Nessun lavoro o quasi mi va bene

Vincenzo

A 39 anni penso al lavoro e sto male, ho lavorato diversi anni in un azienda, stavo benissimo, poi fallita, dopo ho cambiato una moltitudine di lavori, ma alla fine mi sono licenziato ovunque....mi sento un verme perché vedo mia moglie andare a lavoro, oltre al fatto di aver perso la dignità.
Sono creativo, amico di tutti, ma gli ultimi lavori erano infestati di gente che bestemmiava e non contenta del lavoro...sono 2 anni che sono fermo, e ogni volta trovo una scusa quando trovo un lavoro, ma dentro ho forte desiderio di lavorare....mi piacerebbe trovare un nell'ambiente, ma ormai credo che è solo un sogno.

11 risposte degli esperti per questa domanda

Gentile Vincenzo,

Cosa faceva prima di questi 2 lavori? Cosa L porta a voler cercare lavoro ma poi a bloccarsi?Come trascorre la sua giornata quotidiana?

Ha mai provato a chiedersi come mai trova una scusa? Cosa prova appena sente di aver un lavoro? Quali paure insorgono?

Lei si sente giudicato? Ha paura di far soffrire o pentire qualcuno?

Le chiedo delucidazioni per poter esser maggiormente esaustiva nella risposta. 

Le consiglio però anche un consulto psicologico dove poter indagare questo suo comportamento che le sta creando dubbi e domande. Li porrebbe conoscere meglio se stesso e osservare quale motivazione è alla base di questo blocco.

 

Resto disponibile se volesse rispondere in privato alle domande poste, per maggiori informazioni o se volesse richiedere una consulenza psicologica.

 

Dott.ssa Federica Ciocca 

Psicologa e psicoterapeuta 

Ricevo a: Torino, Collegno e online

Dott.ssa Federica Ciocca

Dott.ssa Federica Ciocca

Torino

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Ciao Vincenzo, da quello che scrivi emerge che molti dei lavori che hai svolto, successivamente a quello che invece hai "amato", probabilmente, non erano ciò che desideravi. A seguito di una buona esperienza professionale, cosi come quelle personali, è molto comune che si resti legati a "Come e Cosa" eravamo prima. Parli di ambienti di lavoro con gente scontenta e aggressiva, caratteristiche che non fanno altro che rendere il luogo di lavoro ancora più "deludente". A 38 anni non è un sogno fare dei nuovi progetti, cercare un lavoro ma soprattutto un ambiente "umano" che rispetti la tua persona e i tuoi desideri. Fermati e rifletti molto su questi aspetti, magari facendoti supportare da uno specialista, recandoti presso un'agenzia per il lavoro (APL) o da operatori dei Centri per l'impiego. Io sono certo che troverai, nel tempo, un posto adatto a te. In bocca al lupo.

Dott. Francesco Rappoccio

Dott. Francesco Rappoccio

Roma

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Salve Vincenzo, mi colpisce l'espressione "stavo benissimo" nell'azienda in cui lavorava per anni. Ma che poi per cause esterne a se stesso, è fallita. Siamo sicuri che questa perdita non voluta, abbia determinato in lei un atteggiamento mentale diverso verso gli altri lavori che sono arrivati, come una sfiducia ad investire e a crederci di RI-partire per una nuova avventura? Al di là di un ambiente malsano che può incontrare e anche rifiutare, si chieda se non scatti in lei, anche inconsapevolmente una resistenza a portare avanti un nuovo lavoro. Ci pensi. Perché ho l'impressione che le possibilità non le manchino, grazie anche al suo carattere, creativo, socievole. Forse ha la necessità di superare del tutto un certo passato, per metterselo completamente alle spalle.

Auguri, 

dr.Cameriero Vittorio 

Salve Vincenzo,

purtroppo la realtà lavorativa nella nostra città è altamente performante e per certi versi limitante la creatività personale se ci si ritrova a doversi interfacciare esclusivamente in un ambiente aziendale restrittivo e poco autentico. E tutto questo inevitabilmente posta ad interrogarsi sulla società in cui viviamo. Le maschere cadono e le insicurezze aumentano, ma non perda la speranza e dia ascolto alla sua creatività, non è detto che debba conformarsi alla norma ma può trovare un modo di esprimere la sua voglia di fare e di lavorare al meglio.

Resto a disposizione

Dott.ssa Paola Gianfrotta

Buongiorno Vincenzo.

dentro te sembrano coesistere due esigenze, quella di lavorare e quella di trovare un buon ambiente accogliente, senza pensare che potresti contribuire tu a creare un ambiente buono..... Sembri in balia degli eventi, di ciò che trovi e ti accade... Prima che queste dinamiche proseguano occorre fermarsi e dare il punto sulla situazione.

Cerca di individuare uno psicoterapeuta, trova un lavoro e analizza prontamente in terapia le dinamiche che ti porterebbero a mollare. Intercetta ciò ne accade, le emozioni, le esigenze, vedrai si può fare un ottimo lavoro.

Saluti cordiali

Drssa Angioni

Caro Vincenzo, molte ipotesi possono essere valide riferite a questo suo blocco. probabilmente non ha elaborato la perdita di un lavoro che la soddisfaceva, si è sentito spersonalizzato nelle occupazioni successive, ecc.

Quali che siano, vanno indagate per far emergere la motivazione profonda di questo rifiuto che, data la sua giovane età, non può essere portato avanti. Il mio consiglio pertanto è di intraprendere un percorso di psicoterapia per uscire da questo stallo che la porta a svalutarsi sempre di più. 

Cordiali saluti

Dott.ssa Daniela Benvenuti

Dott.ssa Daniela Benvenuti

Padova

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Ciao Vincenzo, 

mi fai dal punto di vista umano un po’ di rabbia .... intanto tua moglie porta il peso del tuo mantenimento ... Ovvio devi reagire e se non lo fai devi capirne il motivo.

