Sento che ogni persona mi odia, perfino i miei amici più cari

Dario

Vorrei ben capire cosa mi succede, sento che ogni persona mi odia perfino i miei amici più cari anche quando si dimostrano vicini a me, ogni volta che vengo insultato anche per gioco prendo tutto molto seriamente e faccio il mio meglio per essere una persona buona e gentile infatti la mia pazienza viene sempre riconosciuta. Mi faccio i complessi di una ragazzina e tendo a spaventare gli altri raccontandoglieli o penso di spaventarli anche perché glielo dico dopo poco che ci conosciamo. E tutto questo si riflette nella mia vita sentimentale rendendomi totalmente incapace a prendere un contatto diretto con le ragazze, proprio perché tendo a spaventarle,anche se sono un bel ragazzo tendo a nascondermi dietro le chat per paura dei giudizi, ma anche li mi sento costantemente guardato e sotto osservazione dagli altri. Mi sento totalmente fuori luogo con i miei amici maschi soprattutto quando parlano di ragazze “gnocche“ perché non vedo niente di eccitante in una ragazza senza capire effettivamente che persona sia veramente. Mi sento completamente spaesato e di odiarmi nel più profondo perché cerco sempre la conferma di ciò che dico negli altri rendendoli direttamente partecipi di ciò che sto pensando e delle turbe mentali che ho. E penso che se continuo in questo modo mi troverò solo e senza nessuno che mi sopporti se non per pietà, se questo non è già successo, e scrivo tutto questo con la voglia sia di sfogarmi e cercare il contatto con altre persone che per cercare un aiuto, un consiglio

21 risposte degli esperti per questa domanda

La paura del giudizio degli altri è un qualcosa di molto potente, specie in adolescenza. Paradossalmente, quando noi abbiamo paura di essere giudicati male, finiamo per rischiare concretamente di esserlo, mostrandoci permalosi, timidi o poco assertivi. La chat non è una strategia che va condannata a priori, può essere un modo per conoscere le persone in una maniera più "protetta", basta che la conoscenza virtuale possa concretizzarsi in una conoscenza reale se ne vada la pena, dopo il giusto tempo. Non bisogna essere troppo frettolosi per forza, non ci sono tempi da imporre per quanto riguarda la conoscenza di una ragazza. In ogni caso, il giudizio altrui non è una condanna a morte, ci sono persone il cui giudizio negativo può distruggerci, ma ci sono casi in cui si lasciano ferite che si riemargineranno molto in fretta.

Carissimo, Dario ho letto con attenzione la tua richiesta di aiuto. Il tuo bisogno di scoprirti agli altri ti crea difficoltà nelle relazioni con i tuoi coertanei e cerchi sempre conferme che ti facciano sentire sicuro. Il sentimento che tu chiami odio dei tuoi amici nei tuoi confronti forse è una stanchezza da parte loro.  Se desideri un aiuto mi puoi chiamare e fissiamo un appuntamento conoscitivo in modo tale che possiamo insieme superare queste difficoltà. 

Un caro saluto

Dott.ssa Federica Buffoni

Dott.ssa Federica Buffoni

Roma

La Dott.ssa Federica Buffoni offre supporto psicologico anche online

Salve Dario, ho letto quanto scrive e credo che alla sua età, ovvero 17 anni sia difficile non avere la sensazione di essere osservato e giudicato dagli altri.

Spesso nella fase adolescenziale ci capita di pensare che tutto il mondo non ci vuole oppure che spaventiamo gli altri, è molto importante nelle relazioni comprendere con chi possiamo aprirci onestamente e con chi invece possiamo avere una relazione meno intima, questo ci permette di tutelarci.

Spesso le chat ci proteggono e questo ci permette di aprirci maggiormente, dall'altra potrebbe essere proprio utile sperimentarsi in una relazione reale.

Quello che mi colpisce è che scrive che sente di odiarsi nel profondo e che ha la consapevolezza di cercare conferme di ciò che invece internamente sente lei verso se stesso.

Per poter strutturare delle buone relazioni è importante avere un buon livello di autostima e accettazione di sè su cui si può lavorare, chiedendosi anche a cosa serve dirsi che gli altri non ci vogliono e che ci lasceranno soli?

Se vuole può contattarmi, ritengo che possa essere utile strutturare un ciclo di incontri che le potrebbe essere utile per migliorare il suo livello di autostima e la sua capacità di vedere la realtà in modo obiettivo.

