La salute e le patologie psicofisiche possono essere affrontate da punti di vista diversi e complementari, ma in una visione olistica che possa coniugare il benessere del corpo e dello Spirito. Con la pratica della coerenza cardiaca e' possibile creare o recuperare uno stato di benessere, tenendo allineati psicofisiologicamente cuore e cervello, organi "intelligenti" e "senzienti". C'e' un'epidemia che dovremmo prendere in considerazione, l'epidemia da st' legato alla tensione e resistenza dei materiali, tradotto nell'ormai comune concetto di resilienza.
Lo stress prolungato provoca alterazioni biochimiche, molti fastidiosi sintomi e aumenta il consumo di energia. E' diventato pervadente e causa di mroblemi personali, familiari, sociali, quasi un'abitudine e un automatismo. L'epoca della pandemia da Covid ormai da oltre due anni, ciress. Lo stile di vita tipico di una civilta' materialistica e a volte meccanica nella quali siamo "tirati", induce stati di tensione ed emozioni spiacevoli. La parola stress deriva dalla fisica e dall'ingegneria ed eolti p ha posto di fronte ed ha attivato agitazione, paura, sfiducia e timore del futuro. Molti correttivi possono essere proposti per affrontare la tensione negativa.
Una risposta ci viene dalla pratica della coerenza cardiaca. Si tratta di un metodo sperimentato nel laboratorio HeartMath della California gia' dal 2000, dove si e' scoperto che quando si producono stati emotivi positivi ed elevati, quasi automaticamente si entra in uno stato dell'Essere e in uno stato cardiaco armonico e ordinato. Molte ricerche convergono nell'aver individuato che cuore e cervello lavorano in sinergia come si trattasse di una sola unita'. I pensieri (mente) e gli stati d'animo (cuore) sono collegati biologicamente, cioe' collegati ai centri energetici che regolano emozioni e pensieri. Coltivando alcune emozioni positive come la gentilezza, la gratitudine, la compassione, si puo' ripristinare l'alterazione della frequenza del battito cardiaco, divenuta irregolare di fronte a stati emotivi negativi o inconsapevoli come la paura, l'ansia, la rabbia, la frustrazione.
L'area cardiaca non e' solo quella deputata al pompaggio del sangue, ma nelle culture antiche ha un significato piu' ampio, di saggezza spirituale, un centro di conoscenza intuitiva. Nel cuore nascono tutti i sentimenti, positivi e negativi, come insegnava anche Ildegarda de Bingen, mistica e scrittrice tedesca dell'XI secolo ispiratrice di testi sulla guarigione. L'atteggiamento che piu' giova al cuore, fisico e psichico, e' di fiducia e tolleranza anche verso l'ambiente. Attraverso questa pratica e' possibile trasformare l'energia emozionale in sentimenti e percezioni "intelligenti". Non si tratta propriamente di un metodo di rilassamento, anche se e' attraverso esercizi di meditazione, respirazione, calma, che induciamo il cambiamento. Connettendoci con le risorse interiori e sentimenti autentici, nonche' portandoli nelle azioni quotidiane si produrra' "un campo elettromagnetico generato dal cuore", aiutando l'organismo nella sua interezza a riportarsi a stati di quiete e sicurezza, nonche' a sincronizzare i ritmi elettrici del cuore e del cervello. La pratica della coerenza cardiaca permette di variare la propria frequenza del battito cardiaco in modo armonico, provocando una cascata neuro-ormonale di Bene-Essere in tutto l'apparato psicofisico, a vantaggio dell'equilibrio, della lucidita' mentale, della presenza consapevole.
Per far questo bisogna ricollegarsi alla legge del ritmo che presiede tutti i processi di natura. All'inosservanza di questa fondamentale legge possono risalire molte disfunzioni. Ri-entrando in risonanza con il ritmo, in primo luogo il ritmo del respiro, e richiamando le memorie di base piacevoli, impariamo ad attivare la comunicazione energetica tra cuore e cervello. E' il presupposto "antico" per produrre armonia e flusso nei progetti quotidiani e di vita.
Dr.ssa Paola Poeta
Psicoterapeuta
Bibliografia consultabile
Usare il cervallo del Cuore - Anne Marquier
La soluzione HeartMath per trasformare l'ansia - Doc L. Childre e D. Rozman
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