In un mondo dove imperano degli equilibri instabili e precari - basta pensare alla povertà dei paesi meno sviluppati ed osservare il nostro - é possibile passare dalla speranza allo scoraggiamento. In realtà, la fragilità sembra diventare sempre più parte di noi interiormente e la paura ci sovrasta quasi da bloccare ogni tipo di iniziativa o di attività.
Per superare questa "paura" che può essere un terremoto o un attentato terroristico o ancora perdere il lavoro, ammalarsi, invecchiare, restare soli, morire e altre, bisogna accettare la nostra fragilità ricercando la sua origine, e consolidare la nostra personalità senza consentire che essa si trasformi in angoscia che si espande, alla fine, in molti aspetti della vita quotidiana.
Una delle chiavi di lettura più adeguate per vivere meglio é credere in se stessi, prendere consapevolezza di quanto abbiamo già realizzato e smettere di vivere in un perenne confronto con gli altri. Non é salutare per la psiche avere prospettive irrealistiche, é opportuno, invece conoscere i propri desideri più profondi.
Riappropriarci del futuro, significa agire e fare hic et nunc, qui ed ora, al fine di scegliere il significato più importante della nostra esistenza. Il futuro é già qui, siamo noi stessi che lo costruiamo attraverso le prospettive attuali del nostro agire. Nel far ciò, ognuno impara a tollerare i dubbi, le incertezze, le paure e vive assumendosi le responsabilità delle sue azioni, nonché le conseguenze ed il rischio ... perché si può anche sbagliare.
Non siamo degli "esseri divini", ma "umani" con le nostre debolezze, ma per inseguire il potere ed ogni traguardo, bisogna accettare la propria fragilità, riconoscendo i propri limiti.
Ad esempio: se una persona é aggressiva, una volta che ha preso consapevolezza, cerca di gestirla fermandosi quando sta per esprimersi e riflettendo e ripetendo mentalmente "posso riuscire a farcela con calma", se una persona é invidiosa, non deve più soffermarsi su quanto l'altro possiede di più, ma passare all'azione per migliorarsi, magari impegnandosi e spostando il suo pensiero dall'altro a se stesso.
Pertanto, la fragilità deve rappresentare una spinta al cambiamento, in quanto "essere fragili" é una espressione dell'uomo, non un handicap.
Il grande psicoanalista italiano, molto saggiamente affermò che "la saggezza consiste nel ritenere di non avere nulla di cui vergognarsi, debolezze comprese" e, quindi, ciascuno deve accettarsi nella sua interezza e subito dopo, provare a migliorare, da solo o con l'intervento di uno psicoterapeuta.
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