Terapeuti e Pazienti

Lucifero

Ho iniziato da circa 3 mesi un percorso psicoterapeutico, sono un giovane uomo solo e insicuro, se dicessi il contrario mentirei.. e forse anche tendenzialmente paranoico, non saprei, quantomeno fatico enormemente a fidarmi completamente di una persona, una piccola parte di me si tiene sempre aperta la possibilità di essere tradito, fregato. la mia terapeuta è una giovane donna che pare premurosa ed empatica, vorrebbe mi fidassi maggiormente di lei e me lo domanda spesso, evidentemente pensa che io non creda nelle sue doti o che in me non ci sia abbastanza fiducia nei suoi confronti. io cosa penso.. 1-che ho paura di innamorarmi di lei a lungo andare, già solo durante l'ultima seduta l'ho sentita vicina, mi ha fatto sentire bene, mi ha fatto levare ulteriori armature, armature che mi servono per mantenere le giuste distanze, voglio dire, sono un giovane uomo single, solo, insicuro, a cui come a tutti piacerebbe avere una partner con cui condividere la vita, e mi appare davanti una donna che è una coetanea, empatica e che mi da il suo appoggio.. come mai potrà andare a finire questa storia?! inizialmente mi chiesi se avrei potuto rimanere concentrato sul percorso anzi che su di lei, mi dissi di si, a patto di ricordarmi sempre dove eravamo e perché, ma pensavo di trovarmi di fronte una persona più fredda e distaccata e che non mi avrebbe costantemente chiesto di fidarmi di lei, questo mi ha appunto spinto a rimuovere gradualmente i veli necessari a un uomo sensibile per mantenere le giuste distanze da una donna, specialmente se c'è il sentore che potrebbe essere una partner adeguata. 2-che lei mi voglia manipolare al fine di spillarmi soldi, anche se è una possibilità che ritengo improbabile, tale possibilità non smette mai di esistere, non riesco a fidarmi ciecamente, come un riflesso incondizionato davvero ostico da levare. Ed in ogni caso, non sapendo in che direzione stiamo andando, non avendo un obbiettivo da raggiungere, non sono certo lei sia, oltre che onesta, anche capace a sufficienza! per esempio, a volte mi chiede di chiudere gli occhi e mi rimanda ad episodi passati, le piace fare questa cosa woodo-shamanica di farmi chiudere gli occhi e rivangare il passato.. a me sembra di essere coccolato, mi piace la sua voce, mi calma, ma a un certo punto mi sembra un viaggio inutile, mi sembrano episodi che non sono poi così rilevanti per la mia vita presente e questo mi fa domandare se lei stia capendo o se effettivamente stiamo brancolando nel buio in due. Alle volte mi sembra un po stupidina insomma, alle volte mi sembra nascondere sotto una persona brutta e cattiva.. in ambo i casi non vorrei mai ferirla bruscamente, il più delle volte mostra quel lato(o forse maschera) di sé così dolce e premuroso, che mi dispiacerebbe, lei stessa dice di essere una persona forte ma sensibile... chissà.. una nota positiva è che pare esserci una sorta di supervisore anziano, a cui lei chiede consiglio, con cui si confronta, informazione di cui ha voluto mettermi al corrente. una nota negativa è che ritengo di essere un caso complicato, una persona che di natura fa parecchia resistenza, facendo faticare il terapeuta. ecco vorrei chiedere come comportarmi riguardo questi due punti, se è il caso di continuare con lei una terapia o se è il caso di interrompere e cambiare doc.

2 risposte degli esperti per questa domanda

Buongiorno Lucifero, 

Ti suggerisco di riferire quello che provi o quello che senti durante il percorso terapeutico. Mi riferisco anche alle perplessità riguardo gli obiettivi della terapia. La psicoterapia si basa sulla fiducia ma anche sulla condivisione e co-costruzione di una direzione specifica. Se dovessi avere delle titubanze o incertezze nell'esprimere i tuoi pensieri, ricorda che è normale e che sei protetto dal segreto professionale. 

Saluti 

Dott. Francesco Viola 

Quello che stai vivendo nel tuo percorso terapeutico non è affatto insolito ed è anzi una parte importante del processo. I sentimenti di vicinanza, il timore di innamorarti della tua terapeuta e i dubbi sulla sua competenza o sulle sue intenzioni possono essere letti come dinamiche di transfert e resistenze naturali che emergono in terapia.

Il transfert avviene quando proiettiamo sul terapeuta emozioni, bisogni o aspettative che nascono da esperienze relazionali passate. Sentire una connessione forte con lei o temere di abbassare le tue difese potrebbe riflettere un desiderio profondo di sicurezza e accoglienza che forse in passato non hai sempre trovato. Allo stesso modo, i dubbi e i sospetti possono essere un modo per proteggerti da un possibile senso di dipendenza o vulnerabilità, un meccanismo che probabilmente hai costruito per affrontare altre relazioni.

Queste dinamiche, per quanto possano sembrarti destabilizzanti, rappresentano un’opportunità di crescita. Esprimerle apertamente con la tua terapeuta, anche il timore di essere manipolato o i dubbi sull’efficacia del lavoro svolto, può essere un passo cruciale. La terapia è uno spazio per esplorare anche queste difficoltà relazionali, che spesso rispecchiano come ci approcciamo ai rapporti nella vita di tutti i giorni.

Il fatto che la tua terapeuta abbia un supervisore è un segnale di professionalità e serietà. Riguardo al lavoro sugli episodi del passato, anche se ora ti sembrano poco rilevanti, potrebbero servire a far emergere aspetti di te che influenzano il tuo presente. Se qualcosa non ti è chiaro, puoi sempre chiedere spiegazioni: un dialogo aperto rafforza il percorso.

Se, nonostante questo, continui a sentirti poco allineato con lei, puoi considerare un cambiamento. Non sarebbe un fallimento, ma una decisione presa per il tuo benessere. Tuttavia, il confronto diretto prima di prendere questa strada potrebbe offrirti nuove prospettive sia sul tuo percorso che sulle difficoltà che incontri nel fidarti degli altri.

Ti auguro il meglio nel tuo viaggio terapeutico e nella scoperta di te stesso.

Giada

Dott.ssa Giada Maria Tonelli

Dott.ssa Giada Maria Tonelli

Milano

La Dott.ssa Giada Maria Tonelli offre supporto psicologico anche online