L’illusione della connessione: donne, solitudine e social media

L’illusione della connessione: donne, solitudine e social media.

L'isolamento, nelle sue molteplici forme, è una condizione che molte donne vivono in modo crescente, soprattutto quelle che, nella fase adulta, si trovano a fronteggiare il distacco dai ruoli familiari e sociali che per anni hanno definito la loro esistenza.

Quando il ruolo di madre, di compagna o di amica sembra svanire o trasformarsi, il mondo si fa più distante, e il legame con la realtà diventa sempre più fragile. In questa condizione, le donne si trovano a sperimentare una solitudine che non è solo fisica, ma anche psicologica e identitaria. Non è solo il mancato contatto quotidiano che genera frustrazione, ma la percezione di non sapere più come inserirsi in un contesto sociale che sembra evolversi rapidamente, mentre loro restano sospese, incapaci di colmare quel vuoto esistenziale.

La transizione da un’identità definita dal ruolo di madre, partner e figlia a una condizione di solitudine interiore può essere devastante. Le donne che un tempo si sentivano vitali e connesse tramite la famiglia e le amicizie ora avvertono una disconnessione profonda dal mondo esterno. Il vuoto che lascia la fine o la trasformazione di questi ruoli non può essere facilmente colmato, e la domanda che sorge è: come mantenere il contatto con il mondo se non ci sono più canali tangibili per farlo? In questo contesto, i social media emergono come l’unico strumento apparentemente in grado di offrire una via d’uscita. Tuttavia, questo rifugio virtuale è illusorio: se da un lato le donne possono sentirsi connesse osservando le vite degli altri, dall’altro il rischio di rimanere intrappolate in un ciclo di solitudine emotiva è concreto.

I social diventano, così, un surrogato di vita. Ogni post, ogni like, ogni commento è un tentativo di sentirsi ancora vive, ancora visibili. Ma mentre la connessione virtuale aumenta, la solitudine emotiva si approfondisce, poiché non c'è una vera interazione, ma solo una danza superficiale di immagini e parole che non arrivano mai al cuore della persona. Le donne si illudono di essere ancora parte di un mondo che, in realtà, non conoscono più davvero. La loro vita diventa una vetrina, una proiezione di ciò che vorrebbero essere, non ciò che sono realmente. E mentre il loro mondo interiore rimane sospeso in attesa di un risveglio che sembra non arrivare mai, il mondo virtuale prende il suo posto, alimentando il loro senso di esclusione.

La difficoltà di queste donne sta nel riconoscere che la solitudine non si sconfigge con l’illusione di essere partecipi, ma con la riscoperta di legami autentici e significativi. I social media, purtroppo, non sono in grado di restituire l’esperienza di vicinanza, di contatto fisico, di comunicazione profonda che solo le relazioni dirette possono offrire.

La vera connessione nasce dalla possibilità di ritrovare un senso di appartenenza attraverso azioni quotidiane, attraverso la cura di sé, la ricostruzione di relazioni significative che non si limitano a un like o a un commento. Un'esperienza psicologica di gruppo online in un setting sicuro può essere estremamente d'aiuto perché offre condivisione autentica, supporto e sostenibilità.

Bibliografia:

  • Cacioppo, J. T., & Patrick, W. (2008). Loneliness: Human Nature and the Need for Social Connection. W. W. Norton & Company.
  • Turkle, S. (2011). Alone Together: Why We Expect More from Technology and Less from Each Other. Basic Books.
  • Baumeister, R. F., & Leary, M. R. (1995). The Need to Belong: Desire for Interpersonal Attachments as a Fundamental Human Motivation. Psychological Bulletin, 117(3), 497–529.

💎 La consapevolezza è il vero lusso che ci cambia la vita!   Dr. Elena De Franceschi 👩‍🎓Psicologa clinica 📧e.defranceschi@psicoaosta.com 📨info@psicoaosta.com www.psicoaosta.com

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