trova difficile condividerle.

Ad ogni modo lei riferisce di una certa oppositività che forse andrebbe valutata da uno psicologo. Tenga anche presente che il comportamento di un  bambino va considerato insieme al contesto  e all’ambiente familiare e che i genitori sono i principali collaboratori dello psicologo.  Per ogni maggiore chiarimento le consiglio di consultare uno psicologo psicoterapeuta. 

Dott.ssa Valentina Sciubba

Dott.ssa Valentina Sciubba

Roma

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Salve in merito alla sua richiesta, provi a parlare con le insegnanti e concordare insieme una modalità nella quale l'insegnante aiuta e stimola suo figlio a socializzare, interessandolo alle attività dell'asilo con gli altri bambini e non lasciandolo da solo. Provi a parlare con suo figlio chiedendogli quali sono le sue difficoltà nel socializzare, il fatto che non è molto interessato alle attività dell'asilo è un segnale di difficoltà che trova come lei scrive solo in questo posto e non a casa. Può verificare meglio ed approfondire le motivazioni di questo disagio e poi decidere di interagire con le maestre al fine di stimolare suo figlio a socializzare in una modalità che lo incuriosice. Spero di esserle stata di aiuto, cordiali saluti.