Resto a sua disposizione per qualsiasi informazione o domanda.

Un caro saluto

Caro Dario,

 il fatto che sei una persona buona e gentile è un dono che hai, ed è una cosa assolutamente positiva.

Da ciò che descrivi, sembra però, che i tuoi comportamenti siano, anche forse inconsapevolmente, finalizzati ad ottenere a tutti costi una buona relazione con gli altri, evitando ad ogni costo il giudizio negativo altrui.

Quello che temi sembra essere proprio l'essere giudicato e perdere il riconoscimento da parte degli altri.

Penso che un percorso di psicoterapia potrebbe esserti di aiuto per rintracciare l'origine di tale bisogno e per capire meglio te stesso e imparare allo stesso tempo a stare meglio, con te stesso prima di tutto, e poi ovviamente anche con gli altri.

Nella speranza di esserti stata di aiuto, ti invio un caro saluto.

Gentile Dario,

Mi dispiace per ciò che racconti. Comprendo il tuo disagio nel viverti in queste difficoltà, specie quando continuamente ricerchi una soluzione ai tuoi problemi, e in una eta', la tua, in cui si ha tanto bisogno degli amici con cui confrontarsi e a cui chiedere consiglio.

Mi sembra di capire che temi che le tue difficoltà relazionali possano compromettere il tuo futuro, e che potrai un giorno ritrovare da solo.

Penso che sia stato buono per te scrivere per cercare aiuto, è evidente la tua voglia di cambiare per avere una vita migliore in cui possa esprimere le tue potenzialità.

Nel mio lavoro mi sono spesso occupata di problematiche simili alle tue; posso dirti che è possibile per te ritornare ad essere contento della tua vita e sereno con te stesso. Per ora una parte del lavoro l’hai già fatta, scrivendo questa lettera e chiedendo aiuto. Ora non ti resta che proseguire sulla strada che ha iniziato a percorrere, tenendo sempre presente il tuo obiettivo e facendo del tuo meglio per riuscire a raggiungerlo.

Se hai bisogno di informazioni piu' specifiche puoi contattarmi; per ora ti auguro una buona giornata!

Caro Dario,

Non deve essere facile per te provare questo forte senso di diversità e inadeguatezza nei confronti degli altri tuoi coetanei. Questa maggiore vulnerabilità agli eventi esterni caratterizza da sempre un periodo di cambiamenti e confronto con l'esterno come l'adolescenza. Tutti, nessuno escluso, abbiamo provato la sensazione di non essere parte di un gruppo, di non capire come ci si comporti con gli altri, con le ragazze e in altre situazioni simili.  In quello che scrivi però, si intuisce come tu stia vivendo una situazione di allarme e preoccupazione che deve essere affrontata nel modo corretto. Per capire meglio la tua  vicenda personale sarebbe necessario approfondire alcune tematiche attraverso una consulenza psicologica che possa ampliare le informazioni su come questa insicurezza verso te stesso abbia raggiunti livelli così elevati. Per ora posso dirti che la cosa fondamentale é cominciare a scegliere gli interlocutori giusti: se vuoi parlare dei tuoi problemi personali fallo, ma con poche persone, scelte accuratamente e di cui ti fidi ciecamente. Cominciare a diversificare i rapporti é un primo passo per fare chiarezza in te stesso e per acquisire quella tranquillità necessaria per stare in relazione con gli altri. Un'altra cosa importante é cominciare a mettere il focus anche al di fuori di te stesso: quanto ti interessi realmente dei tuoi amici? Quanto anche tu sei o potresti essere una risorsa per loro? Cosa penseresti di te se fossi in loro? E come ti comporteresti al loro posto con te? Queste sono solo alcune domande che puoi cominciare a farti per riflettere con una prospettiva diversa sulla tua situazione.

Se credi possa esserti utile non esitare a contattarmi.

Resto in ascolto.

Ciao e buona giornata.

Caro ragazzo,

Immagino la tua sofferenza e il tuo disagio.

Immagino come tu possa stare, come possa essere difficile sentirsi fuori luogo “non adatto” alle situazioni, alle persone, ai propri amici … Sentirsi giudicato, non adeguato in qualche modo. Provare odio per sé può provocare dolore, talvolta incontenibile, talvolta al punto di sentire di provare disprezzo per sé, per come si è. Pensi che alcune cose su di te siano vere e tu stesso ti accorgi di non accettare questo.

