Resilienti si diventa

I momenti difficili fanno parte della vita, tutti prima o poi si ritrovano a viverli. Che si tratti di grandi traumi o di  eventi critici, legati al ciclo di vita, essi generano disorientamento, stress, rabbia e tristezza. In passato, la psicologia si è concentrata sullo studio degli effetti negativi di tali eventi, curandone le conseguenze deleterie. Attualmente, anche in seguito a studi che si sono occupati di definire quali siano i fattori protettivi del benessere psicologico, si lavora con il paziente sullo sviluppo delle caratteristiche che favoriscono la resilienza, ossia quella capacità delle persone di affrontare gli eventi avversi e di ritrovare il proprio equilibrio psicologico.
Essere resilienti non significa semplicemente resistere o non soffrire: chi è resiliente vive la sofferenza, ma non la subisce, reagendo  in modo proattivo e ristrutturandosi alla luce dell’accaduto. 

Resilienti si nasce o si diventa?

Non tutti siamo resilienti allo stesso modo. Ci sono caratteristiche personali che fanno si che una persona sia più resiliente di un’altra. La notizia positiva però è che si può diventare resilienti o quantomeno incrementare la propria resilienza.
Il primo passo da compiere è prendere consapevolezza dei propri punti deboli e lavorare su questi.
Innanzitutto la resilienza è associata all’autostima: solitamente la persona resiliente ha una buona autostima. Pertanto un primo passo da fare per aumentare le proprie competenze di resilienza è lavorare su di essa.
Un altro aspetto importante, è curare la vita sociale e relazionale: avere una buona rete fonte di sostegno sociale, condividere le difficoltà e comunicare efficacemente consente di coltivare la resilienza.
Infine, saper leggere gli eventi, cambiando prospettiva, è utile per dare un senso a ciò che accade, senza esserne sopraffatti: la crisi talvolta può essere un’opportunità di cambiamento, da non lasciarsi sfuggire.

 

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