Sindrome del nido vuoto

S. Maria

Salve, mi chiamo Maria, ho 56 anni, vedova da 14 e con due figli di 32 e 26 anni. Il grande è partito 5 anni fa ma le cose non sono andate come sperava ed è rientrato a casa da circa 3 mesi. La piccola (si fa per dire) tra due giorni andrà a convivere, sempre nella mia città. Ho già vissuto la sindrome del nido vuoto soffrendo anche di depressione dopo la partenza del maschio ed ora il pensiero che mia figlia lascerà casa, mi fa sentire un immenso dolore. Premetto che con lei ho un rapporto molto profondo e per me lei è tutto. Durante l'assenza di mio figlio, abbiamo vissuto momenti brutti che ci hanno reso più unite che mai ma abbiamo anche condiviso tantissima gioia e complicità. Ora, sento il vuoto dentro ed anche se sono consapevole che è la legge della vita e che pian piano mi adatterò (almeno spero), in questo momento sento una profonda angoscia. Sicuramente sarebbe stato peggio se mio figlio non fosse mai tornato perché mi sarei ritrovata completamente sola. Ma questa cosa non mi consola...immagino quando lei non sarà più in casa e mi viene da piangere, mi sento il cuore spezzato. Non so come affrontare questo evento che mi sta opprimendo le giornate...io, che sono sempre stata forte per tutti.

5 risposte degli esperti per questa domanda

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Dott. Francesco Damiano Logiudice

Roma

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Cara Maria, il dolore che provi è profondamente comprensibile. Sei una mamma che ha dedicato la sua vita ai figli, e il distacco – anche se naturale – porta con sé un senso di vuoto difficile da colmare. La tua reazione è normale e dimostra quanto sia stato intenso e speciale il legame che hai costruito con tua figlia. La buona notizia è che non la stai perdendo, la tua relazione con lei cambierà, ma resterà sempre forte. Non è un addio, è una trasformazione. La vostra complicità potrà continuare in modi diversi: con incontri, telefonate, e momenti speciali che vi ritaglierete. Non c'è nulla di sbagliato nel provare tristezza, paura e malinconia. È una fase di passaggio, e con il tempo troverai un nuovo equilibrio. Per anni il tuo ruolo di mamma è stato centrale, ma ora è il momento di riscoprire Maria come donna, non solo come madre. Ci sono passioni, hobby o attività che hai messo da parte? Potrebbe essere il momento giusto per esplorare nuove strade. Crea nuovi rituali con tua figlia; magari potreste avere una cena fissa insieme ogni settimana, o una giornata madre-figlia per mantenere viva la vostra vicinanza. Se la tristezza diventa troppo pesante, non esitare a parlare con  un professionista. Il dolore va accolto e affrontato, non nascosto.

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Dott.ssa Antonella Bellanzon

Massa-Carrara

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Buonasera, comprendo molto bene la sua sofferenza, dovuta anche in parte alla sua perdita prematura.

Sarà un momento difficile quanto naturale ma per come sta vivendo questo momenti posso solo sostenerla e proporle di sciogliere questo nodo che ad oggi la tiene legata all' idea di essere lasciata da sola.

Se ha bisogno sono disponibile anche online.

Cordialmente,

Dott.ssa Casumaro Giada 

Dott.ssa Giada Casumaro

Dott.ssa Giada Casumaro

Modena

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Salve, la sindrome del nido vuoto, come l'esperienza del lutto, necessita di un percorso di elaborazione. Elaborare significa attraversare le varie fasi psichiche che questa esperienza porta con sé. Ciò al fine di operare una trasformazione di questo sentimento. Il senso di vuoto, la mancanza dell'altro necessità di indirizzare questa energia psichica verso nuovi oggetti, rimettendo in moto la connessione con il mondo esterno e anche con se stessa. Per questo le consiglierei un percorso di psicoterapia individuale che possa aiutarla ad elaborare questi sentimenti che sono emersi in lei dopo la fuoriuscita dei figli da casa.

Dott. Gabriele Ajello

Dott. Gabriele Ajello

Palermo

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Salve Sig.ra Maria ,

ho letto il suo messaggio e capisco le sue parole e la sua sofferenza.

Purtroppo non è facile accettare tali cambiamenti anche se dentro di noi sappiamo che è giusto che i nostri figli iniziano una nuova fase della loro vita come magari in precedenza l'abbiamo vissuta noi. Per qualsiasi genitore è difficile staccarsi dai propri figli, significa accettare che sono grandi e spesso si ha paura che ciò significa che non hanno più bisogno di noi genitori ma non è cosi. E' compensibile ciò che prova e capita molto spesso, soprattutto quando si ama moltissimo i propri figli. E' normale anche che nonostante suo figlio sia tornato a vivere con lei, nonostante ciò lei avverte questo forte stato di sofferenza perché nessun figlio sostituisce l'altro, un genitore specialmente una mamma ama profondamente tutti i suoi figli e nessuno di essi può essere confrontato con l'altro. Io le suggerisco di iniziare un percorso di sostegno psicologico che possa aiutarla a superare questa fase transitoria di sofferenza per via del distacco di sua figlia e le consiglio ciò perché potrebbe succedere in futuro che anche suo figlio potrebbe andare a vivere con una nuova compagna o da solo in un'altra casa e lei ne potrebbe soffrire ancora di più. All'interno di un percorso psicologico avrebbe modo di affrontare la sua sofferenza, capire cosa le crea cosi tanto dolore ed imparare a gestire il distacco da sua figlia in modo funzionale permettendole di ritrovare il suo benessere psicofisico ed emotivo. Soprattutto si ricordi che può succedere di non riuscire ad essere sempre forti nella vita ed avvertire il bisogno di chiedere aiuto, nessuno di noi è invincibile soprattutto quando dobbiamo confrontarci con noi stessi e le nostre paure.

Per qualsiasi cosa resto a sua completa disposizione, mi scriva senza alcuna esitazione sarò ben lieta di poterla rispondere ed aiutare. Inoltre ci tengo a dirle che io lavoro a Roma presso lo studio ma anche tramite modalità online con pazienti della mia città ma anche di altre città e la prima consulenza è sempre gratuita sia online sia in studio. Le dico questo perché se vorrà fare una consulenza gratuita senza nessun obbligo successivo sarò lieta di poter parlare con lei e darle dei suggerimenti.

Un caro saluto,

Dott.ssa Ilardi Chiara

Dott.ssa Chiara Ilardi

Dott.ssa Chiara Ilardi

Roma

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