“Nel mezzo del cammin di nostra vita…”
Inizio con una citazione letteraria, che il lettore non faticherà a riconoscere, per riferirmi al momento in cui tutti noi possiamo ritrovarci nella “selva oscura” di tradizione dantesca. Chiunque può rispecchiarsi in queste parole, perché, in fondo, “la diritta via” la possiamo smarrire tutti e in momenti diversi. In altre parole, siamo tutti moderni Dante Alighieri, ma il nostro viaggio non è attraverso l’Inferno, il Purgatorio ed il Paradiso. Noi, viaggiatori del XXI secolo, possiamo percorrere i meandri della nostra interiorità e diradare la personale “selva oscura” insieme ad una guida professionale, lo Psicologo, il Virgilio dei nostri giorni.
Per accorgersi di aver smarrito “la diritta via” basta fermarsi un attimo, guardarsi dentro e chiedersi chi siamo e dove stiamo andando. Sarebbe un’esigenza, troppo spesso sottovalutata, quella di concentrarsi per un po’ su se stessi, anche se non abbiamo tempo, se gli impegni, il lavoro, la vita che corre veloce ci spinge, invece, a trascurarci, fino a non riconoscersi più. Lo specchio, metaforicamente parlando, ci può restituire ad un certo punto un’immagine che non ci appartiene.
“Ma sono io quello lì? Sono davvero quel tipo di genitore, compagno, amico? Sono solo le mie paure, che non riesco ad affrontare? Sono davvero io quella persona che ha perso interesse per tutto?”
“E prima chi ero?”
È in queste domande che trova senso rivolgersi allo Psicologo, non tanto per avere da lui delle risposte, ma per costruirne di nuove insieme e tornare a riconoscersi davvero.
La Psicologia, nella molteplicità dei suoi modelli teorici, offre prospettive diverse per lavorare sul disagio psicologico. Per citarne alcuni, esistono il modello cognitivo-comportamentale, l’approccio psicodinamico, la scuola sistemico-relazionale, il modello umanistico…
Lo Psicologo, il quale ha conseguito una formazione almeno quadriennale in Psicoterapia, generalmente si specializza in uno dei modelli sopra esposti e in tantissimi altri, che non ho citato, utilizzando, nell’affrontare il caso, tecniche e strumenti propri della Psicoterapia.
Lo Psicologo, in linea generale, utilizza modalità di inquadramento del problema facendo riferimento non sempre solo e unicamente ad un modello. Perché si può andare oltre l’approccio teorico, se consideriamo che l’uomo non è solo i suoi comportamenti e i suoi pensieri, non è solo conflitti irrisolti e nemmeno l’individuo inserito in una rete di relazioni. Può essere tutto ciò che ho precedentemente elencato. In fondo, siamo complessità e per questo la “selva scura” può spesso aver bisogno di un inquadramento che tenga conto di vari aspetti. Ciò non significa che non ci sia un modello teorico che risponda meglio di altri a determinate problematiche, ma che non vadano mai trascurate diverse letture del disagio.
Una volta definito il problema, il Virgilio-Psicologo lavora con il paziente utilizzando tecniche e strumenti che ha a disposizione per dipanare la “selva oscura”. In altre parole, si cerca di migliorare in primis la consapevolezza delle difficoltà, la loro origine, come e perché si mantengono; si stabiliscono insieme degli obiettivi funzionali al superamento di tali problematiche e i mezzi per raggiungerli; si lavora con il paziente (mai sul paziente!) per potenziare delle abilità che possono aiutarlo nel superare il proprio disagio, enfatizzando non tanto le debolezze, ma i suoi punti di forza.
Questo, a mio parere, è il senso e il potere di un percorso psicologico ai giorni nostri.
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