Finalmente qualche schiarita nel mondo del lavoro: sicuramente si assiste ad una ripresina che aumenta le possibilità sia di primo impiego, che di rientro in Azienda per chi è stato forzatamente immesso sul mercato. E' noto a tutti che il periodo che abbiamo attraversato ha presentato molte difficoltà relative alle possibilità di impiego, ne hanno pagato lo scotto molti giovani ed anche persone di una certa età, che si sono trovate senza lavoro.
Ora che si vede un pò di luce, si può comprendere meglio cosa succede quando sembra di non riuscire a risolvere il problema di un'occupazione e soprattutto di uno stipendio. Ne sanno qualcosa una marea di govani, a caccia di stage purchessia e magari inseriti più volte a tempo determinato in posizioni di rincalzo, in vista di qualche chance, che talvolta è sembrata un sogno. Ancora di più il discorso vale per i cinquantenni di rientro, spesso sottovalutati dal mercato e dalle aziende, talvolta anche dai selezionatori.
Lo sviluppo di un autocontrollo emotivo è sicuramente uno degli aspetti su cui puntare, visto che occorre comunque attivare un gran numero di contatti, a partire dai cv sempre meno letti e dalle non risposte ai vari tentativi, pur necessari. Occorre essere calmi e tranquilli, positivi mentalmente, ben sapendo che nella quantità si presenta anche la qualità: mai demordere. Quindi bisogna essere tenaci e sfruttare tutte le occasioni che possono permettere contatti utili, network relazionale in testa.
E' necessario anche prepararsi bene per ogni colloquio, mostrandosi determinati, positivi, fiduciosi, sereni e convinti che quella opportunità può essere quella giusta ed in effetti potenzialmente lo è, fino a prova contraria.
La profezia che si autoavvera va eliminata totalmente, se si parte con un atteggiamento dimesso e negativo, sia pure per esperienza di tanti contatti inutili o improduttivi, si finisce per ottenere proprio ciò che non si vuole.
Giocarsela sempre al meglio, è l'attitudine giusta, perchè dà comunque soddisfazione personale, aumenta l'autostima e rende più vendibili in un mercato difficile e competitivo al massimo.
Le tensioni ci sono, le ansie pure, giustificate senz'altro dalla complessità e dalle difficoltà del mondo del lavoro, tuttavia il Candidato è parte integrante del processo di selezione: ci si sceglie reciprocamente e dunque è proficuo immettere valore aggiunto in ogni incontro.
A monte c'è la chiarezza degli obiettivi che uno si pone, la preparazione alle interviste (senza togliere spontaneità), la positività personale, l'accettazione del contesto, la gestione del proprio livello di stress, le tecniche di rilassamento.
Un suggerimento fuori dalle righe consiste anche nel visualizzare il futuro posto di lavoro, proprio come forma pensiero che aiuta a "creare" un futuro possibile: bisogna muoversi come se ciò che cerchiamo si realizzasse. Porsi nella condizione "come se" è un efficace mezzo di autocontrollo e di utilizzo delle proprie potenzialità, che appariranno all'interlocutore nella loro pienezza.
Insomma, accanto al background e all'Intelligenza razionale, all'esperienza maturata (anche negli stage e negli hobbies), occorre esprimere Intelligenza Emotiva: è quella che vi consentirà la miglior gestione di voi stessi e che risolverà il problema occupazionale. Magari con un Coach di supporto.
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