Quando ci si trova in un periodo di stress elevato, il pensiero diventa tendenzialmente rigido ed è soggetto a facili distorsioni. Siamo propensi a formulare giudizi in maniera generale e assoluta. Le credenze su noi stessi e sul mondo che ci circonda si fanno inflessibili.
In condizioni di serenità emotiva, si tende a controllare le proprie impressioni e valutazioni sugli eventi, in modo da ottenere delle informazioni chiare e il più possibile accurate.
Quando invece si è emotivamente inquieti, la tendenza è quella di alterare le informazioni che si ricevono, introducendo una consistente distorsione negativa nel proprio modo di pensare. Che diventa rigido ed eccessivamente generalizzato.
Le distorsioni cognitive sono modalità di pensiero attraverso le quali la nostra mente si convince di qualcosa al di là che sia vera oppure no. Questi pensieri superficiali rafforzano il pensiero negativo (o emozione negativa) sottostante.
Quando ci si trova in un momento di particolare stress emotivo, gli errori più comuni che si possono fare nell’elaborare le informazioni che riceviamo, sono:
- Il pensiero “o tutto o niente”. Si tratta di un pensiero dove non si prendono in considerazione le alternative: “nella vita o si ha successo o non si è nessuno. Io non sono nessuno”
- Saltare direttamente alle conclusioni: i giudizi sono troppo frettolosi
- Lettura del pensiero: credere di conoscere i pensieri degli altri senza alcuna prova
- Etichettamento: assegnare etichette a una persona o a un comportamento
- Ragionamento emotivo: presumere che i sentimenti e i fatti siano la stessa cosa, per esempio “mi sento uno sciocco, quindi deve essere vero”
Cercare di capire con l’aiuto di un esperto, come identificare e correggere questi errori cognitivi facilita il ristabilirsi di uno stile di elaborazione delle informazioni che si basa sui fatti. Il pensiero sarà quindi flessibile e relativo. Non più distorto.
E’ importante riuscire a sviluppare dei punti di vista alternativi sulle cose o sulle esperienze vissute. Questo aiuta a comprendere che esistono diversi modi per “vedere” la realtà. Nostra è la responsabilità di poter scegliere il proprio punto di vista.
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