Tutto questo  rende così amaramente difficile vivere le relazioni.

Molto conta dunque da come tu stesso ti percepisci, ti vedi, ancor prima che l’altro ti veda e si accorga di te. Cerchi di fare di tutto, impiegando tanti sforzi ed energie per apparire buono, per essere accettato dagli altri, svelando anche un’apertura sugli aspetti di te che tu definisci “complessi”, per essere accettato totalmente per come sei, comprese quelle “turbe”che sostieni di avere, ma pare che poi gli altri scappino, si allontanino da te.

Prendere contatto con te stesso, ancor prima che con gli altri, può essere un inizio di un chiarimento riguardo a ciò che ti succede e che ti sta a cuore. Comprendere questi aspetti di te, cercarne di darne un  senso, come sono nati, sviluppati, fortificati fino ad oggi, può aiutarti a capirti ancor prima che il contatto avvenga con l’altro.

 Pensa se può essere utile per te iniziare un percorso psicologico. Può essere un sostegno ed una guida per te per migliorare il tuo stato d’animo, il tuo benessere, nonché le tue relazioni.

Io ti do la mia disponibilità per altri chiarimenti eventualmete, se desideri.

La paura del giudizio e il bisogno di conferma da parte degli amici e degli altri in genere, sono atteggiamenti molto comuni a 17 anni, come anche la difficoltà a relazionarsi con l'altro sesso.

Per certi aspetti sembri più avanti rispetto agli amici, in particolare quando dici che non trovi attraente una ragazza fino a che non la conosci. Questa diversità forse crea una dstanza da loro,distanza magari è da lì che nasce il senso della loro ostilità.

Il condividere gli stati d'animo è importante nelle amicizie, ma se sono vissuti molto intimi forse è meglio aspettare che l'amicizia si consolidi.

Dott.ssa Patrizia Mattioli

Dott.ssa Patrizia Mattioli

Roma

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Caro Dario,

capisco la sua preoccupazione e per il suo malessere. Mi sembra molto giusto il suo desiderio di confrontarsi a proposito di questi pensieri invasivi che la preoccupano e  una grande risorsa il fatto che lei li guardi con senso critico. Se vuole possiamo incontrarci una volta al mio studio (il primo incontro è sempre gratuito) e potrò meglio ascoltarla e darle qualche consiglio.

Un caro saluto

Carissimo Dario, le tue  difficoltà relazionali  credo che abbiano una radice piuttosto antica. Ritengo che molto probabilmente in te si siano create delle forme di insicurezza e di bassa autostima per cui avverti delle ‘sensazioni persecutorie’ da parte degli altri, metti in atto delle difese di tipo paranoide e vivi emotivamente tutte le tue relazioni in maniera negativa ma soprattutto senza un reale riscontro. Non posso aggiungere altro poiché non ho sufficienti elementi e notizie relative alla tua vita familiare e sociale da te vissuta fino ad oggi. Il mio consiglio è il seguente: ritengo necessario che ti rivolga ad un bravo psicologolo/a per effettuare un percorso che possa aiutarti a esplorare il tuo breve passato e ti permetta di elaborare ciò che in te non ha avuto una giusta evoluzione emotiva, affettiva e relazionale. Con i miei auguri ed un saluto cordiale.

Salve Dario, in ognuno di noi è presente il desiderio di essere amato, compreso, riconosciuto, accolto e accettato così per come si è. Li dove questi bisogni relazionali non sono stati sperimentati sin dall'inizio o nei contesti abituali di vita quotidiana la persona può tendere a rinunciare alla ricerca della relazione oppure a cercare costantemente conferma per sè, come sembra essere nel suo caso dalla descrizione che fa, ma in fondo in fondo ogni risposta degli altri può risultare insufficiente se accanto ad ogni risposta si associano pensieri di sfiducia, immeritevolezza e incredulità. Allora ogni "insulto" seppur giocoso resta un insulto e provoca dolore e rifiuto ma al contempo non spegne il desiderio di entrare in relazione con gli altri, cosa molto buona che le auguro di mantenere. Quello a cui dovrebbe prestare maggiore attenzione è invece la modalità con cui utilizza le occasioni di incontro con gli altri: come valvola di sfogo per i suoi problemi o come occasione di incontro e conoscenza anche dell'altro? I tempi della relazione sono diversi da persona a persona ma in genere il racconto di tematiche così personali come quelle a cui ha fatto riferimento è riservato a quelle relazioni che per costanza di frequentazione o grado di intimità raggiunta possono accogliere più facilmente questi contenuti oppure ad un profesisonista quale lo psicologo o lo psicoterapeuta che certamente potrebbe aiutarla ad esplorare le sue modalità relazionali, a comprendere meglio il modo come da significato agli eventi della sua quotidianità partendo anche dalla sua storia personale.

