Non provo ne fiducia ne attaccamento verso nessuno, perché?

Mikele

Salve a tutti, sono un ragazzo di 18 anni e mi sono trovato casualmente sul sito, notando che ci sono tanti esperti che potrebbero risolvere dei miei punti interrogativi ho deciso di iscrivermi.
La domanda in alto spiega tutto ma per spiegarmi meglio vi posso parlare un po' più di me nel personale.
Sono cresciuto con mia mamma e mio padre e già da piccolo soffrivo dei tanti litigi che vedevo, spesso molto accesi.
Ho sofferto molto l'assenza di mio padre che quando c'era spesso infieriva emotivamente su di me non avendo mai una parola di conforto per me, spesso insultandomi per i miei errori e facendomi pesare anche miei difetti fisici (durante l'infanzia ero molto grasso, probabilmente obeso)
Attualmente provo un misto di disprezzo e completa indifferenza verso di lui con cui non ho più rapporti.
Un po di pugnalate alle spalle da parte di persone "amiche" e delusioni di questo tipo mi hanno portato a non interessarmi al bene di nessuno tranne quello di mia madre, che è l'unica persona per cui provo amore
La cosa strana e mi ha spinto a fare questa domanda è che non sono una persona che non prova emozioni, anzi il completo opposto.
Sono molto empatico e sto malissimo anche solo a sentir parlare di disagi di altre persone, e ci sono periodi in cui addirittura piango senza volerlo per questi motivi
Ma non mi fido di nessuno e nessuna persona è importante per me.
Non ci sto più male se litigo con qualcuno e non credo alle parole di nessuno, e manco mi interessa farlo.
Tutto questo mi dispiace molto perché a volte penso che se trovassi una persona simile a me forse non avrei problemi ad aprirmi e raccontargli le mie paure e le mie emozioni, come ad esempio faccio con mia madre ma attualmente non mi apro con nessuno perché manco mi interessa e essendo comunque un ragazzo socievole parlo di tutto tranne che di quello che provo e che mi tengo dentro
Non so come definire questa situazione e non so cosa dovrei fare per migliorarla
Aspetto vostre risposte sperando possiate darmi una mano
Grazie a tutti
P.s non so nemmeno in che categoria inserire la domanda perché non trovo una definizione giusta ma spero che problemi relazionali vada bene

4 risposte degli esperti per questa domanda

Salve carissimo Mikele
Innanzitutto voglio dirle che mi dispiace tantissimo per il suo stato e le sofferenze presenti e passate. Ovviamente per darle una risposta precisa e puntuale avrei bisogno di poterla incontrare, online o al mio studio, per poterci trattenere coi tempi necessari degli incontri di consulenza psicoterapeutica, ma ci provo comunque nella speranza di offrirle sollievo.
Non ha alcuna colpa per le sensazioni che prova, lei ha avuto problemi più che sensibili con il Sistema di Attaccamento.
La Relazione di Attaccamento è la relazione con mamma e papà. Gli adulti tendono a idealizzare la loro Storia d’attaccamento descrivendola sempre in toni positivi, questo può succedere sia per timore di riportare alla mente ricordi dolorosi sia per una sorta di rispetto nei confronti dei genitori stessi che hanno tirato su quel figlio senza fargli mancare niente. È vero che tutti genitori fanno del proprio meglio per i figli ma talvolta commettono errori e succede proprio nel periodo di maggior accudimento. Il Sistema di Attaccamento si attiva ogniqualvolta un bambino è stato di bisogno, di necessità di varia natura ”…Ho fame… sono stanco… sono in pericolo…”succede così che io bimbo attivo una serie di segnali che hanno la finalità, e che mi porteranno, a ricevere la vicinanza protettiva delle mie figure di riferimento, ogni bambino ha figure di riferimento che rispondono ai bisogni. Non è un sistema sempre in gioco, si attiva allo stato di bisogno.
Anche da adulti possiamo trovarci in uno stato di bisogno, e che facciamo? Pensiamo alle nostre figure di riferimento!! pensiamo di appoggiarci e chiedere aiuto alle nostre figure di riferimento, proprio come fanno i bambini, e come loro attiviamo segnali affinché ci curino.
Fatta questa premessa lei sembra essere vittima di qualcosa che chiamiamo ACE Adverse Childhood Experiences:  sono quelle terribili esperienze durante l’infanzia che avvengono nel contesto familiare entro di 18 anni e che diventeranno cause di problemi psicologici a tutte le età.
Quali sono queste esperienze avverse che segnano per sempre in modo doloroso la vita delle persone?
 
