Inevitabile, parlando di salute sul lavoro, non trascurare la differenza tra infortuni e malattie professionali. La differenza tra queste due evidenze sembra intuitiva, invece si distinguono in due diverse tematiche.
Per infortunio si intende un evento che determina danno alla persona che si verifica per ragioni di lavoro, nell’ambiente di lavoro per un breve periodo di tempo. Per le malattie professionali, vale la definizione analoga, solo che in quest’ultima vi è una concentrazione meno dannosa.
Le prime ricerche sugli infortuni risalgono al 1919, intensificandosi per varie ragioni: lo sviluppo industriale, l’occupazione di un gran numero di individui, l’uso di strumenti sempre più potenti e veloci.
In questi anni quindi si sono avute discussioni sulla sistematicità agli infortuni; sui fattori sociali ma nonostante le ricerche sembra che il fenomeno infortunistico non sia ancora chiaro.
Sui problemi di formazione nel contesto della sicurezza, si è evidenziato molto sulla necessità della socializzazione dei lavoratori, in gruppi di lavoro sono in grado di gestire autonomamente il problema della sicurezza lavorativa. Esistono due grandi categorie di infortuni sul lavoro:
1- quelli causati dal cattivo funzionamento degli impianti
2- quelli dei processi di produzione
Gli incidenti provocati dai processi erronei di produzione sono dovuti molto spesso alla trascuratezza da parte delle persone delle norme di sicurezza e quindi rifiutare l’uso di attrezzature per la protezione fisica.
Un’azienda, una fabbrica, un luogo di lavoro, la propria abitazione, l’ufficio o lo studio sono popolati dalle persone che ci vivono, lavorano. Dentro ai luoghi di lavoro le persone portano tutto ciò che apprendono e condividono del mondo esterno.
Da un punto di vista giuridico, la legge 626 prescrive gli obblighi informativi ed un percorso formativo nemmeno richieste dalle parti in interessate.
La formazione e l’informazione sono strumenti necessari alla prevenzione degli infortuni sul lavoro.
Per la psicologia del lavoro il termine infortunio viene inserito come un evento che determina un danno alla persona che si verifica per ragioni inerenti al compito lavorativo, in un ambiente di lavoro in un certo e particolare periodo di tempo istantanee.
La malattia è anch’essa un evento che si verifica in un certo tempo in cui le cause sono addebitate all’esercizio del proprio lavoro.
Come psicologo del lavoro diventa necessario approfondire l’analisi sia dal punto di vista pratico che teorico. Nei luoghi di lavoro meglio attrezzati e più rispettosi dell’integrità fisica delle persone, esistono servizi di medicina preventiva che seguono la salute dei lavoratori in modo sistematico e periodico in relazione ai rischi che le lavorazioni, le materie usate e i cicli della produzione rendono necessari usando visite, analisi cliniche. Ciò significa che esistono malattie che possono rivelarsi all’improvviso, in un breve periodo di tempo pur in presenza di strutture adeguate al controllo e di prevenzione.
La funzione preventiva è legata all’evitare il trauma che può emergere all’improvviso. Gli interventi in corso per la prevenzione delle malattie ed infortuni si muovono quasi esclusivamente nel verso della formazione e della redazione delle così dette “mappe del rischio” che costituiscono atti documentali di applicazione delle norme previste dalla 626.
I primi elementi formativi riguardano il diritto, gli aspetti legislativi che definiscono i doveri e le sanzioni eventuali che spettano o toccano ai responsabili della sicurezza negli ambienti di lavoro.
La mappa del rischio, termine con il quale si indica la prevenzione con una serie di misure oggettive, si traducono infatti in una descrizione dei pericoli, secondo parametri previsti dal decreto, ed una parallela valutazione dei rischi conseguenti.
Seguono poi degli interventi tecnici laddove la realtà non sia conforme alle rilevazioni ed alle norme vigenti ed una parallela o successiva formazione sul loro corretto uso operativo.
Queste mappe si differenziano a seconda della realtà in cui si opera, piccole e medie imprese, artigiani, imprese a conduzione familiare.
In quasi tutti i corsi di formazione sulla sicurezza si dà un notevole spazio all’apprendimento della comunicazione, come strumento necessario per la chiara informazione. Si fa spesso riferimento agli assiomi della comunicazione per rendere l’informazione più efficace e precisa possibile, questo accorgimento porta dei benefici nel livello di sicurezza sul lavoro.
Le mappe del rischio possono generare una sorta di oggettivazione statica del rischio, deterioramento della soggettività intesa come rapporto dinamico, non solo individuale ma anche gruppale, tra pericolo e rischio percepito.
Lo schema di impostazione della psicologia del lavoro nel suo approccio con la salute di tutti i lavoratori e degli infortuni dovrebbe essere inteso come sviluppo in 4 punti:
Pericolo: in cui convergono competenze scientifiche, tecniche, di esperienza e di professionalità che stanno alla base di ogni intervento, atto a prevenire infortuni e malattie, quindi un aspetto oggettivo dell’individuazione delle aree di pericolo in cui si svolge l’attività lavorativa.
Rischio: in rapporto ai risultati possibili e probabili conseguenti alla descrizione dei singoli pericoli o di una sequenza di pericoli correlati.
Rischiosità: è la percezione soggettiva dei singoli e dei gruppi del rapporto esistente tra la situazione di pericolo e di rischio possibile che può produrre incidenti o malattie.
La valutazione del rischio è in parte oggettiva, da alcune situazioni di pericolo possono essere valutare le situazioni di rischio probabili, in parte soggettiva in cui le situazioni di pericolo sono valutate soggettivamente come pericolose.
Accettabilità: pericolo, rischio, rischiosità possono essere collocati all’interno di un sistema statico, con l’aggiunta dell’accettabilità diventa dinamico. Esso non è un atto della volontà, infatti consiste nella rappresentazione psicologica cognitiva delle possibili azioni che si presentano di fronte ad un elemento rischioso. Il passaggio dalle rappresentazioni accettabili all’atto volitivo è influenzato da operazioni razionali, affettive, irrazionali che consentono un tempo per la riflessione e dalla dinamica tra attenzione e assuefazione.
Lo schema presentato ha carattere generale e può essere applicato anche in situazioni diverse dalla sicurezza sul lavoro.
Ognuno di noi può, con una dose di impegno in più e con l’aiuto di coloro che possono informare alla sicurezza, diventare più esperto nel diminuire il rischio nell’agire e in sicurezza non solo per se stesso ma anche per gli altri.
È necessario rientrare in ogni luogo di lavoro, in ogni luogo dell’ospitare con la prospettiva di renderlo un luogo del benessere, dello stare bene, il luogo della sicurezza che si conquista continuamente.
commenta questa pubblicazione
Sii il primo a commentare questo articolo...
Clicca qui per inserire un commento