Purtroppo avevo previsto che il disagio del 2016 in termini economici e socio psicologici avrebbe determinato un incremento di infortuni mortali sul lavoro.
Pur lottando per il contrario, in molte realtà aziendali e con molte persone, Operai e Preposti, oltreché direzioni, sentivo che il malessere che ha pervaso in questi ultimi tempi il contesto sociale avrebbe potuto provocare una recrudescenza del fenomeno.
Oggi, che è una giornata dedicata alla Safety, mi sento di documentare un pensiero positivo in merito al valore primario che ogni essere umano ed ogni organizzazione ha: la vita propria e degli altri. Non c'è nessun valore che possa essere anteposto a questo, eppure...
Bisogna riconoscere che le normative che si sono susseguite, con gli obblighi che hanno comportato, hanno finito pr cambiare l'approccio alla problematica, anche se questo ha comportato costi notevoli ed un apparato burocratico che sarebbe senz'altro da semplificare.
Tuttavia è altrettanto vero che gli infortuni accadono per circa il 90% (oggi con tutte le precauzioni prese e le formazioni svolte) a causa di comportamenti umani, insicuri.
Le sanzioni hanno prodotto qualche effetto, soprattutto se applicate davvero, peraltro è solo interiorizzando valori sani e principi assoluti che si abbassa il numero degli eventi infortunistici e fatali.
Sappiamo per certo che laddove si presentano atti insicuri, per qualsivoglia motivo, statisticamente si generano near miss, mancati incidenti, evitati per un soffio, che, se registrati ed utilizzati, possono essere l'anticamera per evitare infortuni veri.
Sappiamo anche che ogni tot near miss si ottengono un certo numero di infortuni reali, lievi, e che statisticamente riscontreranno infortuni gravi, che più si presentano, più avvicinano l'evento fatale.
Anche quest'anno siamo partiti male, al di là delle parole tronfie dei politici: c'è troppa trascuratezza, troppo disagio, troppa fretta, troppa pressione sulla produttività, ancora poca sensibilità in materia di prevenzione. Dai media apprendiamo quasi giornalmente di infortuni gravi e di morti che sarebbero evitabili, se solo si ricorressead una vera consapevolezza del significato di Safety, se solo si avesse una percezione corretta del rischio che si corre in situazioni potenzialmente pericolose.
La nostra mente è una fantastica macchina da guerra per idee, innovazioni e costruzioni, risultati e performance, ma è anche un trappolone che si lascia ingannare facilmente dalle circostanze e dai condizionamenti, sia esterni (e le aziende e i capi non dovrebbero farlo), sia interni (e lì la cultura, la sensibilizzazione, la formazione sembrano essere le uniche vie in grado di incidere insieme ad un vero sistema Safety).
Ho avuto la fortuna di vivere un'esperienza eccezionale con Operai di un'azienda che, una volta preso coscienza, sono stati capaci di scrivere un libro sulla Sicurezza e che hanno adottato la BBS (Behavior Based Safety) in sostanza autogestita, raggiungendo ripetutamente zero infortuni.
Dunque è possibile, cambiando gli atteggiamenti e i comportamenti, a partire dal vertice aziendale che per primo deve credere nei valori fondanti della Sicurezza Consapevole, e istituendo modalità operative vocate alla salvaguardia della vita umana in sintonia con la produttività pretesa e pianificata.
Un cambio di mentalità che le normative già favoriscono e che tuttavia richiede un apporto culturale di coinvolgimento e responsabilizzazione che non deriva dalle leggi scritte, bensì da quelle umane, profonde.
Auguriamoci che in questa giornata di santificazione della Sicurezza ogni infortunio sia evitato e che ogni giorno che viene possa accadere lo stesso. Per noi, per gli altri.
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