Queste discrepanze sono derivate, a vario titolo, dalla sopraffazione messa in atto da parte di pochi su molti, sia a livello nazionale che mondiale, nonché nelle piccole comunità. Il disordine collettivo non è altro che la somma globale dei disordini individuali.
Dove c’è disordine c'è squilibrio, con conseguenze spesso nefaste per il genere umano e per l’ambiente.
Il lavoro sulla coscienza individuale è molto importante per ristabilire il giusto ordine dentro di noi, per poi comportarci nel mondo in una maniera corretta, che possa servire al benessere della propria comunità di riferimento, sentendosi anelli non casuali di una catena, cioè maturando la convinzione della non casualità dell’essere al proprio posto.
È anche vero però che non si può iniziare un lavoro sulla propria coscienza se non si realizza prima un barlume di consapevolezza sulla non casualità della vita.
Questo genere di consapevolezza invita a lavorare sul ritmo, un’attitudine da coltivare nella propria esistenza. Le vie per raggiungerla sono molteplici e non sono le stesse per tutti. Spesso la psicoterapia è lo strumento privilegiato per un risveglio in tal senso, ma non deve essere considerata l’unica chiave che apre le porte della consapevolezza.
Comunque, una volta che si è aperta la via della conoscenza interiore, la ricerca del ritmo e il suo mantenimento sono due atteggiamenti imprescindibili per la propria crescita.
Il ritmo è un “guardiano della soglia” che impedisce la perdita della consapevolezza; senza di esso, la confusione prende facilmente il sopravvento. Va ricercato attivamente, applicandosi nella vita quotidiana o con l’ausilio prezioso di apposite pratiche.
Il ritmo favorisce l’attenzione, che spezza il circolo vizioso della coazione a ripetere, e inoltre è un potente alleato per ottenere la disidentificazione dagli oggetti mentali, quel processo di conoscenza e distacco da contenuti, spesso non coscienti, che caratterizzano e condizionano l’esistenza dell'io.
Il ritmo andrebbe ricercato incessantemente nella giornata, partendo dalle prime azioni dopo il risveglio fino alle ultime prima di coricarsi.
I nemici del ritmo sono gli atteggiamenti eccessivamente estrovertiti, le abitudini consolidate, gli innumerevoli vizi della mente, come pensieri ricorrenti e negativi, una scarsa attenzione al corpo e ai suoi bisogni, la scarsa attenzione prestata alla qualità delle relazioni e un’errata gerarchia di valori stabilita nella propria vita. Esiste un rapporto circolare tra tali fattori e il ritmo.
Si può lavorare sul ritmo e sul cambiamento delle proprie abitudini e del proprio pensiero mediante la volontà, che è un prezioso alleato per il lavoro interiore. Il vero cambiamento si può ottenere soltanto stabilendo e coltivando un ritmo nella propria vita.
Ricordiamo che tutto l’universo è basato sull’armonia e sul ritmo; pertanto, queste due qualità naturali sono consustanziali all’essere e, se coltivate con fiducia e dedizione, condurranno alla salute psico-spirituale e a una vita virtuosa.
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