-      ripetuti abusi fisici e/o psicologici
-      abuso per contatto sessuale
-      madre trattata in modo violento
-      presenza in famiglia di un componente con dipendenza da alcol o da stupefacenti
-      presenza in famiglia di un componente detenuto o incriminato dalla legge
-      presenza in famiglia di un membro depresso cronico o con malattie psichiatriche o con ricoveri in strutture psichiatriche oppure suicida
-      uno dei genitori biologici non presente durante la crescita
-      trascuratezza fisica o emotiva
 È sufficiente una delle esperienze dell’elenco vissuta in maniera ripetuta nel tempo… e mi sembra che per lei ce ne sia più d’una.
Quando parliamo di esperienze avverse durante la crescita parliamo di Trauma dell’Attaccamento
Purtroppo lei non ha ricevuto una base sicura che è ciò che devono offrire genitori ai figli durante l’età prescolare e tutto l’arco della fanciullezza affinché essi possano raggiungere un adeguato sviluppo delle loro capacità cognitivo emotivo relazionali.
Il trattamento psicoterapeutico è per lei importantissimo perché la relazione terapeutica è una relazione riparativa.
Saluti Affettuosi

Dott.ssa Tiziana Vecchiarini

Dott.ssa Tiziana Vecchiarini

Napoli

La Dott.ssa Tiziana Vecchiarini offre supporto psicologico anche online

Ciao, ho letto con attenzione ciò che ti accade e ho percepito che questa condizione ti porta disagio. Conoscere se stessi e il perché  talunii comportamenti nascono,  implica un'attenta analisi e una valutazione del contesto in cui tutto si svolge. La nostra psiche è tanto semplice nella sua complessità. Se riceviamo durante l'infanzia una delusione forte o un rifiuto, in particolar modo, dalle nostre figure primarie di relazione( mamma/papà) saremo, potenzialmente, portati a costruire una sfiducia verso il prossimo. Il bambino che si sente amato da mamma e papà si considererà una bambino amabile da tutti. Viceversa se ciò non dovesse  accadere in modo sano, il bambino potrebbe costruire un'insicurezza e sarà portato a rinunciare agli altri, non investendo più emotivamente  col timore di sentirsi nuovamente rifiutato. Ti invito ad iniziare un percorso psicologo per conoscerti meglio. Ricevo sia a Napoli che a Salerno. Un saluto.

Ciao Mikele si credo sia giustissima la categoria in cui hai scritto ! Questo significa per prima cosa che da solo sei stato bravissimo a diagnosticarti la tua difficoltà e anche il “ perché “ di questa tua difficoltà relazionale la spieghi da solo, anche se non consapevolmente , raccontando la tua storia familiare e la tua infanzia ! E’ chiaro che gran parte delle cause possano risiedere in quello ! Il punto adesso è “ cosa posso fare per affrontare questa paura delle relazioni ?” Posso consigliarti di provare a SPERIMENTARE la fiducia che è una cosa che si calibra e si impara ad avere ... le scottature ci potranno essere ma probabilmente sperimenterai anche piacevoli sorprese ! Sperimenta poco alla volta , concediti tentativi di fiducia .... e naturalmente ti consiglio di integrare con un sostegno psicologico che ti funga da rete e da sostegno 

in bocca a lupo 

La fiducia è una componente assai complessa che si instaura nei primi anni di vita e si mantiene o meno con le esperienze. Significa "mi aspetto che quella tal cosa accade e verifico che è accaduta e quindi la prossima volta so che riaccadrà". quindi la parola fiducia è collegata con la parola delusione laddove quello di cui ero certo che sarebbe accaduto non si è verificato. La delusione mi fa non avere più fiducia. E come dice lei: proprio perchè sono sensibile e quindi più facilmente soggetto a provare dolore, non avere fiducia è una tecnica difensiva. Non si può avere fiducia di tutti e in ogni contesto di vita.

Va quindi posta lunga una gradazione e Va sempre calibrata al contesto: ad esempio a livello lavorativo se lei

è un titolare non può avere fiducia cieca ma deve avere controllo.

Lei è stato ferito su questo punto quand'era piccolo e quindi se lo vuole affrontare terapeuticamente provi con un terapeuta EMDR della sua zona.

Mi sento di rassicurarla dicendole che "non si possono buttare le perle ai porci" quindi il suo parlare di ciò che prova e tiene dentro può farlo solo dopo aver trovato una persona

che ha meritato questa fiducia con l'esperienza relazionale avuta con lei. Ma nella nostra vita sono poche le persone degne della nostra fiducia, si contano sulle dita di una mano

e sono assai preziose. E saremmo molto fortunati ad averla.