La consapevolezza che cos’e
La nostra mente ogni giorno nel suo normale funzionamento è attraversata da idee, pensieri, ricordi, progetti, fantasie, ragionamenti in quanto essa si presenta come una fucina senza fine da essere, talvolta, talmente coinvolta, da rimanere estranea e assente all’ambiente circostante, da non accorgersi nemmeno che qualche persona intorno a noi ci sta chiamando. In altri momenti, quando le preoccupazioni che arrivano alla mente sono troppe da diventare fastidiose e insopportabili si sente il bisogno di scollegare la testa per trovare un po’ di pace attraverso l’isolamento. In altre circostanze, quando ci si trova immersi in qualche situazione particolare, si ha l’impressione di essersi dimenticati del mondo, e anche di noi stessi. In realtà, qual è il modo per allontanarci dai pensieri assillanti, stressanti che ci fanno vivere male e che ci travolgono ? Oggi si usa molto la pratica della mindfulness. Questa parola inglese fa riferimento alla "consapevolezza" che emerge nel prestare attenzione all’esperienza nel “qui ed ora”, con un atteggiamento non critico e non giudicante e per dirla secondo quanto ha scritto R.Nairn nel saggio “La mente adamantina. Psicologia della meditazione” vol. 1 ed. Ubaldini Roma 2000, conoscere “ciò che accade mentre accade senza preferenze”. L’allenamento che propone la mindfulness è quello di restare fermi completamente nel “momento presente” al fine di sviluppare qualità come la compassione, la saggezza e l’accettazione, aspetti già esistenti in noi che sono spesso oscurati dall’agitazione e dalla confusione di una mente troppo distratta dalla realtà. Imparare ad osservare e ad ascoltare le proprie emozioni, i propri pensieri, le proprie idee, le proprie sensazioni fisiche senza volerli correggere, modificare o schivare permette di sviluppare delle abilità che allontanano dalla autocritica, dal rimuginio e dall’impulsività, consentendo un contatto più sereno con quanto ci circonda e con ciò che sentiamo in noi. Adottando questa modalità comportamentale, attraverso il cambiamento che scaturisce da una pratica costante e non occasionale, si strutturano due aspetti: 1) l’autoregolazione della mente non più giudicante e critica verso i propri obiettivi, 2) un approccio verso i nostri vissuti intrisi di criticità e di preoccupazione con una maggiore apertura, accettazione e disponibilità. In passato si parlava di autocontrollo, oggi si parla di consapevolezza (mindfulness) perché è proprio grazie alla conoscenza del nostro funzionamento mentale che si possono osservare e gestire pensieri, emozioni e sensazioni. Vivere con consapevolezza significa accettare la realtà che per ogni uomo è fatta di gioie e di difficoltà, e l'equilibrio da trovare è molto semplice: non ingigantire le difficoltà e i problemi che insorgono e non minimizzare le gioie e il benessere che scaturisce. Spesso, si tende a vivere la propria esistenza in una sorta di "lamentatio permanente" che oltre ad infastidire gli altri - gli amici, i parenti, le persone con cui si parla - negativizza sempre di più la situazione attraverso il richiamo (il ripetere) di "energie negative".
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