Il desiderio di raccontarsi e di aprirsi agli altri è bello ma ha bisongo di crescere e maturare nella reciprocità. Con l'augurio di buoni incontri le auguro di poter continuare a monitorare il suo comportamento, a desiderare di migliorare lo stato delle cose e sapere e poter chiedere l'aiuto che le occorre.

Ho letto lo scritto di Dario e una cosa che mi ha colpito è la sua tendenza a sottostare  ad una dinamica quasi persecutoria che inesorabilmente  soggioga e distrugge tutte le sue relazioni significative. Credo che molti colleghi siano in grado di formulare delle ipotesi verosimili sulle possibili origini di un tale malessere e di proporre dei percorsi per venirne fuori. Personalmente, vista anche la tipologia della dinamica in atto, l'unica cosa che mi sento di dire ed augurare a Dario è quella di trovare, nella sua zona, un bravo collega in grado di accompagnarlo in un viaggio psicoterapeutico sicuramente arduo e pieno di insidie ma percorribile. Credo ne valga la pena.

Caro Dario, vorrei cercare di rispondere alla tua richiesta di aiuto. Nel tuo 'sfoglo' non dici la tua età, ma immagino che tu sia un adolescente o poco più. Non posso darti un consiglio sul comportamento da adottare con i tuoi amici e le ragazze, poichè non so nulla di te, del tuo passato, dei vissuti che ti hanno portato a questa grande insicurezza. Posso solo consigliarti di chiedere aiuto, di avere il coraggio di affrontare le cause che hanno determinato questo tuo disagio. Non perdere tempo, non è giusto che tu viva così. Ad ogni disagio c'è una soluzione, anche se ora ti sembra di vivere in un tunnel buio. Ti auguro di trovare la strada per vivere meglio. Un caro saluto.

 
Dott.ssa Alessandra Paulillo

Dott.ssa Alessandra Paulillo

Roma

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Buona sera Dario, ho letto la tua domanda e la tua età. credo che il desiderio di trovare il tuo posto nel mondo insieme agli altri riuscendo a sentirti bene con te stesso sia l'arduo ma naturale compito evolutivo alla tua etài. Rriuscire a sentirti diverso dagli altri senza temere un rifiuto è una conquista non da poco e riguarda la capacità di stimare te stesso anhc enelle divergenze coi tuoi compagni e sentirti a tuo agio nell'incontro con le ragazze. Le emozioni che descrivi nella tua lettera fanno parte di questo percorso che, a volte necessità di un sostegno. Qqualora ne sentissi il bisogno anche solo per una consulenza contattami pure.

Un saluto

 

Caro Dario,

da quello che scrivi mi sembra di capire che proietti molto le tue insicurezze sugli altri..quando si è insicuri si cerca ogni appiglio che arrivi dall'altro come conferma o disconferma a quello che si pensa, si sente, si vive.. insomma a se stessi. Fin quando ci appoggiamo agli altri per cercare qualcosa che possiamo trovare solo dentro di noi, questa insicurezza non può che alimentarsi, e renderci più dipendenti e passivi nei confronti della vita e del mondo.

Mi colpisce poi il tuo modo di dare conferme alla tua paura di non essere amato  " tendo a spaventare gli altri raccontandoglieli o penso di spaventarli anche perché glielo dico dopo poco che ci conosciamo" ..in qualche modo è più accettabile partire dall'idea che non si è accettati dall'altro e fare di tutto per dimostrarlo piuttosto che, essendo semplicemente se stessi e accettando di entrare in relazione con l'altro, farsi vedere come si è, tollerando il rischio che si può piacere all'altro come no..

Stare bene con se stessi, vuol dire accettarsi per come si è, accettare che si è diversi dagli altri e che questo non è necessariamente un male " Mi sento totalmente fuori luogo con i miei amici maschi soprattutto quando parlano di ragazze “gnocche“ perché non vedo niente di eccitante in una ragazza senza capire effettivamente che persona sia veramente."

Penso che tu abbia una grande sensibilità e che debba usarla per farne la tua forza.

