Autoriferimento in adolescenza
La situazione evolutiva dell’adolescente secondo un’ottica psicoanalitica
L’adolescenza è quel periodo evolutivo caratterizzato dalle operazioni psichiche tendenti ad uscire dalla dimensione di “tutela” a partire dal movimento biologico della pubertà. Infatti le modificazioni del corpo indotte dalla maturazione sessuale fanno emergere la validità delle identificazioni con i genitori; inoltre l’adolescente assume su di sé l’immagine del genitore sessuale e del legame sessuale, proiettandola, come una funzione non più solo mentale, ma ora anche operativa sul piano interpersonale.
La maturazione sessuale segna il passaggio da una identificazione con il genitore sempre rimaneggiabile attraverso la scissione e la proiezione ad una assunzione di identità con un lavoro di indifferenziazione del Sé all’interno della continuità del legame di identità.
Infatti la maturazione sessuale fa sì che il piano fantasmatico si incontra con il reale grazie all’evidenza delle somiglianze corporee e anche fa intravedere un nuovo orizzonte psichico e relazionale articolato attorno al desiderio, alla possibilità di poter costruire l’oggetto del proprio appagamento narcisistico e oggettuale.
Compito dell’adolescente è distinguere all’interno del suo Sè le identificazioni consonanti da quelle dissonanti, quest’ultime frutto delle proiezioni dei genitori che adesso sono sentite come estranee. Se le proiezioni dei genitori si muovono in una dimensione narcisistica, il figlio adolescente si sentirà prigioniero di una identificazione che definisce il suo Sé e il suo senso di identità, instaurando una dinamica conflittuale.
Spesso però i termini del conflitto sfuggono sia ai genitori che ai figli.
In questa reciprocità di identificazione proiettiva si crea la dipendenza psicologica dell’adolescente che, per uscire dalla “tutela”, deve svolgere un lavoro di costruzione di auto-rappresentazione. Questa differenziazione è più difficile se le identificazioni proiettive avvengono sulla base di una scissione troppo rigida, l’adolescente perde la prospettiva sul suo Sè e su quello dei genitori, è aperta la via alla patologia anche perché i genitori di questo tipo, chiusi nella dimensione narcisistica, non si fanno portatori di una domanda di aiuto dell’adolescente che rischia così di perdere il luogo di proiezione delle proprie angosce infantili irrisolte.
Allo stesso modo nella tarda adolescenza nella storia delle persone ci sono dei momenti che separano iol passato dal presente, ciò che si è stati da ciò che si sta diventando. La tarda adolescenza è proprio uno di questi momenti, ad esempio nel passaggio dalla scuola superiore all'università perchè c'è un mutamento radicale nell'organizzazione della vita e dello studio. ER' diversa la struttura scolastica, il modo di studiare, di apprendere, non c'è più la classe che era un punto di riferimento stabile di appartenenza.
Il processo di adattamento spesso genera difficoltà e crisi, Bion dice "La possibilità di apprendere dipende dalla capacità di conservare lo sviluppo del contenitore integrato senza renderlo rigido".
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