Il gruppo è uno strumento molto efficace e multiforme che nel lavoro psicologico e di indagine su di sé, permette di strutturare modi di lavorare sempre nuovi e attuali.
Nel gruppo è possibile utilizzare tecniche differenti che aiutino a far circolare pensieri ed esperienze tra i partecipanti. Una di queste è la lettura.
E’ possibile, da parte del conduttore del gruppo, utilizzare degli stralci di libri, scelti e preparati per l’incontro, che stimolino la nascita di pensieri, l’affiorare di ricordi, di esperienze, che poi possono essere raccontate e condivise con il gruppo.
La lettura in questo modo costituisce una sorta di area transizionale wnnicottiana, che si pone tra la realtà ed il gruppo. Ricorda un po’ quello che succede tra il care-giver che racconta una favola ed il bambino che la ascolta. Sia il racconto che l’ascolto non sono mia passivi o fini a se stessi, ma si collocano all’interno di un percorso di crescita ed evoluzione. Il care-giver legge e narra una storia attraverso cui fa passare anche una comunicazione non verbale. Ed il bambino può identificarsi con alcuni personaggi riconoscendo le emozioni che li attraversano, ed in tal modo riconoscendo anche le proprie.
Analogamente nel lavoro di gruppo possono manifestarsi gli stessi meccanismi.
Il conduttore legge dei contenuti che ha pensato e scelto per quel gruppo, veicolando in questo modo tutta una serie di messaggi non verbali di cui, quello fondamentale è il “prendersi cura del gruppo”, “pensarlo” scegliendo del materiale che possa agevolare l’emergere di riflessioni e di esperienze personali condivisibili, sentendolo parte integrante delle letture che sta proponendo.
Il gruppo dunque si lascia “cullare” dalla lettura, entrando in uno spazio immaginativo che supporta l’apertura del pensiero e la fuoriuscita di emozioni e ricordi. Che permette incontro dopo incontro di “tessere” una storia del gruppo, che gli conferisce un’identità ed una storicità (similmente a ciò di cui parla anche Marc Augè ne “I non luoghi”).
Dunque il lavoro con il gruppo esperienziale, che sia di sostegno o di formazione, può avvalersi di stimoli e strumenti che fanno parte del quotidiano di ognuno di noi, come i libri e la lettura, e perciò possono essere facilmente accolti ed utilizzabili da parte dei partecipanti.
Con la possibilità che loro stessi si facciano promotori di letture durante gli incontri, e dunque che inizino ad impiegare i libri e la lettura come supporto alla conoscenza di sé e degli altri e, come supporto alla comprensione ed alla comunicazione di tutte quelle emozioni cui si fa più fatica a dare spazio.
Concludendo faccio riferimento alle parole di un libro appunto, che in questo caso mi paiono particolarmente calzanti:
“Non sei fregato veramente finchè hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla”
“Novecento” A. Baricco
commenta questa pubblicazione
Sii il primo a commentare questo articolo...
Clicca qui per inserire un commento