In sincronia vuol dire che lavorano insieme e insieme producono un risultato che talvolta viene tradotto prevalentemente in un sintomo fisico (es.dermatite) e talvolta invece in un sintomo psichico (es. una depressione reattiva). Ma anche qui dobbiamo pensare che la dermatite ha un suo corrispondente vissuto emotivo e psichico e la depressione reattiva ha una sua componente fisica.
Dobbiamo immaginare le due facce di una stessa medaglia: mentre ne sto osservando una e la metto in evidenza non devo dimenticare che esiste anche l’altra anche se in quel momento non è manifesta. Quest’altra che sta sotto e non si vede in quel momento contribuisce comunque a determinare quel tipo di medaglia. Ciò significa che il corpo ha una sua componente mentale ed emotiva e la mente/emozioni hanno una loro componente corporea. In situazioni armoniche un corpo sano porta effetti benefici nella psiche e allo stesso tempo una mente equilibrata produce a cascata effetti benefici sul corpo.
Un sintomo, molte cause.
Un sintomo che sia fisico o psichico è determinato da molteplici cause che interagiscono fra di loro. Ne elenchiamo alcune: la vita affettiva della persona, la qualità della vita (dieta, sport, intossicazioni), la qualità delle relazioni sociali, l’ambiente culturale in cui è inserito, la ricerca di senso, la qualità della vita lavorativa e per ultimo ma non di importanza la capacità di “resilienza” della persona: cioè la capacità di far fronte in maniera positiva allo stress quotidiano.
Ognuno di noi avrà un risultato originale e assolutamente individuale dall’interazione di questi settori e dalla consapevolezza che ne abbiamo.
Il compito dell’intervento terapeutico è quello di favorire il ripristino di una comunicazione armonica tra mente e corpo, sostenendo sia un lavoro sulla psiche sia un lavoro sul corpo. Parliamo di approccio individuale perché non possiamo non tener conto dell’unicità della storia di quella persona, del suo carattere specifico e non possiamo tanto meno sottovalutare la simbologia del linguaggio culturale in cui quella persona è inserita. Il lavoro terapeutico terrà conto della globalità dei significanti.
Un esempio: di fronte ad uno stress ambientale quale può essere la famosa discussione con il capo ufficio ognuno di noi può avere una reazione assolutamente differente: chi può passare all’attacco, chi può incamerare e produrre una dermatite “da contatto”, chi può decidere di prendersi cura di sé, chi può sviluppare un’attacco di panico… a noi la scelta..
Lo stress cronico produce effetti sul corpo
La stessa PNEI Psiconeuroendocrinoimmunologia (Bottaccioli,1995) sostiene che lo stress cronico, cioè protratto a lungo nel tempo, abbia un’influenza negativa sull’assetto psicosomatico della persona. Quando c’è una situazione di stress viene prodotto un particolare ormone: il cortisolo che viene definito anche “ormone dello stress”. La sovra produzione di questo ormone che avviene in situazione appunto di stress cronico può avere varie conseguenze tra le quali: l’aumento della glicemia, l’aumento della pressione arteriosa, la diminuzione delle difese immunitarie. In pratica la persona vive in una costante situazione d’allerta.
Lo stress diventa ancora più deleterio nel caso in cui vi sia un’inibizione sociale dell’azione, significa nel caso in cui la persona non riesca o non abbia la possibilità di passare all’azione, cioè di agire un cambiamento in risposta alla situazione negativa. Questo conflitto tra il voler fare e il non poter fare spesso causa anche un’alterazione dei comportamenti alimentari.
L’azione quindi non trovando sfogo all’esterno trova terreno nel corpo e nelle manifestazioni psicosomatiche.
Il significato del simbolo: la meta medicina
Nella pratica, quando siamo di fronte ad un sintomo fisico o psicologico, siamo impegnati a sopprimerlo perché ovviamente ci crea molti disagi. Non, ovviamente, prendendo in considerazione oggi quei sintomi per i quali si necessita di un intervento medico impegnativo, possiamo vedere che il sintomo è frutto di un compromesso che la persona, unione mente-corpo e spirito, riesce a negoziare dentro di sé.
Nella meta medicina il sintomo viene considerato una metafora: cioè partendo proprio dal linguaggio originale e specifico che la persona utilizza nel descrivere il suo sintomo possiamo delineare una pista invisibile che ci condurrà alla miglior comprensione e all’origine di quel disagio.
Questo aggiunge ancor più credito al fatto che non possiamo trattare tutte le persone allo stesso modo, ma ognuno produrrà un propria lettura sulla sua esperienza e non possiamo prescindere da questa lettura.
Quindi, in sé il sintomo diventa un’opportunità, una grande occasione di comprensione di come quella persona sta costruendo il suo mondo interiore.
L’atteggiamento che la persona ha nei confronti di questo sintomo è molto importante e risulta a volte essere fondamentale per accelerare il processo di guarigione. Capita purtroppo che atteggiamenti vittimistici o al contrario di sfida ostacolino pesantemente questo processo. Il sintomo non va né combattuto né alienato ma va compreso e integrato, imparando a gestire i messaggi che lui stesso ci offre nella modalità specifica in cui si esprime.
L’uomo è il prodotto di ciò che si nutre
Già il filosofo Feuerbach asseriva “l’uomo è ciò che mangia” per descrivere appunto questa indissolubile unione tra il corpo e la mente. L’uomo si nutre sia di sostanze nutritive materiali ma anche di sostanze nutritive energetiche che concorrono all’evoluzione personale. Ci sono cibi che ammalano e cibi che guariscono, vi sono emozioni che ammalano ed emozioni che guariscono: si parla ultimamente di “intossicazione emozionale”.
Un’alimentazione sana, lo sport fisico ed emozioni positive sono sicuramente i tre pilastri fondamentali per mantenerci in salute e vitalità
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