Con l'augurio di prendere in mano la tua vita in modo più assertivo.

Parlane con i tuoi genitori affinchè tu possa fare una Psicoterapia.  Ciao.

Dott. Artabano Febo

Dott. Artabano Febo

Pescara

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buon giorno,

sicuramente stai attraversando un difficile momento di cambiamento,

la tua età parla di tante cose....... potresti farti accompagnare da un esperto nel settore per poter affrontare meglio questo momento di passaggio/disagio e per aiutarti a dare una risposta coerente a tutte le domande che ti poni.

a presto

Gentile Dario,

il mio consiglio è di prendere in considerazione l'idea di iniziare una consulenza, per rimettere a posto i pezzi "rotti" dentro di lei, che la obbligano a essere sempre in difesa nella vita e con gli altri. Sento che questo la rende infelice e sicuramente non è piacevole vivere sempre "in guardia". Pertanto le consiglio di fare qualcosa per se stesso, almeno per mettere chiarezza nella sua vita e guardare in faccia il futuro a testa alta, senza essere schiavo delle sue paure. Cordiali saluti,

~~Salve Dario, fa benissimo a sfogarsi ma non basta! Noto in lei i vissuti della rabbia, dell’ira e della paura che la portano a vivere il senso di solitudine con il risultato soggettivo di essere  incapace di stare e di relazionarsi con gli suoi coetanei ed in generale con il mondo che la circonda. Nei suoi panni, io mi chiederei  il perché voglio spaventare gli altri, il motivo vero che mi rende incapace a relazionarmi con le ragazze, quale giudizio temo e,  non per ultimo, da cosa nasce il mio bisogno  di essere continuamente confermato dagli altri in ciò che dico e penso mediante una loro diretta partecipazione al mio vissuto. Attraverso tali comportamenti, Dario, lei dimostra una scarsa fiducia e stima di se stesso, nelle sue capacità relazionali ed interpersonali o meglio evidenzia un notevole senso di inferiorità che causa in lei tanta rabbia e una sostenuta paura di confrontarsi con gli altri. Quindi, al fine di evitare di rimanere “solo” a lungo andare le consiglio di affidarsi ad uno psicoterapeuta   per farsi guidare sia  nel comprendere l’origine dei comportamenti che la fanno soffrire e sia nell’individuare e mettere in atto le  modalità a lei più consone  per superare  tali problematiche esistenziali Cordiali saluti

Dott.ssa Maria Zampiron

Dott.ssa Maria Zampiron

Padova

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Caro Calimero

mi sembra che lei come quasi tutti i ragazzi della sua età rivendica di esser visto e valutato.

La cosa sulla quale le suggerisco di riflettere è che stando in un gruppo, presumo di suoi pari, lei ha più o meno le stesse esigenze dei suoi amici... che succede se i suoi cari amici allontanano da se stessi i loro problemi?

Come possono occuparsi dei suoi vissuti visto che probabimente loro evitano i propri? Lei dal suo racconto mi sembra molto sano quando dice che ricerca il contatto ed ha ancora desiderio di costruire rapporti interpersonali.  Alla sua età, da come sembr lei è molto giovane, credo che vivere la paura di non esere voluto, sentirsi non sempre all'altezza fa parte del gioco della vita,

che un pò ci attiva e un pò ci scoraggia... ma questo è uno dei sensi profondi della vita e per crescere nn se ne può sottrarre. Coraggio ...

Dott.ssa Margherita Venditti

Dott.ssa Margherita Venditti

Roma

La Dott.ssa Margherita Venditti offre supporto psicologico anche online

Caro Dario,

sarebbe importante capire meglio cosa intendi per "spavento" gli altri raccontandogli i tuoi "complessi". E poi questa condizione "di sentirsi odiato" da quanto tempo è presente in te?

Certo la tua età è un'età piena di paure e contraddizioni, è l'età in cui si comncia a capire/pensare a ciò che si vuole/fare nella vita e della propria vita, un'età di cambiamento ed il cambiamento è sempre accompagnato da un pò di insicurezza.

Per quanto riguarda il discorso sulle ragazze, non c'è nulla di sbagliato in quello che dici, è importante conoscere una persona prima di dire "mi piace", sei solo più sensibile e più maturo dei tuoi coetanei.

Io ti consiglierei un breve percorso individuale, dove poter capire realmente chi sei e cosa vuoi, questo è il primo passo per avere fiducia in se stessi.