Il senso di colpa serve a star male, cosa diversa dal riconoscere le proprie responsabilità quando si commette un errore, scusarsi e riparare il danno arrecato, ripromettendosi di non ripetere in futuro il comportamento che ha portato conseguenze negative a terzi.
Chi è prigioniero dei sensi di colpa, teme a priori di far soffrire gli altri, di urtare la sensibilità, di sbagliare, mentre non considera importante il proprio vissuto di preoccupazione costante. I sensi di colpa ci fanno leggere situazioni negative per altri, dove noi non abbiamo alcun potere, come determinati da noi, e ci fanno attivare per porre rimedio. Es. Amica/o o collega umorale, che ci saluta freddamente (in quanto assorbito dai suoi pensieri), lo interpretiamo: cosa ho fatto affinché si comporti in modo distante, devo assolutamente essere gentile e disponibile con lei/lui.
Il senso di colpa può essere legato alla bassa autostima e al tentativo successivo di farsi accettare dagli altri essendo compiacenti (non rifiutare le richieste anche se le consideriamo eccessive, adattarsi alle esigenze, domandare con difficoltà. Es La/il collega pianifica le sue ferie e poi noi rimaniamo con i giorni restanti. Ci costa fatica chiedere un cambio turno, non vogliamo disturbare), anteponendo i bisogni altrui ai propri (vado a vedere al cinema il film che piace all’amica/o, anche se non è il mio genere), minimizzando l’impatto emotivo negativo su di noi di attacchi volontari o insensibilità altrui (non voleva ferirmi).
Ci esponiamo alla manipolazione e alla poca considerazione, anche involontaria dell’altro: ci sarà chi farà leva, anche in modo molto sottile, sul nostro senso di colpa per trarne un vantaggio personale (se fai così, mi fai star male) o chi inavvertitamente ci ferisce o trascura (non posso più venire con te in vacanza, so che tu non te la prenderai).
Cosa possiamo fare per liberarci o almeno mettere in un angolo i nostri sensi di colpa?
Intanto riconoscere questo nostro automatismo disfunzionale e dircelo: è il mio senso di colpa che mi sta parlando, mi sta facendo soffrire e mi induce a comportarmi così.
Individuare le manipolazioni altrui: vuole farmi sentire in colpa, anche se mi sono comportata/o in modo rispettoso e corretto.
Far emergere i nostri bisogni e desideri: cosa voglio e cosa non voglio, cosa mi piace e cosa non mi piace.
Sentirsi in diritto di muoversi verso i propri obiettivi e scopi: se vado verso la mia realizzazione personale, non sto andando contro a nessuno.
Sganciare la propria autostima dall’approvazione altrui: non succede nulla se dico di no alle richieste o se ho un contrasto, vado bene comunque.
Se ci rendiamo conto che uno o più di questi passaggi sono per noi difficili, possiamo chiedere aiuto ad uno psicologo psicoterapeuta, che ci accompagnerà nel percorso di allontanamento dai sensi di colpa.
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