Salve sono la mamma di un bimbo di 6 anni appassionato, fin da quando aveva 2 anni, di LEGO.
L'ho iscritto ad un concorso Lego ed ha superato la prima selezione dove si chiedeva di caricare su internet la costruzione del bimbo; il prossimo step è costruire dal vivo altre costruzioni insieme ad altri 50 concorrenti ;
io sono stata molto vaga circa l'evento, non gli ho parlato di una vera e propria sfida in quanto non sono molto amante delle competizioni; il punto è questo: siccome è un concorso a livello italia è estremamente improbabile che vinca;
come comportarmi con lui? dirgli che parteciperà ad un concorso anche se al 99% perderà? non dirgli che ci sarà un vincitore? oppure educarlo a come si prepara una sfida?
non so proprio come comportarmi; lui ama costruire, impegna diverse ore della giornata a costruire in modo sereno e cosi vorrei che facesse durante la competizione senza ansie ne stress; e non vorrei poi che, se non passasse agli step successivi, perdesse fiducia in se e motivazione
potete aiutarmi?
grazie mille
Cara Gaia, sono giustificate le perplessità che lei come mamma si pone al fine di educare un figlio nei corretti valori della vita.
Credo che la strategia migliore sia dire a suo figlio la verità, ossia che ci saranno tanti bambini come lui a concorrere, tanti altri che come lui condividono la passione per le costruzioni .
Punti sulla passione e piacere che prova nel giocare più che sul risultato che otterrà. Gli faccia capire che dal momento in cui lui gioca e si appassiona ha già trovato la sua ricompensa, che scaturisce quindi da dentro e non dall'esterno. Dovremmo tutti agire mossi da un moto e da un impulso gratificante interiore piuttosto che per ricevere un riconoscimento esterno!
Potrebbe essere una delle prime prove che la vita continuamente gli metterà davanti: sfide, esami, confronti...
Il suo ruolo ora è fondamentale, nel trasmettergli tranquillità e non ansia o desiderio di competizione!
Sono certa che riuscirà a trasmettere a suo figlio in modo corretto la giusta misura nell'affrontare questo concorso!
Mi tenga informata ed aggiornata sull'evolversi della situazione, se le fa piacere!
Intanto le faccio tanti auguri per la sua vita e quella del suo piccolo.
La saluto cordialmente.
Rimini
La Dott.ssa Antonietta Sajeva offre supporto psicologico anche online
Buonasera Gaia, scrive che non ama le competizioni ma ha iscritto suo figlio ad un concorso , sottovalutandolo ( al 99 per cento perderà). Per quale motivo ha deciso di iscriverlo? Se ha superato la prima selezione ha già partecipato ad una gara, non si è reso conto?
Credo sia importante spiegare di cosa si tratta, spiegare che ci sarà un vincitore ma senza far sentire suo figlio un fallito. Dovrebbe trasmettere fiducia nelle sue capacità.
Resto a disposizione
Rimini
La Dott.ssa Luigia Cannone offre supporto psicologico anche online
Cara signora Gaia
penso di aver capito che lei dapprima ha iscritto il bambino al concorso e solo successivamente si è posta i problemi sulla sfida e su tutto il resto contenuto nelle sue domande. Io sono proprio contenta del suo dubbio a tutela di suo figlio perché mi offre l’opportunità di scrivere ciò che spesso dico ad alcuni genitori: in linea generale non ci sono abnormi reazioni dei bambini alle comunicazioni di un genitore a meno che quel genitore non stia vivendo egli stesso una particolare emozioni su quell’argomento, e non c’è verso di simulare il contrario o di affidarsi a convinzioni del tipo “non l’ho dato a vedere” oppure “con lui non ho mai parlato di questo” o anche “non ho mai parlato di questo in sua presenza” …il bambino già lo sa, perché il cervello di un bambino è connesso con quello dei suoi caregivers in particolare con quello della madre.
Quindi io penso che un lei potrebbe star parlando della sua propria ansia, sia per sue personali esperienze che per l’ipotesi della sconfitta che deluderebbe il bambino, comunque rientra in uno stato d’ansia per questo concorso dove probabilmente si fanno spazio anche aspettative già deluse.
Se se la sente potrebbe parlare con molta semplicità a suo figlio per capire quanto è interessato al concorso o quanto lo stia facendo per compiacerla, perché succede sovente così.
Potrebbe dirgli che è un concorso lungo e che, come in tutti i concorsi, potrebbero esserci partecipanti molto forti e ancor più allenati a quel compito, quindi rifletta con lui su quanto siate disposti a contemplare la possibilità di perdere senza che questo tolga il gusto di averci provato e soprattutto di esservi divertiti a farlo.
Saluti
Napoli
La Dott.ssa Tiziana Vecchiarini offre supporto psicologico anche online
Se l'ha iscritto faccia in modo che questa esperienza porti con sè qualcosa di positivo: gli dica che è un gioco, e che come tale va preso, l'importante è partecipare anche se non si hanno molte speranze di vincere. Lei stessa non deve caricare il bambino nè di aspettative nè di ansie in tal senso, perderà probabilmente, ma avrà fatto un'esperienza diversa.
Credo che lei per prima debba far un lavoro su se stessa per non vivere con troppa ansia e troppa competizione questo concorso, se lei sarà serena e senza troppe aspettative, lo sarà anche suo figlio.