Vuoi essere dipendente, farti mantenere, regredire allo stato adolescenziale...?

Se non vuoi questo prendi in mano la tua vita e diventa un uomo indipendente. 

Puoi farcela. Comincia con un lavoro umile, impara, cresci...

Troverai in seguito un lavoro migliore e allora cambierai. Mai    mollare finché non si trova di meglio.

Scarseggia in te la capacità di adattamento e finché c’è chi pensa a te, non ti fai problemi ... 

Ti ricordo che hai 39 anni! La tua crisi forse d’identità va affrontata e risolta. 

Se puoi fatti aiutare: trovati un lavoro x pagarti le sedute e fallo se sei motivato.

La parola lavoro viene da labor che significa sudore...

Lavorare stanca ma ci rende liberi!

Pensaci e non ti arrendere!

Faccio il tifo per te!

dott.ssa Patrizia Tombaccini 

Buongiorno, 

comprendo bene la sua situazione ed anche la frustrazione che ne consegue. Le posso consigliare di esporre queste sensazioni con sua moglie, se non lo ha già fatto, e trovare insieme a lei una modalità per affrontare il momento difficile. Potrebbe considerare di esporre le emozioni che descrive, il malessere, ad un professionista che possa aiutarla ad uscirne al meglio. 

Cordialmente, 

Dr. Matteo Radavelli 

Dott. Matteo Radavelli

Dott. Matteo Radavelli

Monza e della Brianza

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Caro Vincenzo, 

Mi sembra che lei sia intrappolato in quello che si chiama circolo vizioso: l'importanza del lavoro le dà la dignità ma è talmente pesante da schiacciarla e da renderla indegno. Così non riesce ad affrontare questa enormità e si sente sempre peggio, ma più si sente schiacciato più il problema sembra pesare.

Allora le chiedo: dove sta il piacere? Capisco che il lavoro non sia sempre associabile al piacere, ma credo che sia difficile uscirne se restiamo sui temi dell'obbligatorietà. Certo lei è obbligato, ma nessuno può toglierle il gusto.

Il gusto è ciò che ci rende tollerante ciò che non ci piace, senza di quello chiunque bestemmierebbe tutto il tempo. Mi rendo conto che non sia una cosa facile. Bisognerebbe capire perché lei lo ha perso questo gusto e come ritrovarlo.

Faccia un colloquio, la aiuterà a capirsi meglio.

Le auguro di assaporare al meglio la sua vita

Dr.ssa Michaela Mortera 

Dott.ssa Michaela Mortera

Dott.ssa Michaela Mortera

Macerata

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Gentile Vincenzo,

posso solo immaginare il peso di dover lasciare una condizione lavorativa soddisfacente, che ricorda, ma che non è più. Cosa si porta dentro che La faceva stare benissimo? Quale valore ha per Lei?

Creatività e relazionalità sono ottime caratteristiche e potenzialità, che inviterei a valutare come spendere. Un sostegno con uno psicologo del lavoro potrebbe aiutarLa a far emergere capacità e potenzialità, magari anche oltre quelle che ha riportato qui, ed aiutarLa ad orientarsi professionalmente.

Disponibile attraverso il modulo contatti, le auguro buon percorso e buon lavoro.

drssa Chiara Lecca

Buongiorno, mi dispiace molto per la situazione di sofferenza che sta vivendo, ma quando ci sono situazioni di  blocco psicologico-comportamentale è importante farsi aiutare per poter riprendere in mano la propria vita con nuove dinamiche, legate soprattutto alla percezione della propria autoefficacia,  che le permettano di poter realizzare il suo sogno.

Se mi posso permettere il primo punto che dovrebbe affrontare è proprio questo: quale sarebbe il suo sogno? Quale è l'obiettivo che vorrebbe tanto raggiungere nell'ambito professionale? E dovrebbe essere un obiettivo professionale SMART (specifico, misurabile, raggiungibile, rilevante, con una tempistica). Ha mai provato a prefissarsene uno?

Gli obiettivi, infatti, svolgono un ruolo fondamentale nel determinare il livello di motivazione che le persone impiegano per conseguirli e, quindi, anche l'efficacia del comportamento che viene attuato per raggiungerli. 


Definirsi un obiettivo, quindi, permette di  accrescere la percezione della propria autoefficacia e di assumere un ruolo attivo nella propria vita,  perché crea un circolo virtuoso di dinamiche psicologiche, per cui più le persone si convincono di essere all’altezza, più si elevano le loro aspirazioni, e più saranno ambiziosi i propri obiettivi.  

Svolgere un ruolo attivo significa essere capaci di intervenire sulla realtà e di esercitare un potere causale sulla stessa e far accadere eventi. Significa scegliere e non essere scelti, il cercare di trovare sempre nuove strade, nuove alternative che permettono di raggiungere i nostri obiettivi. Significa non aspettare le opportunità, ma crearsi le opportunità.


Sarebbe importante per Lei intraprendere un percorso di Orientamento professionale, che consiste in un vero e proprio assessment di interessi, attitudini, soft e hard skills, conoscenze e capacità degli individui, e permette di acquisire la consapevolezza di sé stessi, delle proprie capacità, doni e talenti. Aiuta, inoltre, ad imparare a porsi degli obiettivi, lavorare su di essi e permette lo sviluppo di ruolo attivo della persona, nel costruire i propri percorsi di studio, carriera, nel gestire le varie forme di cambiamento lavorativo, nel determinare e sviluppare il proprio progetto lavorativo e di vita.   

 Cordiali saluti.

Dott.ssa Vania Marsonetto

Dott.ssa Vania Marsonetto

Treviso

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